ilcontebaldo ilcontebaldo
it

4 - STORIA DI GIOVENTU'

09.08.2020

Perché tutta questa lunga parentesi: è propedeutica al seguito della mia storia di quell'anno incredibile!!!

.....il mio inglese migliorava ancora, così come migliorava il rapporto con la Luzia.....e arrivò il mese di maggio: in quell'anno fu fantastico, a distanza di tanto tempo non credo ci sia stato un altro mese di Maggio così caldo e pieno di giornate splendide. Si cominciò quindi ad andare al mare molto presto, a uscire la sera per una birra o una pizza....finchè l'anno scolastico volse al termine e il Gruppo di stranieri doveva cominciare a separarsi. Ognuno sarebbe rientrato al proprio paese, ci sarebbero state le vacanze e poi....nessuno sapeva se il prossimo anno sarebbe tornato o dove sarebbe eventualmente stato chiamato.

Per me si avvicinava la fine di un qualcosa, che doveva però assolutamente coincidere con l'inizio di qualcos'altro, che sarebbe poi stata la mia vita futura.

Il 27 maggio 1979 ci si ritrovò per un'ultima pizza e un'ultima bevuta tutti insieme: dal giorno dopo sarebbero cominciate le partenze....e l'ultima a partire sarebbe stata Luzia...Sarei stato quindi l'ultimo del gruppo a rimanere insieme a lei e il nostro rapporto cominciò a cambiare: passavamo le giornate insieme non appena possibile e cominciai a non rientrare più a casa la notte, rimanendo con lei fino al mattino....diciamo che mi ero innamorato (con il senno di poi direi invaghito, che non è proprio la stessa cosa...).

La ricerca di una occupazione che mi permettesse di rendermi indipendente e autonomo, mi portò a trovare un lavoro temporaneo da Maitre di sala in un albergo, per la stagione estiva: la conoscenza dell'inglese che avevo fino a quel momento imparato (e del francese studiato a scuola) cominciava a dare qualche frutto....accettai la proposta e a inizio giugno cominciai a lavorare, il mio primo lavoro retribuito (dopo gli anni da allenatore, poco retribuito...).

Luzia decise la partenza per il ritorno a casa per il 16 luglio da Milano, prima però volle passare un paio di giorni a Venezia. Io non potevo lasciarla, magari avrei lasciato il lavoro...e così terminai un mese, presi il primo stipendio, e con quei pochi soldi partii all'avventura. Il 16 luglio (come l'anno predente partivo per gli USA) avevo appuntamento alla stazione di Milano con Luzia che sarebbe arrivata da Venezia. La notte l'avremmo passata in treno insieme con destinazione Freiburg, dove avremmo incontrato la sorella di lei che viveva nella Schwarzwlad (Foresta Nera).

Passammo un paio di giorni ospiti della sorella, feci comunella con il marito di lei e cominciai a conoscere parte della vita dei tedeschi....partimmo poi per Francoforte e infine Aschaffenburg, dove la famiglia di Luzia aveva una villetta con tanto di giardino e Pastore Tedesco (la mia paura dei cani, che ancora oggi continua, mi creò qualche problema, ma dovevo superare tutto, ero innamorato).

Passai lì una settimana, per lei erano ferie, il ritorno a casa dopo un anno di lavoro in Italia. Ma le sue ferie durarono poco, la chiamarono subito per un altro impiego lì a Francoforte, per i mesi estivi. Io, per contro, ero partito non per vacanza, ma per trovare una sistemazione lavorativa all'estero, in Germania, o non so dove.

Un mese di stipendio in albergo non è che equivalesse a tanti soldi....dovevo in fretta trovare qualcosa da fare, altrimenti...???

Lei doveva iniziare il lavoro, io chiaramente in pochi giorni non avevo niente che potesse farmi incassare qualche spicciolo....ma ero sempre in contatto con il mio amico George che, anche lui, già aveva ricominciato a lavorare in una scuola privata di Glasgow. Tra le poche cose che feci in quei pochi giorni a Francoforte, mi recai alla sede della Olivetti che in quel periodo storico era ancora una azienda all'avanguardia e aveva là una filiale. Mi presentai soltanto con la mia credenziale di studente iscritto alla facoltà di Ingegneria di Bologna. Mi chiesero di lasciare le generalità dicendomi che mi avrebbero richiamato per un eventuale colloquio.

Con i pochi soldi che mi rimanevano decisi di andare a trovare George e cercare fortuna in Scozia......ma chiaramente le cose non vanno mai esattamente così come le si immaginano...

Arrivai in treno a Glasgow e George era puntualmente ad attendermi in Stazione. La primissima cosa che mi disse fu che, avendo ricevuto un incarico alla scuola per la stagione estiva, non avrebbe avuto molto tempo da dedicarmi. Per contro, la sua ragazza, che era insegnante di liceo, sarebbe dovuta partire il giorno dopo per una vacanza di una settimana sulle Highland insieme ai i suoi scolari. La scuola possedeva una baita sperduta su uno dei tanti monti del nord e ogni anno vi andavano con un gruppo di 15-20 persone, che nello specifico sarebbero stati Ann, la ragazza di George, con un collega insegnante e 15 ragazzi, di 15-16 anni, da loro accompagnati. George mi disse che sarei potuto essere con loro, non mi sarebbe costato niente, sarebbe stata una occasione unica per conoscere dei luoghi stupendi.

La mia decisione fu immediata, la mia voglia di scoperta ha sempre la precedenza su tutto il resto, i soldi, il lavoro, Luzia, potevano aspettare, non volevo farmi perdere questa occasione che sembrava veramente unica.....e partimmo in bus verso le Highlands Scozzesi.

L'esperienza fu veramente unica e diversa. Fummo alloggiati in una grande stanza situata sulla cima di una collina, dormendo su delle brandine, dividendoci il mangiare e i servizi comuni per 8 giorni. A parte i due insegnanti, che quando potevano facevano comunella e con i quali non riuscivo a dialogare correntemente sia per il mio inglese ancora scarso, sia perché di fatto loro non parlavano l'inglese comune, ma con un marcatissimo accento scozzese, vissi a contatto fisico con ragazzini di liceo, senza poter comunicare in quanto loro parlavano completamente scozzese.

......di questa esperienza ricordo alcune cose che mi si sono fissate nella memoria:

........Breakfast in America dei Super Trump: era appena uscito il nuovo album, che avrebbe avuto un successo internazionale incredibile, e i ragazzi ascoltavano e riascoltavano quella canzone giorno e notte, per tutti i giorni della permanenza là, mi svegliavo con Breakfast in America e la ninna-nanna era, a tutto volume, Breakfast in America.....

....poi le passeggiate su per le Highlands: ogni mattina facevamo circa 20 chilometri a piedi scarpinando su per i monti, in un silenzio assordante e delle viste strepitose della natura selvaggia e dei tanti laghi che si incrociano in quei territori.....

....poi ancora la toilette: era in comune come detto, ma al di là di quello non c'era doccia e non c'era acqua calda..... dopo 5 giorni che non riuscivo a lavarmi in modo serio, una sera scendemmo sulla riva del lago sottostante e immersi i piedi in acqua: era gelida, come se fosse ghiaccio, ma la voglia di lavarmi era talmente tanta che presi tutto il coraggio che avevo e mi tuffai sentendo una sensazione di freddo misto a piacere che ancora percepisco ripensandoci.....e uscii tra gli applausi dei ragazzi per i quali stavo diventando un idolo, anche senza parlarsi....

Rientrati a Glasgow, fu ancora più difficile trovare una occupazione là che in Germania. George mi fece visitare la sua scuola e mi fece conoscere il Direttore e la di lui segretaria. Mr. Sattele, il Direttore, era un genio, quelle menti superiori che però si perdono nel corso della vita. Era un tedesco espatriato, aveva aperto quella scuola da poco ed era un intellettuale, di grande cultura generale, e poliglotta.

Faceva parte del club degli alcolisti anonimi, si stava disintossicando dall'alcool!!

La segretaria, Sylvine, era invece una tedesca ventiduenne bellissima: io ero infatuato di Luzia come ben si sa, ma il fascino di Sylvine me la stava già facendo passare in secondo piano.....

In quel paio di giorni che passai alla scuola aspettando che George finisse le sue lezioni, ebbi modo di scambiare qualche parola con Mr. Sattele: gli spiegai il motivo del mio essere là, la mia voglia di trovare un impiego all'estero, e gli raccontai, essendo lui un appassionato del mondo, di quanto mio padre stesse cercando di fare con l'Iran, con i mobili, gli parlai del territorio mobiliero pesarese, e così via. Lui si dimostrò molto interessato ai miei racconti e mi disse:

"Ti devo presentare una persona, un mio giovane amico Libanese, che ha rapporti con il mondo arabo. In particolare è amico dello Sceicco di Dubai e hanno un business in corso che riguarda proprio il settore dei mobili: chissà che tu non possa aiutarlo. Se domani è disponibile te lo faccio conoscere"

Il giorno dopo si presentò alla scuola un certo Mr. Roger, Arabo Libanese, un giovane sui 35 anni. Si interessò immediatamente alla mia presentazione della situazione pesarese e....prese il telefono e chiamò un non meglio identificato Pezzo Grosso negli Emirati per parlare di un non meglio identificati "affare". Rimase al telefono per almeno 30 minuti, parlando in arabo, quindi non potei assolutamente capire cosa dicesse. La cosa che però capivo era che il costo della telefonata stava diventando altissimo: all'epoca non c'erano i telefonini e le chiamate internazionali, a maggior ragione verso paesi come gli Emirati, costavano moltissimo.

Ero in qualche modo impressionato dal tutto: un Professore, serissimo e estremamente acculturato, un giovane Arabo, anch'egli poliglotta e intrallazzato con arabi di alto livello, la scuola all'estero....ma i soldi stavano finendo e non sapevo più che fare: dovevo rientrare almeno in Germania, rivedere Luzia, cercare ancora lavoro là (chissà la Olivetti...) o....ritornare a casa con la coda tra le gambe....

Sentii Luzia, le dissi che sarei ritornato a Francoforte con il primo treno, le comunicai l'ora di arrivo, la sentii molto fredda, ma....sono tedeschi...arrivai a Francoforte, in stazione non c'era. Provai a chiamare, nessuno rispondeva, era notte, non sapevo che fare. Pur senza soldi presi una camera d'albergo per la notte, il giorno dopo avrei trovato una soluzione....riuscii a rintracciare Luzia la mattina successiva. Se al telefono mi era sembrata fredda, quella mattina era addirittura arrabbiata: non aveva previsto che sarei tornato, non aveva tempo per un italiano attaccato alle sue gonne, senza lavoro e senza prospettive. Mi sentii umiliato e ancor più lo fui quando dovetti chiederle di pagarmi l'albergo!!! Le dissi che non le avrei dato nessun fastidio, avrei chiesto a mio padre di mandarmi i soldi per poter rientrare in Italia e appena sarebbero arrivati, sarei ripartito. Nel frattempo avrebbe dovuto ospitarmi per qualche giorno....quei giorni furono i peggiori della mia vita: dipendevo da una ragazza tedesca, in un paese straniero, senza nessuna possibilità di uscire da una situazione sconveniente se non sperando che il vaglia di mio padre arrivasse il più presto possibile e me ne potessi andare via, pieno di vergogna.....

...e il vaglia non arrivava, mio padre era in difficoltà come ben sapevo e la stava tirando lunga....dopo alcuni giorni affrontai Luzia, con la quale il rapporto era ormai molto scontroso, e le chiesi l'elemosina di anticiparmi il costo del biglietto del treno, che gli avrei restituito il prima possibile, e sarei partito il giorno successivo....

La sera della partenza, nonostante il rapporto tra noi si fosse incrinato, andammo comunque a cena insieme, con la sorella e il ragazzo di lei, per l'ultimo saluto. Fu una cena molto triste, ero abbacchiato e depresso, si stava spegnendo il sogno della avventura all'estero, della vita fuori casa, dell'amore con una ragazza che mi affascinava (o mi aveva plagiato??)......arrivati ai saluti cominciai a piangere come un bambino, le lacrime non si fermavano, le due sorelle erano dispiaciute e esterrefatte nel vedere un Uomo piangere in quel modo e non avevano parole di consolazione....finalmente il treno arrivò, mi sdraiai sul sedile, avrei dovuto passare tutta la notte in quelle condizioni....continuavo a piangere, non riuscivo a dormire e rimuginavo su cosa avrei dovuto fare appena arrivato in città: non avevo prospettive!! Avevo comunicato la mia volontà di non continuare ad allenare la mia squadra di basket, volevo cominciare ad avere un lavoro serio che mi permettesse di entrare nella vita reale. Avrei potuto aiutare mio padre, come già avevo cercato di fare, ma le cose non andavano nel verso giusto....l'Iran si stava fermando sotto i colpi della rivoluzione Comheinista...tutto frullava nella mia testa, un accavallamento di pensieri e situazioni....finchè decisi: da oggi non piangerò mai più per il resto della mia vita e sarò solo concentrato nell'organizzare il mio futuro, e non dovrò più dipendere da nessuno!!! (come retrogusto però c'era il voler dimostrare a Luzia che si era sbagliata sul conto del debole ragazzo italiano senza avvenire...)

Poesia:

Dieci ore di treno

Con cuore sereno

Son lunghe a passare

Ma tutto può andare,

Dieci ore di treno

Con te lo sconforto

Son poco di meno

Che essere morto!!!

Fu così che, appena arrivati alla stazione di Bolzano, scesi di corsa dal treno per comprare il Corriere della Sera: lo scopo era, al di là di avere notizie fresche sul mio paese, quello di leggere gli annunci di ricerca di personale. Tra questi mi colpì uno che proponeva la selezione di non ricordo quante persone per svolgere un lavoro di rappresentanza per la BBC inglese, con seda a Roma.

A Roma si era trasferito un mio caro amico, Ingegnere presso una multinazionale, era la città che più mi piaceva, forse la fortuna avrebbe potuto girare dalla mia parte......si parlava di presentarsi alla sede di via Sistina già il giorno dopo per una intervista, per poi partecipare a un corso retribuito per arrivare all'assunzione....presi una decisione su due piedi: devo andare!!!

Arrivai a Pesaro a fine mattinata, mi precipitai a casa, dove mi aspettavano con ansia, ma non capivano più cosa stessi combinando: incontrai mio padre, i soldi chiaramente non me li aveva spediti.....gli chiesi almeno di anticiparmi qualcosa per poter riprendere il treno e partire per Roma...

"Ma cosa vai a fare a Roma??...."

"Ho la possibilità di cominciare un lavoro là, c'è il mio amico Marco, comunque ho una base d'appoggio, vedremo...."

Partii la sera stessa per Roma e il giorno dopo ero già in una grande sala riunioni con un'altra ventina di ragazzi desiderosi di cominciare quello che doveva essere un lavoro super interessante....il mio amico Marco mi avrebbe ospitato da lui, aveva un letto in più ed era fuori per quasi tutto il giorno, quindi non gli avrei dato grossi problemi logistici....

Per tre settimane partecipai al corso, poi sarebbe dovuto diventare un lavoro fisso....ma non era il mio tipo lavoro, in sostanza si trattava di andare a vendere Porta a Porta dei corsi di lingua inglese in video-cassetta....

Decisi che non era quanto avrei voluto e non sarei stato in grado di ottenere risultati importanti: lo stipendio sarebbe stato in funzione delle vendite....rientrai a Pesaro dove trovai lo stesso tipo di lavoro, porta a porta per la Fratelli Fabbri, ma almeno ero nella mia città e avrei potuto cercare alternative, anche nell'ambito di quanto mio padre stava comunque portando avanti....e nel frattempo continuavo a tenere i rapporti con Sattele, il direttore della scuola di Glasgow, che mi comunicava quanto Roger stesse spingendo sugli Arabi per sponsorizzare la mia presunta attività di produttore/venditore di mobili.

......in quel mese di settembre 1979, l'essere a Roma, l'avere contatti con la Scozia, poi rientrare a Pesaro, contattare diverse aziende mobiliere per chiedere documentazione da spedire a Roger che avrebbe a sua volta impostato un discorso con gli Arabi....stava succedendo di tutto...

Il periodo di circa un mese di permanenza a Roma mi portò a frequentare un giro di giovani laureati estremamente interessante e stimolante: tutti ragazzi, in prevalenza del sud Italia, volenterosi di lanciarsi nel mondo del lavoro e di scoprire Il Mondo!! Tra questi conobbi un intimo amico di Marco, certo Mario che lavorava al Consolato Italiano ed era in procinto di partire per l'Ambasciata Italiana a Tokio quale responsabile della comunicazione.

Una delle ultime sere che rimasi a Roma era anche una delle ultime per un gruppo di 6-7 amici di Mario che sarebbero partiti per differenti missioni all'estero nelle diverse ambasciate. Organizzarono quindi una cena di commiato e fui invitato anche io. La cena si svolse in un ristorante tipico di Trastevere, fu molto divertente e stimolante: ognuno aveva un sua propria prospettiva di vita, di una vita comunque diversa da quella che canonicamente si pensava per un giovane di 25-26 anni. Chi il Giappone, chi il Sud America, chi in Africa, tutti alla scoperta del Mondo.

Il mio rientro a Pesaro fu quindi condito da questa esperienza di contatti internazionali, di ragazzi che avevano finito l'Università (questo era il mio cruccio più grande: io non l'avevo terminata l'università e, seppur potessi interfacciarmi con quei ragazzi allo stesso livello intellettivo e culturale, mi mancava però qualcosa che dovevo in qualche modo compensare).

Il rapporto con la Scozia continuava e Roger, via Sattele, mi sollecitava a incontraci per discutere in dettaglio le possibilità concrete di sviluppo di un lavoro importantissimo con i suoi corrispondenti arabi. To make the story short, con i pochi soldi racimolati con i miei lavoretti e un nuovo finanziamento di mio padre, ormai convinto che avevo trovato una qualche via di business che avrebbe potuto aiutarlo, partii nuovamente per Glasgow, questa volta sapendo di dover tornare, ma non si sa mai....

In tutto questo continuavo a interfacciarmi con Luzia, via lettere scritte a mano (can you believe that??) facendole credere che, in pochissimo tempo, da quando ci eravamo lasciati, ero già diventato un Busnessman internazionale.....

....a Glasgow passai una settimana che rimane tra le più memorabili della mia vita. Passavo le giornate alla scuola di George, con incontri con Sattele-Roger, che si prolungavano per ore, discutendo con Sattele del più e del meno, di filosofia, di storia, di momenti di vita in Germania. La scuola era in fallimento, Sattele non stava più pagando nessun fornitore e a mala pena pagava George per le sue prestazioni di insegnante. Roger arrivava e si metteva al telefono e chiamava, chiamava, in tutto il mondo, a volte era con qualche arabo, diceva che era lo sceicco di non so quale paese, a volte in inglese comunicava con New York, diceva che erano i suoi affari....e il telefono era costantemente impegnato, con costi che andavano alle stelle, anche io quindi approfittavo per chiamare in Italia, chiedevo a mio padre di mettermi in contatto con la Camera di Commercio, con qualche mobiliere, e così via: mi stavo creando una immagine di intrallazzatore internazionale come all'epoca era di moda....e il telefono: "tanto paga la Regina" era lo slogan, la scuola ormai doveva chiudere da un giorno all'altro e Sattele continuava a utilizzare e fare utilizzare il telefono finché non gli avrebbero tagliato la linea.... (a quei tempi, al di là del telefono fisso, si comunicava via telex.....)

Oltre a Sattele e Roger, non dimentichiamo che alla scuola c'era Sylvine, la splendida segretaria Tedesca. Nei momenti in cui non mi incontravo con Roger, e aspettavo che George finisse le sue lezioni, passavo lunghi momenti con lei. In un primo momento il rapporto era freddo, poi piano piano entrammo in confidenza, io raccontandogli delle mie avventure/disavventure con Luzia, lei confidandosi sempre più con me della sua infatuazione per George, che però non la corrispondeva minimamente. Mi diceva di essere fidanzata (quasi sposata) con un uomo d'affari scozzese, con il quale conviveva, ma di non esserne fortemente innamorata, mentre sentiva una attrazione forte per George e avrebbe voluto comunicarglielo, ma lui era sempre distante e distaccato. Mi diceva inoltre che doveva fare molta attenzione perché il suo compagno era molto geloso e violento.....e più si confidava con me, più cresceva la MIA attrazione nei suoi confronti....

Passai quindi una settimana in quel clima decadente da un lato, ma coinvolgente e confidenziale dall'altro.....dovevo rientrare in Italia, e due cose successero:

feci chiamare la Olivetti dalla Sylvine (tanto il telefono non mi costava niente...), spacciandola quasi come mia segretaria personale, in modo che, parlando lei direttamente in tedesco, riuscì a fissarmi un appuntamento per una intervista. In funzione di questo riuscii a comprare un biglietto aereo che mi avrebbe permesso di atterrare a Francoforte già il giorno dopo, poi sarei ripartito in treno per Pesaro non appena finita l'intervista alla Olivetti. Tutto questo mi avrebbe anche permesso di incontrare velocemente (per un caffè, sic!!) la Luzia, prima di andare in stazione: gli avrei dimostrato come, in soli 2 mesi dalla mia partenza precedente, in preda allo sconforto più grande, fossi già riuscito a diventare un grande Businessman!!!

L'altra cosa impressa per sempre nella mia mente fu la notte antecedente la mia partenza da Glasgow.

Come studente, alla scuola, oltre a un paio di ragazzi italiani, c'era una ragazza Domenicana che alloggiava in una stanza affittatagli da Sylvine nel suo appartamento. Il suo nome era Nelly, che era anche diventata amica con George e di conseguenza con il sottoscritto. Pertanto decidemmo, con il permesso della ragazza di George, di uscire noi 4 a cena per un ultimo saluto, forse non ci saremmo mai più rivisti, dovevamo farlo. Quella settimana di ottobre ci fu un tempo splendido, sole tutto il giorno, niente umidità, temperatura mite, molto insolito per la Scozia in quel periodo dell'anno...per questo, dopo un piacevolissima cena, non ce la sentimmo di tornare ognuno a casa propria, ci introducemmo in un pub per continuare con qualche birra, fino alle 23 ora di chiusura dei locali. Ormai un po' offuscati dalle birre bevute, decidemmo di fare una passeggiata, soli per le strade di Glasgow.....eravamo due coppie felici e malinconiche, ognuno per un suo motivo particolare.....Sylvine stava cercando di accalappiarsi George, che a sua volta era in imbarazzo per la sua donna rimasta a casa, Nelly pensava al rientro al suo paese, io ero in balia degli eventi (ormai da qualche mese....) e pensavo a Luzia e pensavo a come sarebbe terminata la serata, e che il giorno dopo sarei partito di nuovo per la Germania...scene felliniane nella notte....poi Sylvine invitò tutti a casa sua: il suo compagno era fuori per lavoro, avremmo potuto ascoltare ancora un po' di musica prima di andare a dormire....ma il suo intento era un altro e io lo conoscevo bene, già ne avevamo parlato durante il giorno.

Arrivati a casa, il copione avrebbe previsto il mio accoppiamento con Nelly e quello di Sylvine con George, ma, dopo un altro goccio di alcool e un po' di musica, si era ormai fatto tardissimo e Nelly si congedò per rinchiudersi nella sua stanza (non c'era feeling tra me e lei) mentre George chiamò casa per avvertire che, essendo ormai notte fonda ed essendo con parecchio alcool in corpo, saremmo rimasti tutti a dormire là. Essendosi Nelly dileguata, rimanemmo in tre in soggiorno, seduti su un divano....io conoscevo le intenzioni di Sylvine, ero un po' geloso di George, ma nel contempo auguravo a lui e a Sylvine una buona conclusione della serata....dissi che ormai ero allo stremo e avrei voluto dormire....Sylvine non ci pensò due volte a dirmi:

"Puoi andare nella mia stanza e metterti nel mio letto, ti raggiungo tra un po'"

(non ricordo le parole o i gesti esatti, la sostanza fu che lasciai Sylvine e George soli sul divano e mi infilai nel letto matrimoniale che Sylvine condivideva normalmente con il suo compagno). Non avevo più la coscienza di pensare a cosa stesse succedendo e mi addormentai.....per essere svegliato di lì a poco da Sylvine che si introduceva anche lei nel letto, avendo lasciato George solo a dormire sul divano:

"Niente da fare" , mi sussurrò "ho capito che devo rinunciarci"..... e si addormentò al mio fianco.

Ripensando alla scena, ci ho riflettuto più volte: se fosse rientrato improvvisamente il compagno gelosissimo e violento di Sylvine, avrebbe trovato me nel suo letto con la sua donna.....

Sorvolo sul colloquio alla Olivetti (chiaramente non fui assunto, non ne avevo i requisiti tecnici) e sul Caffè con la Luzia prima di prendere il treno per il rientro.....ero ormai talmente preso dalla situazione "scozzese/araba/Sylvine" che l'infatuazione per Luzia stava passando in secondo piano, anche se tutto quanto stava succedendo era conseguenza del voler dimostrare a lei il mio intrinseco valore...

ilcontebaldo
ilcontebaldo