ilcontebaldo
it

La mia storia...

Una domanda che tutti si fanno (e ti fanno):

"Se dovessi rinascere, cosa farei?"

La mia risposta sarebbe: "L'artista"

Ma cosa significhi non lo so...chi è o cosa è "L'artista"?

Ognuno di noi può esserlo, qualsiasi cosa faccia. Secondo me si tratta semplicemente di sensibilità da esprimere: ognuno ce l'ha in potenza, alcuni riescono a tirarla fuori più di altri e vengono considerati, appunto, Artisti....

Io questa sensibilità la sento latente dentro di me, ma non riesco ad esprimerla come vorrei. La sfioro, la percepisco, a volte la faccio percepire ad altri, ma c'è sempre qualcosa, di inspiegabile, che frena, che reprime, che razionalizza....

....probabilmente sono stato un po' "artista" (nel senso più lato del termine) nel mio lavoro, dove la razionalità, che deve sempre prevalere, nel mio caso è sempre stata associata a qualcosa di sensibile.... E' questo che per me ha fatto la differenza durante i miei quaranta anni lavorativi ed è questa "sensibilità/razionalità" che mi ha fatto amare quanto fin qui svolto.

Essendo stato il mio lavoro l'unico campo nel quale in qualche modo sono riuscito a fare emergere qualcosa di impalpabile, ho dato ad esso la priorità nella mia vita!

Adesso sento che tutto quanto fatto finora non può più essere prioritario e che da qualche parte mi ha inaridito: la sensibilità non esce più fuori se non per routine; la razionalità invece è intaccata dalla sensibilità.

Non riesco più a dare potere ai colori!!!

Questo vuol dire che il mio sentirmi artista, la mia sensibilità percepita, non può più emergere nel lavoro, devo quindi trovarle una via alternativa.

Il mio lavoro non deve più essere la mia vita!!!

Devo ora innescare il processo sensibile e invertire la tendenza: fare emergere sempre più quanto ho dentro (l'irrazionalità??) e da lì ripartire...........................................................................................................................

....e fu così che......un giorno.....

....parlando del più e del meno, mi fu chiesto:

"Con tutto quello che hai vissuto, perché non scrivi un libro sulla tua vita, in particolare del rapporto con il tuo lavoro e con le macchine per il legno?"

Mi son detto, a chi potrebbe interessare una mia autobiografia? Certo, di esperienze e situazioni ne ho vissute tante in 50 anni in giro per il mondo, ma molti sono ricordi personali, cose tenute dentro di me come momenti da raccontare eventualmente in vecchiaia a figli e nipoti. Ma figli e nipoti (diretti) non ne ho e allora......

....Ho deciso di raccontarlo agli amici, che mi conoscono, che hanno magari condiviso con me alcuni dei momenti belli, tristi, importanti della mia vita lavorativa (e non).

Farò nomi e cognomi delle persone con cui ho condiviso dei momenti che sono stati speciali per me, ma lo sono stati anche per il fatto che quelle persone erano lì. Mi permetterò di tanto in tanto di dare mie impressioni sui miei interlocutori, badate bene, impressioni personali, non giudizi!!!

La prima parte del racconto sarà molto personale, ed è la prima volta che mi metto a nudo, non avendolo mai fatto finora neanche con le persone a me più intime.

Non credo di entrare nella privacy di alcuni dei personaggi che andrò a menzionare, ma se così dovesse essere, mi scuso anticipatamente con loro e gli chiedo di credere alla mia buona fede.

Ho diviso la mia storia in periodi decennali, a partire dagli anni 70, fino agli ultimi anni 10 del nuovo millennio, e, parallelamente, per Paesi.

Gli anni 60, quelli della adolescenza, in qualche modo (come poi avviene per tutti noi) hanno condizionato e visualizzato la mia vita futura, plasmando un carattere di fondo che poi ha prevalso fino ad oggi..... 

Ringrazio tutti quanti mi hanno supportato nella mia avventura personale (...e sopportato in tutti questi anni).

              Dopo il '68

Siamo nel 1972, agli albori quindi di quegli anni di grandi cambiamenti nelle abitudini e nei costumi degli italiani e del mondo. Si è da poco usciti dagli sconvolgimenti delle rivolte giovanili del '68-'69 e, sulla scia di quegli eventi, i giovani cominciano sempre più ad aprirsi al mondo, a spostarsi, non più solo nel proprio paese, ma verso mete sempre più lontane dalle loro abituali conoscenze.

La mia adolescenza è stata tranquilla e dedicata allo studio, al tempo libero e al Basket. Ho però avuto anche la fortuna di avere un padre affettuoso e illuminato, che ha sempre creduto in me e che mi ha fatto conoscere un po' di vita dei grandi portandomi con lui in molti dei suoi viaggi per l'Italia. Pertanto sono arrivato alla maggiore età (o meglio ai 18 anni, perché all'epoca si era maggiorenni a 21...) avendo viaggiato in lungo e in largo per il Bel Paese. E i 18 anni sono coincisi con la Maturità Scientifica.....

....non appena usciti i risultati degli esami, partimmo, con tre compagni di liceo, per il primo viaggio fuori dall'Italia, la prima scoperta dell'Europa. Meta classica: PARIGI. Poi su verso il Belgio, per poi rientrare passando per la Germania.

La scelta della Francia come prima meta era dovuta al fatto che, come non molti a quei tempi, noi avevamo studiato francese a scuola come lingua straniera, quindi potevamo tranquillamente comunicare con il popolo transalpino.

Inutile dire che L'Europa, come la intendiamo oggi, non esisteva ancora. Per espatriare serviva il passaporto (o "Carta d'identità valida per l'espatrio", oggi non si sa più cosa voglia dire....), c'erano le dogane, i controlli di frontiera, anche lunghe file al traforo del Monte Bianco (che all'epoca era stato aperto da soli pochi anni, con l'incontro dei tecnici e scavatori francesi e italiani che sfondarono l'ultimo pezzo incontrandosi esattamente a metà tunnel: una cosa fantascientifica per quei tempi!!!).

Da Wikipedia

È stato costruito congiuntamente tra Italia e Francia; i lavori di costruzione ebbero inizio nel 1957 e terminarono nel 1965, l'anno dell'apertura. Il traforo è costituito da una galleria unica a doppio senso di circolazione e rappresenta una delle maggiori vie di trasporto transalpino. È rimasto per lungo tempo il traforo autostradale più lungo al mondo.

1962, 14 agosto: gli operai delle due imprese che effettuano i lavori si incontrano abbattendo l'ultimo diaframma. Il traforo è perfettamente riuscito: sull'asse stradale lo scarto sarà inferiore ai 13 cm.

Ma torniamo alla Francia: prima trasferta fuori dall'Italia e poi sarà un filo conduttore per tutte le mie esperienze future. E il francese: quello studiato a scuola si è rivelato quasi inutile all'atto dei fatti! Di quattro che eravamo, chi più preparato e chi meno, ricordo che non riuscivamo neanche a farci capire per fare un pieno di benzina.

Il nostro viaggio di ritorno prevedeva di passare per la Germania e fermarsi a Monaco di Baviera dove erano in corso i Giochi Olimpici. Non ricordo bene quanti giorni avessimo programmato di restare fuori casa, ma ce ne restavano ancora 4 o 5, e ce li giocammo fino all'ultimo fermandoci a Monaco appunto. Posso dire di essere stato alle Olimpiadi del '72, anche se potemmo assistere a ben poco dell'evento, in quanto quasi tutti gli avvenimenti più importanti erano Sold Out. Ci siamo accontentati di intravedere Mark Spitz da uno spiraglio di finestra, arrampicati su una scalinata fuori del palazzo del nuoto e di assistere a qualche match di Basket: io ero infarcito di Basket, quindi dovevo assolutamente vederne qualche partita e, siccome quel torneo era ancora alla fase eliminatoria, riuscimmo a trovare dei biglietti. In un solo giorno riuscii ad assistere a ben 8 partite, tra cui, me lo ricorderò sempre, Egitto-Giappone, di cui proprio non avrebbe potuto fregarmene niente!!!

Tornati a casa successe poi una cosa tragica: l'attentato agli atleti Israeliani nel villaggio olimpico di Monaco!!!

Da Wikiopedia

Il massacro di Monaco di Baviera fu un evento terroristico avvenuto durante le Olimpiadi estive del 1972, a Monaco di Baviera (Germania Ovest). Un commando dell'organizzazione terroristica palestineseSettembre Nero irruppe negli alloggi destinati agli atleti israeliani del villaggio olimpico, uccidendo subito due atleti che avevano tentato di opporre resistenza e prendendo in ostaggio altri nove membri della squadra olimpica di Israele. Un successivo tentativo di liberazione da parte della polizia tedesca portò alla morte di tutti gli atleti sequestrati, di cinque fedayyin e di un poliziotto tedesco.

Comincio così i miei racconti con questo primo viaggio fuori dei confini che darà inizio a una vita spesa poi in giro per il mondo....

                                                       .......CONTINUA..............

ilcontebaldo