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57 -LA SCOPERTA DELLA CINA

15.06.2020

Dopo aver viaggiato su e giù per il mondo, per lavoro e non, volevo avere anche una esperienza cinese. Non mi era mai arrivata quella opportunità, sentivo parlare continuamente della Cina, dell'incredibile business che si poteva sviluppare in quel paese, ma non ero ancora riuscito ad andarci.

Alla fiera di Milano del 2016 si presentò sul nostro stand Mr. Kris. Parlammo a lungo delle nostre macchine e lui mi illustrò il potenziale enorme che avremmo potuto avere per la vendita in Cina appunto. Tra noi si instaurò subito un feeling positivo: non so perché ma il ragazzo mi piacque. Parlava discretamente bene l'inglese e mi sembrava che ci si capisse. Chiaramente, fin dall'inizio, il dialogo si svolge intorno al Cheap: tutto deveva essere cheap, mentre, ogni volta che presentavo una macchina e me ne chiedeva il prezzo, questa eraToo expansive, troppo cara!!!.

Ci lasciammo alla fiera con la promessa da parte mia di un viaggio da lui il prima possibile. In parallelo, appresi dai miei amici di Formetal che stavano già facendo business laggiù, avevano già installato un grosso impianto e ne stavano negoziando altri.

Chiesi quindi all'amico Tiziano Balestrini di considerarmi uno dei loro per il prossimo viaggio che avrebbero fatto in Cina, in modo che potessi io per la prima volta presentarmi accompagnato da qualcuno che già conoscesse un po' della realtà locale. Chiaramente chiamai Mr. Kris per comunicargli che stavo organizzando una mia prima visita e che, oltre ai clienti programmati insieme a Tiziano, dove sarei andato solo come spettatore, avrei voluto che lui mi organizzasse degli incontri nella sua regione.

Nel settembre del 2016 presi il mio primo volo verso il Paese dei Mandarini. Il volo lo organizzai via Hong Kong.

                                                            HONG KONG 2016

A Hong Kong ero già stato un paio di volte facendo scalo durante i miei spostamenti verso l'Australia, negli anni '80. Una volta vi avevo trascorso un week end e, approfittando della domenica libera, mi ero organizzato una visita al di là del confine. All'epoca Hong Kong era ancora un dipartimento inglese e passare il confine voleva dire entrare nella Repubblica Popolare Cinese.

Il viaggio organizzato prevedeva il trasferimento in treno verso la prima città oltre confine. Una visita veloce della città, con pranzo in loco, e il rientro immediato a Hong Kong la sera stessa. Non riesco a ricordare come si chiamasse la città, ma non poteva che essere Shenzhen, che è il primo approdo in territorio cinese da Hong Kong.

Ricorderò sempre l'avventura del viaggio in treno di tanti anni fa. Come si era abituati a vedere nei film sulla Cina, il quadro era proprio quello: treno stracolmo di gente miserabile, con ogni masserizia e ogni tipo di animale al seguito. Arrivati alla stazione di approdo, dovemmo passare il controllo dei documenti, visti temporanei e quant'altro. C'era un casermone enorme con una serie di scrivanie allineate e tanti funzionari in divisa militare che, uno a uno, controllavano tutti i passeggeri in arrivo. 

Passato il controllo, mi ritrovai in un mondo che mi riportava indietro di secoli: strade in terra battuta, niente macchine, solo biciclette. Tanta gente che camminava ai bordi della strada e lungo la ferrovia, con in spalla dei bilancieri a cui erano appesi dei sacchi contenenti probabilmente qualsiasi cosa. Era un mondo di povera gente, contadini, braccianti, con ben poco da mangiare e senza alcuna struttura intorno a se.

La cosa che poi mi fece una grande impressione furono i cartelloni esposti in bella vista che mostravano gente condannata a morte e impiccata. Il ricordo è sfumato dopo tanti anni, fu una esperienza breve (solo poche ore) ma, come si dice, intensa.

La cosa che poi mi fece una grande impressione furono i cartelloni esposti in bella vista che mostravano gente condannata a morte e impiccata. Il ricordo è sfumato dopo tanti anni, fu una esperienza breve (solo poche ore) ma, come si dice, intensa. 

                                                               HONG KONG 1984

Alloggiavo all'Intercontinental, non si può non andare in un Hotel 5 stelle quando si arriva in un posto come quello: si è fuori dal proprio mondo, immersi in una realtà completamente diversa, con una lingua incomprensibile, non si possono prendere rischi (ok, l'avventura è un'altra cosa; ma, come si è ormai capito, se da un lato non ho paura del mondo e mi piace l'avventura, i miei rischi però sono sempre stati calcolati e ho sempre guardato alle comodità)

Dicevo l'Hotel Intercontinental: siccome in agenzia avevano sbagliato la data di prenotazione ed ero stato costretto a pagare una notte senza aver usufruito della stanza, per compensare mi concessero una suite con vista sullo skyline di Hong Kong. Una cosa da sogno, bellissima.

Ma lasciamo il piacere e torniamo al dovere.

Con Tiziano ci incontrammo e visitammo 3-4 loro clienti potenziali, insieme al suo contatto cinese, Mr. Tiger. Per incontrarci eravamo d'accordo che avrei preso il Boat da Hong Kong e sarei sbarcato al porto di Shenzhen dove sarebbero venuti a ricevermi.

Shenzhen: sicuramente la città dove mi ero recato 35 anni prima in treno! Non posso spiegare la differenza che ho trovato, si tratta di due cose completamente diverse. Quello che avevo in mente non esiste più, mentre esiste una realtà di palazzi enormi, strade, autostrade, macchine di grande cilindrata, pulizia (almeno apparente), organizzazione.

Poi ci si immerge nel traffico e ci si accorge che il modo di comportarsi riprende quanto già visto tanti anni prima: nessun rispetto di regole, accavallamento di persone e macchine che arrivavo e si incrociano in tutti i modi e tutte le direzioni.

Arrivavo comunque già preparato a quell'incontro, essendo prima passato per Chengdu, nella regione dello Shishuan, dove risiede Kris e dove ero atterrato come primo approdo dall'Europa.

Il viaggio era stato abbastanza traumatico avendo perso il volo in partenza da Roma, con conseguente cambio di itinerario, coincidenze etc. etc. .....

Arrivato a Chengdu mi ritrovai anche senza bagaglio, che era smarrito, forse ancora a Roma..... Era estate, ero quindi in tenuta da viaggio: camicia rosa, jeans e scarpe da ginnastica rosa. Non potevo cambiarmi gli indumenti e non sapevo quando avrei potuto recuperare la mia valigia.....

Essendo arrivato a fine mattinata, Kris mi portò direttamente da un cliente. Era la prima volta in Cina, quindi ero frastornato dalla enormità del tutto.

Arrivammo in fabbrica e facemmo subito una visita in produzione. Ebbi subito l'impressione di un casino pazzesco. Allo stesso tempo, non conoscendo ancora la realtà cinese, la fabbrica mi sembrò di dimensioni enormi.

Nel tardo pomeriggio ci ritrovammo in una sala riunioni enorme, con un tavolo enorme e uno schermo enorme. Arrivò il titolare, Mr.DU: tipo strano, un cinese tozzo, con faccia squadrata, lineamenti duri. Cominciò a parlare con Kris, chiaramente non capii assolutamente niente di quello che si dissero. Di fianco a Mr. DU c'era Mr. Cao che a ogni suo cenno, partiva con un video o un qualche lay out. In breve, Kris mi spiegò che stavano lavorando su un progetto per una nuova fabbrica, che sarebbe stata la fabbrica più automatizzata di Cina (e quindi del mondo) e la più grande del mondo (almeno per quelle che sono le mie vastissime conoscenza: 600.000 metri quadri!!!)

Kris introdusse la mia persona, quale responsabile per macchine di foratura/inserimento speciali, ma illustrò anche la mia esperienza di Engineering aquisita in giro per il mondo.

All'improvviso Mr. DU mi fece una domanda:

"Quanti soldi vuoi per prendere in mano il progetto e partecipare alla sua creazione nel prossimo futuro???"

Chiaramente la domanda mi spiazzò, tutto mi sembrava già assurdo: come potevo in quel poco tempo, un paio di ore, già aver capito cosa volessero e fare una proposta sensata?

Risposi che il progetto, sicuramente interessante, era enorme e al di fuori delle capacità di una sola persona. Spiegai che eventualmente avrei dovuto pensarci e organizzare un team. Gli avrei potuto dare una risposta dopo il rientro in Italia, dopo aver fatto cioè alcune serie valutazioni tecniche.

La visita dell'azienda mi aveva dato l'impressione di qualcosa fuori dalla mie competenze specifiche e comunque di una complessità enorme.

Mr. DU insistette nel chiedermi quanto avrei voluto per portare avanti il progetto, che mi illustrò a grandi linee. Io cominciai già a capire l'interlocutore e stetti al gioco, anche per divertirmi. Sparai là: 200.000 euro almeno, più, chiaramente, tutte le spese di viaggio vitto e alloggio, mie e di chi per me. La reazione di Mr. Du fu immediata:

"Te ne do 400.000, ma devi cominciare subito".

Non sapevo più se scherzasse o meno. Rimasi comunque serio:

"Lasciami il tempo di rientrare in Italia e ti do una risposta più precisa".

Al rientro, dopo che mi ero messo d'accordo con Kris sul come comportarsi, inviai una fattura di 50.000 euro di acconto dicendo che, ricevuto quello, avrei cominciato a impegnarmi nel progetto, ma che comunque avrei avuto bisogno di creare un team di collaboratori. Nel contempo parlai con il mio amico Gérard, che da parte sua cercava di espandersi in tutto il mondo con la sua società di consulenza (che, di fatto, comprende solo lui stesso, più una serie di collaboratori esterni): gli spiegai la situazione, gli dissi che non sapevo fino a che punto la cosa potesse essere seria o meno, ma che se avesse voluto, avremmo potuto fare insieme un prossimo viaggio in modo che lui potesse rendersi conto di persona di cosa realmente si stesse trattando. Gli dissi che io non ero più interessato a prendermi carico direttamente della cosa, ma, che se avesse potuto interessare lui, avrebbe lui firmato un eventuale contratto e mi avrebbe poi utilizzato come uno dei suoi uomini per il proseguo del progetto.

Fu così che il secondo viaggio in Cina lo feci insieme a Gérard e insieme ci presentammo da Mr. DU per proporgli un accordo di collaborazione. Dopo che con Gérard visitammo la fabbrica, lui si disse tranquillo nel poter prendersi carico del progetto (io, al contrario, più vedevo come lavoravano e il prodotto che avrebbero voluto gestire in automatico, e più mi sentivo non preparato).

To make the story short, arrivammo alla firma di un contratto per un totale di 300.000 euro (quindi non scherzava, Mr. DU....). Il rapporto si sarebbe sviluppato su due anni e i pagamenti sarebbero stati trimestrali anticipati, per cui il nostro rischio (o meglio quello di Gérard) sarebbe stato nullo: avremmo comunque lavorato finché ci avessero pagati, se avessero smesso i pagamenti, noi avremmo smesso di lavorare.

Il progetto è quindi partito e la mia avventura Cinese, che era cominciata soltanto per vedere eventuali opportunità e scoprire velocemente un nuovo paese, diventava una cosa che mi avrebbe poi coinvolto pesantemente per i due anni a seguire.

La firma del contratto avvenne alla fiera di Hannover del 2017, a seguito dell'incontro che avevamo avuto in Cina nel mese di aprile.

Dopo quell'incontro in aprile ero stato anche, da solo, nella regione di Canton per incontrare Mr. Allen, contatto lasciatomi da Fred Kueling, Ceo della Lock Dowel americana.

In America si stava sviluppando il business dell'assemblaggio mobili con un nuovo sistema brevettato chiamato appunto Lock Dowel: si tratta di hardware in estruso di plastica che viene inserito nel lato dei pannelli e poi bloccato in una speciale fresata fatta sulla superficie del pannello da assemblare.

Fred commissionava questi pezzi in Cina, il suo interlocutore era appunto Mr. Allen. Sembrava ci fosse un business enorme, solo in fase iniziale, e in America un intraprendente venditore di macchine, Laguna Tools, si era buttato a capofitto nell'affare proponendo la macchina per eseguire il lavoro di inserimento in automatico a un prezzo molto basso, facendola fabbricare anche questa in Cina. Il mio incontro con Allen doveva essere per farmi accompagnare nelle visite di alcuni potenziali costruttori di macchine che avrebbero potuto aiutarci a sviluppare un modello da vendersi, con logo Stema, a basso prezzo poi in America. A latere di questo c'era però la possibilità di sviluppare il Business Lock Dowel anche in Cina, quindi con un potenziale di mercato ancora piu...ENORME...

Il trait d'union con Fred in America era il mio amico Ed Moran, con il quale avevo fatto un accordo di collaborazione per gli USA per le macchine Stema. Il nostro problema, in America, era il prezzo, per cui pensavo sarebbe stata una buona idea verificare con mano la possibilità di fabbricare qualcosa in Cina su licenza.

Ci incontrammo quindi con Allen e Ed a Shenzhen e visitammo diverse fabbriche di macchine, tra cui anche quella che fabbricava per Laguna Tools. Tra queste, chi mi aveva colpito più favorevolmente era stata la Sandar, il cui titolare mi aveva fatto una buonissima impressione, di persona molto seria, e la fabbrica produceva molto bene, macchine di ottima qualità. Alice era la sua segretaria e la persona che teneva i rapporti con il mercato estero: una bella e giovane ragazza, che masticava piuttosto bene l'inglese. Ci siamo incontrati e lanciati con una ipotesi di collaborazione, cominciando a scrivere documenti per un possibile contratto, da firmarsi eventualmente alla Fiera di Hannover, dove Alice sarebbe venuta insieme al suo titolare, con una delegazione della regione di Canton.

...e ancora.....Allen, dopo avermi conosciuto, si illuminò e cominciò a raccontarmi di un Business Fantastico da svilupparsi con Mr. Yu, suo amico personale e Top Manager di un gruppo potentissimo con sede a Pechino: il gruppo Skong. Avevano in programma lo sviluppo di un business che si sarebbe dovuto collegare ad Alibaba (l'alter ego di Amazon in Cina, Mr. Mu, l'uomo che passerà Mr. Boetz come il più ricco al mondo) per la vendita di appartamenti completi di tutto l'arredamento, direttamente su internet. In questo programma, l'idea era quella di creare tante piccole aziende di mobili, distribuite sul territorio, coordinate da una centrale di acquisto a Pechino, che gestisse i contatti via internet, mettesse a disposizione dei potenziali clienti architetti e ingegneri virtuali che così avrebbero condotto l'acquirente a definire la sua futura casa nei minimi particolari, il tutto venduto su internet. Questo significava, per quanto eventualmente avesse potuto riguardarmi, sviluppare delle fabbriche flessibili standard (4.0 come si definiscono oggi) da fare partire su tutta la Cina, cominciando dalla regione di Pechino, Yantai per la precisione.

Mi sembrò subito un progetto interessante, ma, come avrei imparato presto nel seguito delle mie frequentazioni del Paese, in Cina tutto è enfatizzato al massimo e mai si sa fin dove c'è la realtà e il Fake. Però, anche in questo caso, non mi costava niente stare al gioco e, se le cose fossero state anche solo in parte come illustrate, si sarebbero aperte possibilità di business enormi sia per la Stema che per me stesso.

Rimanemmo d'accordo con Allen di organizzare un incontro alla fiera di Hannover con il suo amico Mr. Yu, che sarebbe venuto a trovarmi sullo stand della Stema. Avrei parlato con lui, che mi avrebbe illustrato più in dettaglio il progetto e da quell'incontro avremmo deciso per l'evoluzione delle cose.

Effettivamente Mr. Yu si presentò ad Hannover e in pochi minuti si instaurò un buon feeling tra me e lui, anche se lo individuai subito come un furbo.

Come ho già detto sopra, alla stessa fiera di Hannover, Gérard firmò il contratto con la Hao Yi e si organizzò un primo incontro a Mianyang già nel mese di giugno.

Io in quel momento stavo tribolando per il visto americano!!! Era mio intento portare avanti il progetto Lafata, che ho illustrato poco sopra, con cui sarei stato impegnato per due anni con trasferte sistematiche di 3 mesi. Sarei dovuto tornare in Usa nel mese di giugno, ma, a causa del problema visto, sarei poi stato costretto a rimandare......però per questo inconveniente non partecipai al primo incontro in Cina con Gérard and Co. Purtroppo persi il primo atto e partii ad handicap, forse già da subito avrei impostato il progetto diversamente, ma forse anche mi sarei accorto immediatamente della sua inconsistenza e avrei potuto fare bloccare il tutto sul nascere, perdendomi poi tutti gli atti successivi che furono seppur faticosi, anche esilaranti.....

Intanto però il problema del visto americano non si risolveva e, essendomi arrivata un'altra bocciatura dalla ambasciata Americana, non sarei potuto andare neanche alla Fiera di Las Vegas, dove era prevista l'esposizione, per la prima volta, di una macchina Stema, macchina che era stata fatta specificatamente per quel mercato e per l'inserimento dell'hardware Lock Dowel.

Alla fiera di Hannover eravamo rimasti d'accordo con Mr. Yu che ci saremmo rivisti a Las Vegas, dove lui sarebbe venuto insieme ad Allen, per ridiscutere la possibilità di fabbricare macchine in Cina, partecipando al progetto di creazione di tante fabbriche 4.0.

Alla fiera di Las Vegas avrei voluto verificare da vicino il reale potenziale della Lock Dowel e discutere più in dettaglio come impostare il lavoro per la realizzazione delle macchine in Cina. Avrei dovuto lavorare su due fronti: quello americano, in collaborazione con l'amico ED e lo sviluppo del business Lock Dowel; e quello cinese con il potenziale accordo di collaborazione con la Sandar (Alice sarebbe stata là ugualmente con il suo Boss) e il potenziale sviluppo di nuove fabbriche di mobili che avrebbero utilizzato poi materiale Stema.

.....tutto questo, relativamente alla mia persona, andò a monte per via del mancato visto americano, cosa che mi impedì di partire per Las Vegas. Al mio posto vi si recò  Eugenio, il titolare della Stema: quello che successe in fiera non sono mai riuscito a capirlo fino in fondo, fatto sta che, Mr. Yu e Allen si presentarono come previsto da Eugenio, forse in modo un po' spavaldo (era la prima volta che i due giovani si recavano in Usa, per di più a Las Vegas, si può quindi immaginare il loro stato di eccitazione per essere fuori della Cina, con qualche soldo in tasca e la voglia di spaccare il mondo che hanno tutti i cinesi in questa loro fase di evoluzione senza freni....). e Eugenio, che ha un carattere molto particolare (carattere che lo porta a definire a prima vista chi fa per lui e chi no), li prese di traverso e da quel momento non ha più voluto sentir parlare di Cinesi......e lo vedremo tra poco....

Non avendo potuto partecipare all'incontro di Las Vegas e non sbloccandosi la situazione VISA, decisi, su sollecitazione di Allen, di partire nuovamente per la Cina. Così come, allo stesso tempo, era prevista la prima trasferta congiunta con Gérard per la prima tranche di lavoro al progetto Hao Yi.

Partii quindi nuovamente verso Honk Kong da dove presi il traghetto per Shenzhen ed ebbi un primo incontro con Mr. Yu e Allen presso la sede della Ingo Software, una controllata del Gruppo Skong, amministrata da Mr. Yu. Non stavo capendo bene cosa stesse succedendo, ero in loro balia e mi lasciavo trasportare....fu così che mi ritrovai in un lungo percorso in macchina senza sapere dove stessimo andando, finché non arrivammo a un aeroporto secondario, per poi prendere un volo per una città che mi è ancora sconosciuta, da dove prendemmo un treno fino a Yantai, che non sapevo esistesse e dove fosse, dal cui aeroporto salimmo su un autobus che ci portò fino in centro dove era situato il mio Hotel.

Scoprii che Yantai era la meta turistica dei funzionari di Pechino, città dove erano alloggiate ben 35 ambasciate. Posso dire che si tratta probabilmente di uno dei posti più belli della Cina dove poter vivere. Una città relativamente piccola, solo 5 milioni di abitanti, che si estende in collina e si affaccia sul Mar Giallo. Si trova in linea d'aria a pochi chilometri da Pongyang, Corea del Nord.

Per me era tutta una scoperta ed ero in piena fiducia con Allen, e completamente nelle mani dei Cinesi....quella cosa me la ero creata da solo, al di fuori da tutti i sentieri battuti in Cina dai vari personaggi del nostro settore.

Mi portarono a visitare una fabbrica, di proprietà di Mr. Yu, malmessa esteriormente, ma comunque piuttosto ben organizzata. Poi il secondo giorno di permanenza ci inoltrammo verso l'interno della regione. E' quella la zona delle produzione di mele: pensiamo al Trentino Italiano e moltiplichiamolo, non so, per mille??? Una regione sconfinata, solo coperta da alberi di mele e.....ogni singola mela imbustata sull'albero per essere protetta dal freddo durante l'inverno!!!

Sperduta in quel contesto trovammo una enorme fabbrica di pannelli truciolare, fatti, guarda un po', con truciolo di melo. Mi trovai di fronte una distesa sterminata di tronchi di meli ammucchiati, pronti per essere trasformati in pannelli truciolati da cui poi ricavare mobili....che chiamano ecologici...per la composizione del pannello finale non usano colle, ma un particolare processo chimico che esclude la formaldeide e produce alla fine dei pannelli piuttosto duri sulle superfici esterne, ma di poca densità interna.

Mi spiegarono che quella sarebbe stata la fabbrica madre di un processo che avrebbe dovuto andare dalla mela al mobile, incluso il suo habitat finale, l'appartamento. E il tutto sarebbe stato trattato su internet.

Il titolare della fabbrica, tale Mr. Gao, sembrava essere un idolo per tutti, una potenza, presumibilmente legato alla direzione del partito a Pechino.

Scoprii infatti che nella capitale avevano un quartier generale, con degli uffici che impiegavano circa 150 persone, situati all'undicesimo piano di un grande immobile poco lontano dall'aeroporto. Uffici che mi fecero visitare e dei quali sempre Mr. Yu era responsabile. E ancora Mr. Yu era stato nominato per portare avanti, vista la sua diretta esperienza nella fabbricazione di mobili, nella sua fabbrica diretta dalla moglie, il progetto che avrebbe dovuto portare alla realizzazione, appunto, della fabbrica pilota 4.0.

Passammo poi 3 giorni (e direi 3 notti) rinchiusi negli uffici della fabbrica di Mr. You, che era in fase di ristrutturazione, quindi in una stato pietoso, ad elaborare lay out sulla base di dati molto vaghi su quanto la nuova fabbrica avrebbe dovuto produrre. Mentre io lavoravo al computer e mi sforzavo a trovare la soluzione ottimale per rispondere alla produttività richiesta, da farsi nel poco spazio messomi a disposizione, con un processo che fosse il più possibile flessibile (4.0), ma anche con una parte di produzione standard, si alternavano vari personaggi invitati di volta in volta da Mr. Yu per aiutarmi nella scelta delle varie tecnologie. Nella notte del terzo giorno arrivammo all'elaborazione di un lay out che a me piaceva e del quale i cinesi erano entusiasti. Il giorno successivo tornammo alla grande fabbrica di truciolare dove si trovava il capannone vuoto che avrebbe dovuto diventare appunto la famosa fabbrica pilota 4.0, da ripetersi poi, con caratteristiche più o meno simili, in varie altre regioni della Cina.

Rientrammo presto quella sera, andammo a fare una bella bevuta prima che mi lasciassero in hotel. Era un giovedì, il venerdì lo avrei avuto libero per poi il sabato spostarmi, con volo via Shangai, a Chengdu dove mi sarei incontrato con Gérard che sarebbe arrivato là direttamente dall'Europa: finito un progetto, del quale nessuno, se non io e i cinesi, era a conoscenza, subito avrei dovuto immergermi nel

più grande progetto del mondo per la realizzazione della più grande fabbrica del mondo.


Avevo così una giornata di libertà e avevo deciso di dedicarla alla scoperta di Yantai, con una bella passeggiata sul lungomare: eravamo a metà settembre, quindi ancora in bella stagione e il tempo era magnifico.

Rimasto solo quel giovedì sera, andai a cenare nel ristorante dell'hotel: a Yantai, essendo città internazionale, si può trovare chi parla inglese (al contrario di Chengdu dove è impossibile farsi capire) e si può trovare cibo europero. Inoltre la cucina di pesce è veramente molto buona e simile a quella tipica dei nostri posti. Mi diedi quindi al pesce (per restare leggero??) e presi delle cozze e una, dico una, ostrica soltanto per assaggiarla (io le ostriche, se devo provarle, le mangio solo a Parigi, con il loro rito di contorno, pane nero con burro, salsina di aceto e cipolle tritate).

Da Wikipedia:

Yantai (cinese semplificato: 烟台; Cinese tradizionale: 煙臺; Pinyin: Yāntái) è una città-prefettura nella provincia nordest di Shandong, appartenente alla Cina.

Posizionata sul litorale orientale della baia di Bohai, confina con le città di Qingdao a sudovest e di Weihai all'est.

La città, situata sella costa sul Mar Giallo, rappresenta il più importante porto peschereccio della provincia di Shandong

La sua prefettura conta 12 suddivisioni amministrative, di cui 4 distretti, 7 città-contee e una contea:

  • Distretto di Zhifu (芝罘区)
  • Distretto di Fushan (福山区)
  • Distretto di Muping (牟平区)
  • Distretto di Laishan (莱山区)
  • Longkou (龙口市)
  • Laiyang (莱阳市)
  • Laizhou (莱州市)
  • Penglai (蓬莱市)
  • Zhaoyuan (远市)
  • Qixia (栖霞市)
  • Haiyang (海阳市)
  • Contea di Changdao (长岛县)

Dormii discretamente bene per svegliarmi però con un fortissimo mal di pancia. Scesi a colazione, ma non ne approfittai e il dolore cominciava a diventare sempre più forte, con nausea e corsa al bagno. Dopo un paio di queste operazioni, scesi nella hall per chiedere se si potesse avere un bicchiere di acqua calda con spremuta di limone. Incontrari la responsabile, un cinesina bellina, molto giovane, che parlava perfettamente inglese e ci capimmo subito. Stavo malissimo e se ne accorse, si preoccupò subito per la mia salute e mi disse di salire subito in camera che avrebbe lei stessa provveduto al bicchier d'acqua. E così fu: dopo 5 min. che ero steso sul letto, bussarono alla porta e la cinesina si presentò con una altrettanto giovane e bella collega.

In una bella stanza affacciata sul mare di un bell'hotel ti si presentano due belle e giovani ragazze e tu sei là imbarazzato che ti contorci, ma cerchi di apparire forte. E loro, nel loro inglese comunque particolare, preoccupandosi per te ti chiedono:

"Did you shit??" (tradotto: hai cagato'') - "Did you vomit??" - (tradotto: hai vomitato??)........ma stavo talmente male che non riuscivo a ridere.

Tornai a letto cercando di riprendermi, ma i dolori non passavano. Chiamai Allen per dirgli della cosa, lui era fuori città ma disse che mi avrebbe mandato suo fratello che viveva lì per eventualmente accompagnarmi all'ospedale. Gli dissi di chiedere di Annie, la giovane ragazza che mi aveva appena ssistito.

Dopo circa mezz'ora il siddetto fratello di Allen con un suo cugino, accompagnati da Annie, bussarono alla mia porta. I due ragazzi non parlavano inglese, quindi Annie rimase con noi come interprete e assistente, mentre mi accompagnarono a una specie di pronto soccorso, che era situato proprio di lato dell'entrata dell'hotel.

Pronto soccorso cinese..........locale fatiscente, nessuno dentro, entrammo in una stanza dove, seduto ad un tavolino, uno di fronte all'altro, c'erano due persone in camice bianco, presumibilmente i due medici di turno, che stavano giocando a carte mentre si fumavano una bella sigaretta.

Si accorsero di me, smisero la loro attività e chiesero ai miei accompagnatori cose avessi. Poi presero una scatolina di latta, tirarono fuori un termometro e me lo misero sotto un braccio, sempre restando io in piedi davani a loro. In quel mentre mi arrivò un conato di vomito. Annie si precitò a prendere un cestino per la carta che era in un angolo e me lo mise di fronte, sostenendolo. Io cominciai a vomitarci dentro a più non posso con la mente che mi si annebbiava e le forze che stavano lasciandomi....mezzo intontito chiesi del bagno per andare a lavarmi un attimo, e spruzzarmi un po' d'acqua. Mi indicarono un stanza lì acconto, appena entrai trovai una cosa fuori da ogni immaginazione: tutto rotto, sporco, malandato. Non potei far altro che uscire di corsa e cercare di ritornare nella mia stanza d'albergo. Ma i due medici avevano fatto la loro diagnosi e ingiunsero di farmi sdraiare per un pochino e farmi fare una puntura per rimettermi in sesto. Ero semplicemente nello loro mani, potevo solo fidarmi di Annie che avevo appena conosciuto e dei due ragazzi mandatimi da Allen, che non avevo mai visto prima.

Entrai in un'altra stanza dove erano allineati alcuni lettini. C'era una sola persona accartocciata su se stessa su un lettino in un angolo, non so se stesse dormendo o agonizzando. Mi fecero stendere a mia volta, ero completamente annebbiato e incapace di intendere e di volere. Qulacuno mi fece girare, mi abbassò i pantaloni e sentii un ago penetrarmi......

Fortunatamente di lì a poco ripresi la mia camera in hotel, mi misi sotto le spesse coperte e fortunatamente il dolore e la nausea cominciarono a sparire. Ma sentivo salire la febbre, nonostante fossimo in estate e con una temperatura molto alta, sentivo il cuore battere a ritmi inconsueti e avevo i brividi......passai così tutta la mia giornata di riposo . Poi il giorno dopo avevo il lungo viaggio fino a Chengdu. Arrivato a Shangai scoprii che c'erano due aeroporti e la mia coincidenza era nell'altro rispetto a dove ero arrivato. Il cuore continuava a battermi a 120, continuavo ad avere i brividi e mi feci quasi 2 ore di taxi tra il traffico di Shangai in quelle condizioni.....

....ma tutto è bene quel che finisce bene e l'avventura a Chengdu, con Mr. Du, insieme a Gérard, stava per cominciare......

Già dalle primissime riunioni cominciavo ad intuirre che il tutto non sarebbe durato a lungo, ma, come ebbi modo di far capire a Gérard che, da buon francese, pretendeva che tutto fosse perfetto, finchè ci avessero pagati, avremmo potuto tranquillamente continuare a fare quel che ci chiedevano senza troppe obiezioni. Era difficilissimo resistere alle situazioni che ci si presentavano, ma c'era anche il lato divertente: le cena intorno all'Hot Pot, tipico mangiare della regione dello Sichuan, con una brodaglia al centro del tavolo che bolliva sotto una fiamma accesa dal cameriere, con tutto intorno roba di vario genere, carne, pesce, vegetali non meglio identificati, che si dovevano immergere nella zuppa per poi essere ingurgitati. E a contorno di questo meravigliose gozzoviglie, un Gambei, bicchierino di alcool puro che a turno qualcuno alzava verso di te per augurarti non so cosa con un brindisi. Si capiva solo gambei, che poi significa non proprio salute, come diremmo noi, ma bere di un sol fiato il colpo di acquavite. E via così finchè tutti diventano talmente ubriachi da non reggersi più in piedi. Mr. Du da parte sua invece non beveva, ma per contro sputava catarro in continuazione......

Da Wikipedia:

Hot pot, o meno comunemente fondue cinese, consiste in molte varietà di stufato dell'est asiatico. Una pentola piena di brodo viene posizionata a centro tavola e riceve calore costante da un fornello per ottenere la bollitura. A questo punto gli ingredienti vengono cotti uno ad uno dai commensali. Ingredienti tipici sono la carne, vegetali, funghi, wonton, uova, raviolini e frutti di mare. Verdura, pesce e carne devono essere freschi. Normalmente il cibo prima di essere mangiato viene immerso in una salsa (in genere olio di sesamo). A causa della sua preparazione viene considerato un tipico piatto invernale.

Tantissimi sarebbero gli episodi divertenti (e non) .....ma vado veloce e salto al viaggio successivo quando l'incontro era previsto dove la grandissima fabbrica avrebbe dovuto essere costruita, all'interno della Regione di Shangai. Organizzammo con Gérard il viaggio su Shangai, dove sarebbero venuti a prenderci per portaci, con quasi 5 ore di viaggio in macchina, al luogo finale. Arrivammo che faceva buio, un sabato sera. Giunti in prossimità dell'hotel ci accorgemmo di un centro commerciale con le insegne di tutti i migliori marchi europei, da Gucci a Armani, da Tod's a Versace.....tutti i negozi però erano chiusi, così pensammo, è sabato sera, chiudono presto. Però almeno avremmo avuto qualcosa da vedere il giorno dopo in quel posto fuori dal mondo.

La mattina dopo, per quanto domenica, ci portarono a vedere il terreno dove la fabbrica avrebbe cominciato a nascere di lì a poco e poi in un grande palazzone a infiniti piani dove erano sistemati gli uffici provvisori.

Passando di nuovo davanti al centro commerciale che era a pochi metri dall'hotel, ci accorgemmo che non solo i negozi erano ancora chiusi, ma proprio non esistevano, era tutto vuoto, tutto finto....

Poi vedemmo uno stadio nuovissimo, delle autostrade enormi che percorremmo in senso contrario essendo deserte.....era una città fantasma, che sarebbe probabilmente diventata di qualche milione di persone che sarebbero di lì a poco state trasportate da qualche villaggio del nord della Cina.

L'altro bellissimo episodio che si verificò l'ultimo giorno di permanenza prima di rientrare a Shangai, fu la presentazione del progetto, presumo, a tutto lo staff politico del posto.

Fu convocato un incontro, con tanto di ripresa televisiva dell'evento, in una sala meeting enorme del nostro albergo. Alle 9 in punto del mattino ebbe inizio il tutto. Gérard ed io fummo presentati come i maggiori esperti mondiali del settore, poi Mr. Cao, il braccio destro di Mr. Du iniziò uno show incredibile, presentando macchinari, lay out, filmati montati ad hoc, tutto fake, per dimostrare la grandezza del progetto e il risultato stratosferico che avrebbe prodotto per la regione.

Dopo più di due ore di presentazione, ci venne chiesto, a noi e altri interlocutori che presentarono le loro macchine, tra cui anche il rappresentante commerciale della Biesse, di lasciare la sala perché l'incontro sarebbe continuato in maniera riservata con i soli rappresentanti politici e Mr. Du quale maggior investitore nel progetto (di fatto Mr. Du voleva entrare in un super affare, molto più grande di lui, per speculare finanziariamente e cercare di sostenere la sua impresa che stava andando, evidentemente, in malora).

A me e Gèrard sembrò tutto sommato una cosa positiva che si concentrassero così tanto, tutti seri e presi dall'evento e immaginammo chissà quale discussione riservata avrebbero potuto portare avanti.

Ci mettemmo così in attesa aspettando che ci venisse comunicato qualcosa. Poi, a mezzogiorno in punto, vedemmo uscire in processione tutti i capoccioni che erano nella sala, che se ne andarono senza degnarci di uno sguardo a passo velocissimo. Restammo sempre più sconcertati. L'interprete ci disse che erano partiri per il pranzo, che avrebbero fatto in una sala riservata, mentre noi avremmo dovuto arrangiarci. Ok, non problem, veramente molto presi questi top managers e politici cinesi.

Andammo a cercare qualcosa da mangiare nel centro commerciale deserto, ma per l'appunto niente era aperto e disponibile. Finchè l'interprete e Mr. Cao che si era unito a noi , non decisero di andare a una specie di mensa dove tutti si rivolgevano per mettere qualcosa sotto i denti. Entrammo, si fece qualche considerazione sul cibo, ci servimmo e andammo verso un tavolo libero passando davanti a una piccola saletta: non so come abbiamo fatto a non scoppiare dal ridere, vedendo tutto il top management presente all'incontro della mattina, seduto intorno a un tavolo giocando a carte......poi fummo invitati a mangiare al loro tavolo e tutto finì in Gambei e barzelletta.

La cosa positiva di quel viaggio fu che quella sera l'avremmo poi passata a Shangai, dove arrivammo a un'ora decente che ci permise una rapida escurisione allo sky line, che è veramente magnifico, e una buona cena, finalmente, in un buon ristorante francese sulla terrazza dell'Hotel Fairmont che ci proponeva ancora la vista splendida della city.

....lasciato Gérard che rientrava in Francia, io avevo previsto ancora qualche giorno per tornare a Yantai e incontrare nuovamente Allen e Mr. Yu. Così fu e mi portarono alla fabbrica di truciolare dove ero stato la volta precedente e dove stava, a loro dire, nascendo la fabbrica di mobili 4.0 che avevo disegnato.

Arrivati sul posto non potei credere ai miei occhi: il capannone fatiscente di soli 3 mesi prima era stato trasformato, e mi trovai di fronte a quasi tutte le macchine già sistemate al suolo seguendo esattamente il mio lay out, del quale c'era una copia plottata la volta prima con ancora tutti i miei appunti manoscritti. Ero incredulo e allibito. Non solo, dopo la mia partenza a fine settembre, Mr. Yu e Allen avevano deciso di mettersi a fabbricare macchine, rilevando una vecchia fabbrica a Lindin, sponsorizzati da un certo Mr. Tan, che anche io avevo conosciuto la volta precedente e che era proprietario di una grande fabbrica di mobili (amico di Mr. YU). In meno di 3 mesi, dal niente avevano fabbricato e installato 3 macchine nesting, due delle quali erano quelle previste nel mio lay out e le potevo vedere con i miei occhi.

Chiaramente questo diede credibilità a tutto quello che Allen mi aveva pronosticato solo qualche mese prima......

....e, saltando a piè pari altre fasi intermedie, arrivo agli ultimi sviluppi...

Il mega business nel quale eravamo coinvolti con Gérard andò a monte: Mr. Du era evidentemente un pazzo visionario, come lo avevo inquadrato fin dal primo minuto. Però avevamo comunque approfittato della situazione e in qualche modo ci eravamo divertiti in quell'esperienza bizzarra.

Mentre tutto quello che, per così dire, da solo avevo impostato con Allen, stava andando avanti velocemente. Anche in quel caso, la mia prima impressione su quel cinese, secondo me un po' diverso dagli altri, si stava confermando vera: dal primo giorno che ci eravamo conosciuti Allen aveva rispettato tutto quello che mi aveva annunciato e si era comportato con me in modo estremamente corretto e professionale.

Nonostante io potrei essere suo padre, abbiamo instaurato un ottimo rapporto di collaborazione e amicizia. Allen è un ragazzo molto intelligente ed evoluto e ha una conoscenza dell'inglese fuori del normale per un cinese. Con una mente, seppur condizionata dalle caratteristiche del suo paese, molto aperta e internazionalizzata.

.....come ulteriore aneddoto, durante la mia ultima visita a Yantai, Allen mi ha presentato alla sua famiglia e mi ha permesso di cucinare nella cucina di una sua zia. Siamo andati a comprare pesce al grande mercato sul porto di Yantai, altra esperienza unica: si esce dalla modernità per piombare da un secondo all'altro nel medio evo. 

Dove però vecchi cinesi, pescatori e venditori ambualnti, non toccano più denaro contante, ma tutte le transazioni avvengono con smart phone e lettura di QR. Alla fine di quella giornato ero seduto, come ospite d'onore, al centro di una completa famiglia cinese, che, tra l'altro, gustava il risotto alla marinara che IO avevo cucinato.....

Allen, rispettando tutto quanto mi ha sempre comunicato, ha rispettato anche l'impegno a farmi avere un ordine per la Stema, mentre invece, senza scendere nei dettagli della cosa, Eugenio, dopo quel primo incontro con Allen alla fiera di Las Vegas, non ha voluto cambiare la sua impressione su di lui, o meglio su Mr. Yu che lo accompagnava, e, causa il suo carattere molto molto particolare, non ha voluto accettare una qualche collaborazione e ha voluto interrompere un lavoro che, volento o nolente, ho portato avanti, sempre e comunque anche con il suo benestare, per un paio di anni.

Da parte mia invece, tutti i viaggi fatti, tutti gli sforzi fisici e mentali per seguire nel loro modo diverso di pensare i vari interlocutori che mi si sono presentati davanti, non voglio gettare alle ortiche questa esperienza comunque unica e vedo il mio prossimo futuro proiettato verso una collaborazione sempre più stretta con Allen e il suo staff.

ilcontebaldo
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