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....partendo quel primo giugno andavo a cercare un nuovo indirizzo per il futuro, ma anche per rivivere e ripercorrere le tante altre volte che mi ero recato in Usa, spostandomi in lungo e in largo per il paese. Questo, e il riprendere in mano il mondo, dopo 5 anni esiliato in Francia, erano i miei obiettvi principali. Sapevo dentro di me che non avrei potuto resistere in un ambiente di lavoro dove avrei dovuto convivere con Federico. Ero partito già condizionato e prevenuto nei suoi confronti, intanto perché mi ero fatto una mia propria idea e poi per tutto quanto avevo sentito dire dai suoi subalterni, che confermavano le mie personali intuizioni. Partii così solo, mia moglie mi avrebbe raggiunto dopo un mese. L'appartamento era pronto, l'arredamento, quel po' di mobili che avevo comprato in Francia, arrivò dopo pochi giorni che mi fui installato nel residence che la Biesse mi aveva trovato.
Non era certo come in Francia: in Usa si vive in residence chiusi, in appartamenti tutti strutturati allo stesso modo, per intendersi come dei grandi motel, di quelli che si vedono nei telefilm, con un piano strada, un primo piano, a volte un secondo. Non dico che ero in un brutto posto, ma quei residence sono più o meno tutti uguali, tutti gli appartamenti sono comprensivi di cucina e bagno arredati, questo da un lato è positivo, dall'altro è molto triste. Le varie concentrazioni di appartamenti si sviluppano all'interno del residence tra vie di circolazione, di sicuro non c'è il problema del parcheggio.
Poi c'è sempre un centro di ritrovo, con l'amministrazione e qualt'altro. E la piscina, con annesso centro sportivo, dove tutti i residenti si possono liberamente recare. Ma, diversamente dalle nostre abitudini, le mie in particolare, che sono un amante dei centri storici europei, dove tu esci di casa e puoi camminare per andare a prenderti un caffè o fare la spesa, o andare dal barbiere per esempio, in America devi solo ed esclusivamente prendere la macchina. Charlotte in particolare è una città nuova, non ha storia e il centro come noi lo possiamo intenedere, non esiste. Esistono spazi sterminati, una quantità di campi di golf dove tutti possono recarsi ed imparare quello sport, è una città ricca ed in espansione, ma.....per comprare un filone di pane, dovevo fare almeno 10 km in macchina.....
Il clima di Charlotte è ugualmente molto speciale, se così vogliamo dire. E' il Sud degli Usa, Nord e Sud Carolina sono affacciate sull'Atlantico, questo porta tutto l'anno un caldo umido esasperante. Si vive nell'aria condizionata e gli sbalzi tra dentro e fuori sono stordenti. Arrivando in piena estate il caldo era fin da subito la cosa più insopportabile, e in ufficio si andava con il maglione per resistere al freddo dell'aria condizionata.
Già conoscevo questa situazione generale, avendo già avuto esperienze anche relativamente lunghe, ma ritrovarmi là, da solo, in un ambiente che non mi piaceva particolarmente, fin dal primo giorno mi aveva messo nello stato d'animo di tornare a casa....
Ma la decisione era stata presa, e mia moglie mi avrebbe raggiunto di lì a poco per tentare l'avventura insieme. Sapevo però che ci sarebbero state forti possibilità che non ce l'avrebbe fatta. Per prima cosa non guidava la macchina, e senza macchina in Usa, a Charlotte in particolare, sei tagliato fuori; poi l'ambiente di lavoro, poi il clima......le possibilità erano veramente poche...
E fin dal primo giorno, pur avendo gestito un trasloco, essendo andato a cercare una casa, eventualmente da comprare per un trasferimento di lunga durata, e via dicendo, stavo progettando nella mia mente il ritorno in Francia e l'inizio di una mia attività indipendente.
Vado subito al dunque, dicendo che quella esperienza durò per tutta la seconda metà dell'anno 2005 e il 22 dicembre dello stesso anno presi l'aereo da Charlotte per rientrare a casa..... e mi lasciai alle spalle la Biesse!
Questo fu l'esito finale dell'avventura, senza voler dare né giudizi, né interpretazioni maligne di tutto quel breve percorso: fu mia responsabilità tutto quello che successe in quel periodo e, anche se apparentemente ero sballottato dagli eventi, ero io in fondo che li pilotavo.
Sapevo in buona sostanza tutto quello che sarebbe successo, ma volevo vivere una intensa esperienza americana in un momento nuovo e diverso per me e per la situazione interna di quel paese. Volevo in qualche modo ripercorrere varie tappe del passato in quel paese e verificarle in quel particolare momento di cambiamento del mondo e della mia personalità, che era ormai quella dell'uomo maturo e non più del ragazzo del primo viaggio in California, o del sognatore del periodo iniziale del mio lavoro e della esperienza in SCM.
I sei mesi passati intensamente quell'anno negli Usa si sono fondati su tanti falsh back delle mie visite precedenti e sui tanti aneddoti che posso ritrovare nelle trasferte americane.
Già sopra ho parlato della prima memorabile avventura (che avrebbe potuto essere tragedia) alla prima trasferta di lavoro in Usa. Dopo quel 1982, quando per la RBO mi ero recato prima in avanscoperta alla Danckaert e poi alla fiera di Atlanta, dove ci presentammo con una linea insieme a Biesse (devo citare l'incontro con Jimmy Carter, appena diventato ex presidente, che venne a trovarci sullo stand....), ho zizagato per gli Usa innumerevoli volte.
....Flash back....
Già ho raccontato della trattativa di Dallas, quello era il periodo del grande salto che si voleva fare in SCM in funzione della Engineering. E in quel periodo gli Usa erano uno degli obiettivi principali. Come ho già avuto modo di menzionare, la Biesse, con la sua filiale Biesse America gestita da Cavassa, stava galoppando a grande velocità e la SCMI, la filiale della Scm ad Atlanta, che era ben più insidiata e strutturata in Usa, non poteva accettare che i loro colleghi/avversari italiani prendessero piano piano il sopravvento sul mercato. Quindi c'era la volontà, grazie alle acquisizioni in particolare della Morbidelli prima, della IDM e Stefani poi, senza escludere la DMC, di salire di livello e andare a competere sulla High Tech: questo era il mio lavoro, il mio incarico e mi si diede fiducia per controbilanciare il potere di Cavassa sul mercato.
Era stato creato il marchio Autec Sistemi, che doveva essere il fiore all'occhiello della tecnologia espressa dal Gruppo riminese, ed io ero stato chiamato alla gestione di quel marchio. Per seguire la stessa logica in Usa, era stata creta là la Tekna, che avrebbe dovuto essere il marchio della alta tecnologia in America. A capo della Tekna era stato designato, in America, Ezio Stefani e si era deciso, anche in base a un mio desiderio, già quella volta, di esprimermi sul mercato americano, di farmi partire alla filiale di Atlanta da dove avrei sviluppato una azione diretta. Si decise anche di giocare la carta della mia figura (fisica) in contrapposizione alla personalità di Cavassa che si faceva fotografare su varie copertine di giornali specializzati. Noi creammo una pubblicità e dei depliants che riportavano la mia fotografia quale testimonial di esperienze precedenti a quelle della nuova arrivata Biesse America, che sostanzialmente era nient'altro che una derivazione del nostro progetto iniziale: la Eurogroup.

Questa l'immagine che girava sul mercato americano nel 1994-95
Questo era, ed è tuttora quando mi reco in Usa, il mix di situazioni che che girava nella mia testa in quei mesi di permanenza alla Biesse America. Stavo assaporando l'avventura all'interno della realtà di Charlotte, quando l'avevo in qualche modo già vissuta nella relatà di Atlanta.
Ricordiamo però anche che, la Biesse America era nata in quegli anni 80 come costola della Quattrotch della quale in qualche modo ero stato protagonista insieme a Cavassa. E con Cavassa avevamo vissuto momenti di gloria e di divertimento insieme.
In quel 2005 Federico Broccoli sostanzialmente subentrava a Cavassa nella gestione della filiale della Biesse, Cavassa che era stato estromesso per, chiamiamola così, cattiva gestione: sostanzialmente era arrivato a introitare dei compensi annui che la sede di pesaro riteneva inopportuni e gli si contestava in contropartita una gestione approssimativa del business.
Non posso scrivere un libro nel libro, quale dovrebbe essere se volessi entrare nei dettagli di tutti gli intrighi, intrecci, personalità più o meno forti che si incrociarono in quegli anni di transizione. Posso dire che li ho vissuti tutti da vicino e in prima persona, interloquendo con personaggi che con me si aprivano a 360° e che passavano anche da un Gruppo all'altro creando non poca confusione nei miei ricordi.
Quindi: ero arrivato a Charlotte, mi ricordavo Atlanta di tanti anni prima, per poi ritornare ancora a Charlotte ancora anni prima. Vedevo la filiale in quel momento gestita da Broccoli, per cui tutto doveva essere perfetto e sotto il suo assoluto controllo e ricordavo la leggerezza con cui si lavorava insieme a Gianni Cavassa e il povero e fido Rick Bullin. Per poi passare alla buona Via di mezzo tra le due situazioni che era quella vissuta ad Atlanta sotto la gestione di John Gangone e la collaborazione con Ezio Stefani.....
Quanti nomi, quanti intrecci, quante personalità....mentre ero là in quei mesi del 2005 tutto questo si accavallava. E intanto anche l'America era enormemente cambiata.
Ho già detto dell'11 settembre 2001.....dopo quella data per diversi anni sotto la gestione George Bush, l'America si era chiusa a riccio, i controlli erano aumentati esasperatamente e, per la prima volta nella mia vita, anche quando ero in appartamento da solo la sera, mi sembrava di essere spiato. Oggi non ci si fa più caso perché di fatto tutti sappiamo di essere controllati in tutti i nostri movimenti, ma in quegli anni si era forse solo agli inizi.
Ricordo che la prima cosa che feci fu quella di aprire un conto in banca, ma non potei avere una carta di credito, se non una Debit Card; cercai di fare un abbonamento alla televisione ed avere internet, ma non potei farlo, perché senza credito non ero nessuno: dovevo avere la Social Security Card, che è quella che ti permette di essere residente americano e lavorare là. Finché non la ricevetti, sostanzialmente non esistevo come persona, mentre poi, dopo il primo stipendio, le prime spese con debit card, i primi acquisti di qualche indumento, cominciarono ad arrivare direttamente a casa inviti ad accettare crediti, la banca mi inviò una carta di credito e da quel momento avrei potuto cominciare con una serie di acquisti indefiniti pur non avendo soldi.
Cercavo, anche se ero sicuro che sarei rientrato nella mia cara Europa da lì a poco, una bella casa che avrei potuto comprare e trasferirmici definitivamente. Con il 10% del valore della possibile casa disponibile in banca, si poteva arrivare ad acquistarne una senza particolari problemi: una volta che avevi avuto un credito e ogni mese in banca scendeva uno stipendio, il tuo credito aumentava esponenzialmente....e tutto questo il mondo se lo sarebbe ritrovato sulle spalle un paio di anni dopo, con la grande crisi iniziata laggiù a fine 2007 con la bolla finanziaria. Nel mio piccolo, solo vivendo la mia limitata esperienza, sentivo la cosa che stava arrivando, e ancor di più volevo scappare.
Mia moglie mi raggiunse dopo un mese, il 30 giugno, vigilia del suo compleanno e del 4 luglio festa nazionale amricana: per non farla spaventare appena arrivata, organizzai di partire subito per la Florida essendoci un week end lungo proprio per la festa del National Day. In Florida non ero mai stato prima, quindi poteva essere un momento di adattamento per lei e di svago per me che già dopo un mese di convivenza con Federico ero arrivato a voler essere sempre fuori sede.
Due furono le cose che mi stupirono, in positivo e in negativo di quella trasferta:
Cape Canaveral, la visita al centro spaziale da dove partirono i missili che portarono il primo uomo sulla luna, mi ricordarono quando da ragazzo stavo incollato alla televisione e sentivo la voce roca di Ruggero Orlando che raccontava in diretta la partenza degli astronauti per le missioni spaziali (già avevo avuto modo di visitare il centro della NASA a Los Angeles tanti anni prima e vedere l'Apollo 10), esperienza bella ed emozionante.
Poi andammo ad Orlando per passare una giornata a Disneyworld: fui shock-ato dai controlli all'entrata!! Mi diedero la conferma che quel paese era enormemente cambiato dall'America che avevo conosciuto nel lontano 1978 quando per la prima volta misi piede in California.
Dopo quella breve vacanza cominciai a passare tutte le settimane in lunghi viaggi su e giù per gli States....chiaramente, come avevo previsto, mia moglie non resistette e dopo 45 giorni se ne tornò in Italia. Ricevette la visita della figlia e per qualche giorno fu felice, per il resto era esasperata dalla vita che si conduceva, durante il giorno il solo svago era andare alla piscina del residence, dove però non si poteva resistere per più di pochi minuti per il caldo asfissiante di quell'estate. Oppure introdursi in un Mall, con la temperatura che scendeva di 20 gradi, e passare i pomeriggi a guardare sempre le stesse mercanzie esposte.
Rientrata mia moglie in Italia, mi ritrovai a vivere quegli ultimi mesi dell'anno completamente solo, con la tensione che aumentava tra me e Federico e con la situazione, chiamiamola così, politica che si viveva nel paese che non mi corrispondeva più. La mia America, quella dei miei sogni di ragazzo e della Silicon Valley che avevo vissuto in quelle splendide 6 settimane del 1978, non esisteva più!!
Lo spirito di avventura che avevo vissuto anche nel lavoro, con Cavassa prima e ad Atlanta poi, era completamente venuto meno. Cominciai a girare e visitare clienti restando fuori sede praticamente sempre, sballottandomi tra macchina ed aereo per tutto il continente: in fondo era quello che voleva Federico (la regola era quella di visitare quanti più clienti possibile in un giorno, come se si fosse pagati a cottimo) e quello che faceva comodo a me per rendere profittevole in termini di conoscenza quella esperienza, che comunque doveva finire, e ritornare in alcuni dei posti che avevano lasciato il segno nella mia memoria.
Da Charlotte ad Atlanta ci si arriva con 4 ore di macchina, ho avuto modo di andarci quindi, anche per incontrare dopo anni, Cavassa, che là abitava, e ripercorrere alcuni sentieri battuti durante la permanenza alla Scm. Le cene da Pricci's (dove Cavassa si recava, con il suo, e mio, amico Luigi Parentini, in aereo, un bimotore di Luigi da lui pilotato: partivano da Charlotte, cenavano da Pricci's e rientravano a casa dopo la cena). E questo mi riportava alle sbruffonate fatte insieme a Gianni quando mi portava sulla sua Ferrari per le strade di Charlotte, dove ai semafori si fermavano coppie di ragazze per invitarci (più lui che me, per dire la verità) a restare con loro.
Poi ad Atlanta, quel periodo che vi ho vissuto per l'esperienza in SCM, l'avevo conosciuta bene: Buch Head e i suoi ristoranti e locali notturni per ascoltare musica e bere un bicchiere di buon vino; Lennox Square e il suo grande Mall; Middle Town, con i suoi palazzoni e i suoi parchi; la Coca Cola, la CNN, la Philips Arena......il basket....