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fr-50 - IL NUOVO MILLENNIO

18/06/2021

Gli anni '10 del nuovo millennio sono cominciati quindi con il mio ritorno in seno alla SCM, pur mantenendo in vita la Tekla in Italia, mentre in Francia avevo liquidato la società e trasferito tutta l'attività su Pesaro.

Mantenere in vita la Tekla ha voluto dire continuare i rapporti con i nuovi amici della Stema, cercando di aiutarli, in parallelo alla mia nuova responsabilità in Engineering SCM: avevo incarico di Process Manager e base operativa a Thiene. Ritornavo in Veneto, dove ero stato in punizione anni prima.....

Il primo grande progetto che mi fu affidato fu per una nuova fabbrica che doveva crearsi in Israele. Riuscimmo a chiudere l'ordine per tutte le macchine del processo produttivo che poteva fornire il Gruppo Scm e riuscii a far pervenire alla Stema l'ordine della linea più importante dell'impianto, quella che avrebbe personalizzato la produzione in Just in Time, una linea completamente automatica di foratura/inserimento. Era la prima vera linea completa che la Stema riusciva a realizzare ed era assolutamente la prima vendita molto importante all'estero. Ho accennato a questa linea già nei paragrafi precedenti, quelli riguardanti Israele, e non voglio aggiungere molto, se non che, se da un lato fu una esperienza non positiva per la sua evoluzione finale, fu però positiva per la conoscenza di una persona con la quale sono entrato, ancora una volta, in sintonia intellettuale, quale Mr. Jossi, il titolare della fabbrica, e fu positiva per il consolidamento del rapporto di collaborazione e fiducia tra me e i ragazzi della Stema.

L'attività che mi ritrovai a svolgere in SCM era pesantissima e convulsa. Il mondo stava cominciando a rimettersi in moto lentamente, in SCM c'erano sconvolgimenti e agitazioni di vario genere, ma i ragazzi della Engineering, dove ritrovavo anche persone con le quali già avevo avuto modo di lavorare tanti anni prima, come, per esempio, Gabriele Stacchini e Viller Venturi, o Luigi Ligato e Lorenzo Bartolucci, erano favolosi e mi accolsero con, almeno così credo, sincero entusiasmo. Stimolato da questo, più che dal fatto di essere rientrato in un Grande Gruppo, cominciai, come d'altronde mio solito, a immergermi al 100% nella nuova situazione.

Detto di Israele, erano però tanti gli altri progetti dei quali cominciai subito ad occuparmi. A Thiene ero stato inserito in un gruppo di lavoro che ancora si faceva chiamare Delmac Engineering. La Delmac era stata per me concorrente all'epoca della Eurogroup. Ho dichiarato, parlando di Eurogroup, che era stata la prima engineering italiana: questo è vero se consideriamo la engineering in senso più largo, ma, di fatto, esisteva già la struttura Delmac, creata dal Sig. Ambrogio Delachi, che, grazie alla genialità del Sig. Binotto, aveva realizzato impianti integrati per alta produzione. La differenza tra le due entità stava nel fatto che la Delmac si presentava con soluzioni derivanti dalla grande esperienza che aveva avuto la fortuna di acquisire grazie alla Hygena in Inghilterra, che aveva poi ripetuto in Usa (la grande azienda che ero stato a visitare con il Dr. Bergamo, ricordate??).

Là a Thiene, dopo molti anni, incrociavo le due esperienze e conoscevo delle persone di grandissima competenza e professionalità, quali Luca Cuman e la Sig.ra Sandra Leoni, oltre a rapporti saltuari con Il Sig. Ambrogio Delachi, che di tanto in tanto arrivava a dare consigli, e suo figlio Gustavo, con il quale mi sarei interfacciato più frequentemente negli ultimi mesi di mia permanenza nel Gruppo.

Tutta quella attività era governata da Aldo Peroni e Lorenzo Melloni, che gli faceva da spalla e da responsabile commerciale. Queste due persone non le conoscevo, ma da subito siamo entrati in sintonia e, in pochi mesi, abbiamo messo in piedi una attività importante con un numero di progetti che arrivavano sulle nostre scrivanie da tutte le parti del mondo.

In particolare, nei primi tempi, sia Aldo che Lorenzo, erano impegnati su un impianto presso la Todeschini in Brasile che stava dando non pochi problemi. In parallelo, ci impegnammo tutti e tre fortemente in Spagna, dove acquisimmo un bell'impianto di fortuara/inserimento/montaggio presso la più importante ditta del Paese, il Gruppo Alvic. Ma non solo quella.....sembrava a un certo punto che il mondo ripartisse a velocità supersonica dopo anni di fermo totale. E, al di là del problema puntuale che si stava vivendo in Brasile, sembrava però che quel paese in particolare stesse per esplodere (in senso positivo....mentre poi esplose in senso negativo...). Era il momento del BRICS, i tre paesi emergenti, con il più alto tasso di crescita: Brasile-Russia-India-Cina-Sud Africa!!!

Da Wikipedia

BRICS è un acronimo utilizzato in economia internazionale per riferirsi congiuntamente a:

  • Brasile
  • Russia
  • India
  • Cina
  • Sudafrica

Questi paesi condividono una situazione economica in via di sviluppo, abbondanti risorse naturali strategiche e, cosa più importante, sono stati caratterizzati da una forte crescita del prodotto interno lordo (PIL) e della quota nel commercio mondiale, soprattutto nella fase iniziale del XXI secolo.

Tali economie si propongono di costruire un sistema commerciale globale attraverso accordi bilaterali che non siano basati esclusivamente sul petrodollaro. Il termine ha avuto origine dal precedente BRIC, da cui sono nati in seguito anche gli acronimi BRICS con l'aggiunta del Sudafrica e BRICST con l'aggiunta della Turchia[1].

Ho passato in totale 3 anni e 6 mesi in SCM dal momento del mio rientro, nel marzo del 2011 al settembre del 2014, ma quello che ho fatto in quel breve lasso di tempo ha dell'incredibile, se visto a posteriori.

Dicevo del rapporto di collaborazione con Aldo e Lorenzo: durò un paio di anni, prima che, non appena stavamo cominciando a carburare e, nonostante discussioni varie e differenze caratteriali, si stava cominciando a fare girare nel modo giusto la struttura, il Gruppo decise nuovi cambiamenti.

Intanto, dopo solo un anno passato a Thiene, rientrai nella struttura Engineering di Villa Verucchio, dove ricominciai a lavorare con vecchie conoscenze e con nuovi colleghi con i quali si instaurò subito un rapporto di stima e amicizia, in particolare Fabrizio Baldazzi e Stefano Oliva.

Fabrizio lo considero se non il migliore, uno dei migliori tecnici che ho avuto modo di frequentare: una intelligenza brillante, unita a una grande capacità di analisi e una grande preparazione tecnica, con tendenza però a perdersi per la testardaggine di portare l'analisi fino all'estremo......cosa che, in un ambito di business, non è propedeutico a chiudere le situazioni, come invece si vorrebbe sempre, in modo veloce.

Con l'ordine acquisito alla Alvic in SCM si decise di instaurare la procedura dell'ADV (Analsi Del Venduto), fattore positivo nell'ottica di non prendere rischi o quantomeno di minimizzarli. Ma tale procedura non era mai stata messa in atto e così, ancora una volta nella mia carriera , mi succedeva di essere il primo a sperimentare. Per quell'affare ero stato nominato anche Project Manager, per dovetti io organizzare e gestire il primo ADV in seno SCM: alla prima convocazione mi ritrovai con 34 persone coinvolte per discutere la definizione di quell'impianto e metterlo in produzione!!!!

Spero che con il tempo le cose si siano appianate un poco. Finché sono rimasto in quell'ambito non erano ancora cambiate di molto rispetto alla prima volta....

Dicevo del rapporto di sintonia intellettuale con Fabrizio, del coinvolgimento con Aldo e Lorenzo su tante trasferte e clienti visitati insieme, in Spagna in particolare.....ho perso il conto di quanti lay-out e trattative abbiamo iniziato in un tempo che risulta essere brevissimo. Non sto certo a riportare tutto, ma voglio e devo parlare della trattativa che abbiamo portato avanti in Polonia presso il Gruppo Novy Styl.

Si tratta del più importante Gruppo produttivo del settore in Polonia. Fabbricano mobili per ufficio e, in altri stabilimenti, sedie e tavoli. Grazie a un finanziamento della comunità europea decisero di fare un grosso investimento in una nuova fabbrica per passare da una produzione semi-artigianale (io lo chiamavo un Grande Artigiano) a una produzione totalmente automatizzata. In quegli anni si parlava di 2.0, oggi sarebbe una fabbrica 4.0....anche se nessuno sa ancora spiegarmi il significato di questa definizione. In sostanza, fabbrica automatica, non dissimile da quanto già 30 anni prima ipotizzavamo con l'Ing. Pritelli in Eurogroup.

Era il 2012, la Scm, come tutti d'altronde, stava appena cominciando ad uscire dalla crisi, che era di fatturato e di uomini, ma ancora era ben impantanata in problematiche di scarso risultato economico e ristrutturazione interna, sia a livello produttivo che a livello manageriale.

Arrivò sul tavolo di Aldo Peroni un input dalla direzione per questo progetto che era l'unico molto importante in quel momento, ma che era anche di portata, quantomeno a livello tecnico, molto (troppo) pesante per la struttura. Nonostante tutte le perplessità del caso, la direzione volle provare a partecipare. Nessuno credeva veramente che saremmo stati all'altezza di competere con Ima e Homag in particolare. Inoltre eravamo arrivati ultimi, gli altri erano già in fase avanzata. A gestire il cliente sul mercato era Gengotti, storico personaggio SCM, che ne ha fatto la storia, che però era già pensionato e lavorava da free land. Per i suoi rapporti stretti con la proprietà aveva convinto la direzione che si sarebbe potuto, e dovuto, tentare di negoziare quell'investimento.

Era di portata enorme per l'engineering di quel momento....nonostante fossi già coinvolto in tanti progetti e come Project Manager per l'impianto spagnolo, Aldo venne da me e mi chiese se avessi voluto io prendermi la responsabilità di elaborare un primo progetto da presentarsi il prima possibile alla Novy Styl. Chiaramente accettai la sfida e mi misi al lavoro con un impegno straordinario, coadiuvato dal buon Fabrizio con il quale mi interfacciavo costantemente. Senza entrare in dettagli che possono solo annoiare, arrivo al dunque dicendo che ci fu una prima presentazione in Polonia, per la quale gli interlocutori rimasero stupiti dalla velocità con la quale ci eravamo presentati e la proposta avanzata, dopo che con i tedeschi stavano andando avanti già da più di un anno. Ci dissero che avrebbero potuto prenderci seriamente in considerazione se avessimo presentato il progetto definitivo di lì a 30 gg, con tutte le condizioni tecniche ed economiche perfettamente elaborate.

Fu di nuovo una corsa contro il tempo, ma ci presentammo puntuali qualche tempo dopo, questa volta con tutto lo staff manageriale del Gruppo: Tomassini, il Dr. Paolo Marucci responsabile amministrativo, Baldazzi ed io, Aldo e Lorenzo. Io feci l'esposizione del progetto, coadiuvato da Fabrizio e Lorenzo: tutti rimasero impressionati dalla competenza, precisione dei dettagli e professionalità del tutto e ricevemmo i complimenti sia dallo staff del cliente che dai nostri dirigenti.

Il risultato di tutto quel lavoro fu che....arrivammo ad un passo dall'ordine, di fatto fummo i vincitori, ma la direzione della SCM non se la sentì di prendere una commessa di quelle dimensioni in quel momento, con la esposizione finanziaria che avrebbe comportato e i rischi tecnici che non erano pochi.

Per me invece fu forse la più grande soddisfazione della carriera, quando ricevetti una lettera dalla direzione della Novy Styl con la quale mi si ringraziava personalmente, al di là del team della SCM , per tutto il lavoro svolto!!

....e già eravamo arrivati agli inizi del 2013.....dicevo poc'anzi che il BRICS era all'ordine del giorno e in particolare il Brasile stava esplodendo di richieste. Mi si chiese se mi fosse interessato trasferirmi là per coadiuvare il lavoro dei commerciali della filiale sui clienti direzionali: mi si prospettava ancora una nuova avventura !!!

Decisi di accettare l'incarico di Coordinatore della Engineering per il Nord e Sud America, con precedenza rivolta al Brasile, dove avrei dovuto passare la maggior parte del mio tempo (ma non risiedere, quello non l'avevo accettato), e poi alla filiale Usa dove anche là c'erano delle riorganizzazioni in corso.

Ritornava l'America e quel Brasile dove tanti anni prima avevo avuto delle piacevolissime esperienza con Sergio e Nestor.

Andai in avanscoperta insieme a Lorenzo subito all'inizio di quell'anno per essere presentato in filiale e prenderne conoscenza. Poi partii per una tirata di 2 mesi consecutivi, che passai prevalentemente tra qualche giorno in filiale e residenza a Bento Gonçalves da dove si partiva poi verso varie località brasiliane per visitare clienti.

Ancora una volta una attività frenetica e ancora una volta un nuovo posto e un nuovo stile di vita......il Brasile e i brasiliani (...e le brasiliane? qualcuno potrebbe aggiungere...)

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