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fr-33 - BIESSE

06/07/2021

....e qui comincia la mia avventura nel, futuro, Gruppo Biesse....

La prima cosa da dire, il mio incontro con Tiziano Benelli. Tiziano aveva, insieme a suo cognato Umberto, fondato la Bielle molti anni prima, quando era ancora giovanissimo. Poi ebbe, come tutti, i suoi bei problemi finché vendette l'azienda alla IDM. Al momento del fallimento della IDM, di cui abbiamo parlato sopra, la Bielle, anziché finire in SCM come la casa madre, fu scorporata e rilevata dalla Biesse. Tiziano rimase socio al 10% e la ebbe in gestione per alcuni anni. Di fatto era diventata una costola della RBO, il cui direttore dell'epoca, Stefano Vitti, ne aveva la responsabilità. Io, di fatto, diventandone amministratore, rilevai il ruolo di Vitti e divenni il capo di Tiziano.

Fin dal primo incontro, quando il Sig. Selci mi presentò come nuovo responsabile, ci si capì sul come comportarsi e si divenne subito amici, amicizia che si è estesa alla famiglia e che dura tuttora.

Il nostro rapporto fu di collaborazione paritetica e non di superiore e sottoposto: come potevo io, in pochissimo tempo, sapere e gestire tutto lo storico che Tiziano aveva vissuto? Lo lasciai con totale libertà sulla gestione dell'ufficio tecnico e della produzione, mentre cominciai a razionalizzare un po' le procedure, negoziare migliori trattamenti con la RBO, cercare alcuni clienti diretti e non solo lavoro di riflesso.

Dai miei contatti in Francia (sempre la Francia) riuscii a portare a casa subito un bell'ordine di movimentazione speciale (Ditta Polyrey) e l'avventura cominciò a velocità supersonica. Con Tiziano lavorammo gomito a gomito giorno e notte, la struttura si espanse rapidamente con l'assunzione di un paio di ingegneri e qualche operaio....in due anni riuscimmo a sviluppare 13 prototipi di macchine che oggi sono ancora in gamma alla RBO.....

.....due anni di lavoro forsennato e....si ricomincia daccapo...

La Biesse decide di diventare definitivamente Gruppo e di entrare in Borsa!!!

Tutto quanto ipotizzato, e poi cominciato a mettere in pratica, con il Sig. Selci quella domenica di ritorno dal Brasile, veniva rimesso in discussione: non sarebbero più esistite aziende separate, ma un'unica Società per Azioni avrebbe controllato l'insieme delle aziende che si sarebbero fuse quindi in una sola, divisa per diverse tecnologie. Non servivano più quindi i vari amministratori delle diverse SRL, ma la struttura cambiava con un unico organigramma nel quale sarebbero figurati alcuni Direttori Generali di unità produttive e una serie di responsabili commerciali divisi per aree geografiche. Sarebbero nate le figure del Product Manager che avrebbero risposto a 3-4 Brand Manager, che sarebbero stati i Responsabili del Brand appunto, intendendo per Brand in questo caso la tecnologia specifica.

Fu così che divenni dirigente del nuovo Gruppo con l'incarico di Brand Manager per il prodotto movimentazione, foratura/inserimento e montaggio/imballaggio (tradotto, i marchi RBO e Comil).

Ripresi quindi, anche se poi fu per un periodo molto breve, la mia RBO dopo circa 10 anni che l'avevo lasciata e....nel 1999 fu raggiunto il record di fatturato di sempre......

Il prodotto di cui ero responsabile era considerato propedeutico alla Engineering, si lavorava quindi negli stessi uffici e c'era un interscambio continuo tra il mio staff e quello della engineering. Ricominciai a lavorare con il mio amico Caterbo, con Rolando Santini, con Gigi Tacchi che aveva cominciato la sua avventura lavorativa alla Pritelli e quindi Eurogroup.

Ma torniamo al Brasile e dove l'avevo lasciato. Dovetti spiegare a Nestor Bergamo come mai, non appena firmato un ordine con lui, avevo deciso di lasciare la SCM ed ero passato alla concorrenza. Come già detto, con Nestor avevo da subito instaurato un rapporto di sincera amicizia, non fu quindi difficile spiegargli le mie motivazioni. Un po' più difficile farlo capire al Dott. Aureli e organizzare le cose in Biesse affinché potessi seguire il Progetto Bergamo fino alla sua conclusione. Il Sig. Selci mi diede la possibilità di interfacciarmi con gli ex colleghi relativamente a quella commessa e di fare qualche veloce trasferta in Brasile per arrivare in fondo alla cosa. In contropartita mi chiese di fargli capire come mai la Scm fosse riuscita a prendere un business di quel tipo fin in Brasile, mentre la Biesse sembrava essere fuori dai giochi. In risposta gli proposi di accompagnarmi in Brasile alla prima trasferta che avessi fatto, in modo che gli avrei presentato Nestor e fatto visitare la febbrica, nell'intento di far comprendere alcune tecnologie che si stavano sviluppando.

Nestor amava interfacciarsi con i pezzi grossi, accettò quindi di buon grado la visita di Giancarlo, che si fece accompagnare dal suo fido responsabile tecnico, Ing. Bernardi, per fargli fare esperienza su alcuni impianti.

Fu una visita veloce, ma ricordo bene come Nestor si fece in quattro per riceverci con tutti gli onori. Furono un paio di giorni di diplomazia, con una cena finale nell'appartamento di Nestor, che era situato nella zona più ricca di San Paolo, al 33° e 34° piano di un grattacielo, dal quale si poteva gustare tutto l'immenso panorama di edifici altissimi di San Paolo (è la seconda o terza città al mondo come popolazione, nella Grande San Paolo risiedono circa 30-35 milioni di persone).

Tra un episodio e l'altro, una avventura piacevole e tanti grattacapi, siamo arrivati a fine anni 90, e venti anni di vita lavorativa se ne sono già andati.

La permanenza in sede Biesse fu di 3 anni, fino all'arrivo del nuovo millennio. In quel 1999, quando da un lato avevo una buona posizione ed avevamo ottenuto buoni risultati di vendita, d'altro lato all'interno del nascente Gruppo Biesse c'erano tensioni dovute a un nuovo management che si stava installando, che combatteva con la vecchia guardia e la volontà di entrare in Borsa. Il tutto era stato messo allora nelle mani del Dott. Lacava, con il quale, al momento di dover lasciare il progetto per il quale ero entrato in Biesse, avevo avuto dei momenti di tensione. E si stavano formando delle cordate, chi era più o meno amico dell'uno o dell'altro. Per entrare in borsa si doveva cominciare a seguire dei parametri di organizzazione, di crescita del fatturato, di vendita e via dicendo. Io, tanto per cambiare, si dirà, non ero in linea con il metodo che si stava mettendo in atto. Dicevo sopra che avevamo fatto il record di vendite in RBO...e volevano impormi un budget del 20 % maggiore per l'anno 2000: a mio avviso era impossibile, al di là del poter raggiungere o meno l'eventuale bonus di fine anno. Era assolutamente impossibile poter ripetere gli stessi numeri o addirittura aumentarli del 20%. Ancora una volta dovetti fare buon viso e cattivo sangue, definii il budget così come mi era stato richiesto, e chiesi la possibilità di trovarmi un altro sbocco, in particolare mi sarebbe piaciuta una avventura all'estero.

Vedremo come andò a finire nel prossimo paragrafo, per adesso voglio chiudere con altre due parole sul mio rapporto con il Dott. Nestor Bergamo. Già, perché la cosa non finì con la trasferta congiunta con il Sig. Selci in Brasile. 

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