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fr-55 - LA STEMA

13/06/2021

Sentendomi a disagio nel nuovo ruolo che mi era stato affidato in Scm, avevo portato avanti dei discorsi con i due amici titolari della Stema, con i quali già eravamo stati soci nella Tekla e con i quali avevo mantenuto ottimi rapporti, cercando altresì di trovargli degli sbocchi internazionali per il loro progetto di diventare sempre più importanti costruttori di macchine.

Erano già passati 5 anni durante i quali qualche bel business insieme eravamo riusciti a farlo, pur rimanendo io dipendente in SCM (ricordo la linea di Israele di cui ho già parlato e qualche macchina prototipo in Francia)

La Stema è nata quale costola della Brema e della Rem, l'una finita nelle mani del Gruppo Biesse e l'altra nel Gruppo SCM. Per anni il core business era stato il service e il ricondizionamento di macchine usate e ora, grazie ad esperienze di alto livello fatte sia con qualche prototipo di macchine nuove, che su linee piuttosto complesse utilizzando appunto macchine ricondizionate, volevano avere una crescita e presentarsi sul mercato quali costruttori di macchine speciali, tout court.

Dopo diversi ammiccamenti e ritrosie, finalmente decidemmo, da entrambe le parti, che potevano esserci le condizioni per una collaborazione più stretta, diventando io uomo Stema al 100%. Io rinunciai alla mia posizione di comodo in SCM e loro si assunsero l'onere di riconoscermi un buon trattamento, che sarebbe stato anche legato alla crescita.

Fu così che, seppur in qualità di consulente , questi ultimi anni della mia carriera li ho dedicati a questa ennesima nuova avventura.

Impostammo un business plan triennale per una crescita che doveva essere esponenziale, prevedendo un 50% ogni anno. Progetto ambizioso, ma io ero sicuro che si sarebbe realizzato. Stava nascendo una gamma di macchine, seppur speciali, però ben adattate alla richiesta del mercato, che era sempre più crescente verso la automatizzazione del processo di foratura flessibile, inserimento, imballaggio.

Devo dire che il piano triennale è stato rispettato, se non propiro al millesimo, ci si è andati però vicini e in 3 anni il nome Stema ha cominciato a girare sempre più nell'ambito dei grandi gruppi industriali mobilieri e tra i grandi gruppi italiani di macchine. Poi il mercato italiano, dopo gli anni di crisi durante i quali c'è stata una falcidia di fabbriche di mobili, ha cominciato a investire in nuova tecnologia e la Stema ha fatto un ulteriore salto di qualità potendo offrire oggi la migliore tecnologia nel settore di competenza, con un nome fortemente consolidato sul mercato italiano e un marchio ormai conosciuto a livello mondiale.

Personalmente devo ringraziare Eugenio ed Enrico per la fiducia che hanno da sempre riposto nel sottoscritto e devo riconoscere la correttezza del rispetto di tutti gli impegni reciproci. Nonostante, come poi sempre avviene, caratterialmente non siamo stati proprio in sintonia......

Frequentando la Stema ho scoperto la Brianza/Comasco, che non conoscevo, e i brianzoli.....gente tosta, dedita al lavoro, ma anche piuttosto presuntuosa, testarda e conservatrice. Essendo io abituato allo spirito marchigiano/romagnolo ho avuto qualche difficoltà ad adattarmi ai ritmi e alle abitudini del popolo lombardo. Non serve a volte andare in giro per il mondo per scoprire caratteri e abitudini diverse: soltanto saltare da una regione all'altra dell'Italia porta a scoprire differenze che sembrerebbero di piccola entità, ma che, se viste con la lente d'ingrandimento, risultano piuttosto profonde.

Tutto questo per dire che gli ultimi anni della mia carriera lavorativa li ho vissuti in modo ancora una volta diverso e non convenzionale, a contatto con persone di capacità tecniche e intellettive straordinarie: per l'ennesima volta ho imparato dagli altri e dalla vita!!! Spero non per l'ultima volta, in ogni caso......

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