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fr-28 - PRITELLI E LA EUROGROUP

12/07/2021

L'Ing. Pritelli (che di lauree non ne aveva, ma da tutti era considerato, L'Ingegnere per antonomasia) veniva definito Il Genio delle macchine per il legno (o se vogliamo L'Inventore Geniale). In ogni caso aveva una intelligenza fuori del comune, che ho poi imparato a conoscere a fondo avendoci vissuto accanto per tempi infiniti.

Una delle cose che hanno costantemente accompagnato la mia vita è stato l'essermi trovato sempre in sintonia con persone, diciamo così, particolari......e chi più particolare dell'Ing. Pritelli poteva esserci nel mio settore di attività?

I primi rapporti con lui iniziarono negli anni 83-84 quando la Biesse cominciò a spingere la vendita della Matrix, la prima vera Foratrice Flessibile messa sul mercato. All'epoca si parlava piuttosto di Just in Time, più che di Flessibilità come va di moda oggi.

La teoria era stata sviluppata in Giappone nel settore automobilistico e si stava espandendo un po' in tutti i settori industriali. Just in Time voleva dire, nel settore della fabbricazione del mobile, passare dalla produzione a grandi volumi ad una produzione che permettesse di ridurre gli stock di pezzi finiti, lasciando comunque sempre uno stock di semilavorati, che dovevano poi essere personalizzati all'ultimo momento, Just in Time appunto (o push-pull, come ci dicevamo con Pritelli).

Non siamo qui per discutere dettagli tecnici, diciamo quindi molto semplicisticamente che la Personalizzazione del mobile è data in particolare dal processo di foratura, la cui configurazione cambia da mobile a mobile. Questo costringeva a eseguire il processo di foratura appunto, con lotti consistenti, dovendosi resettare le macchine alla fine di ogni lotto per eseguire il lotto successivo. L'idea Geniale fu quindi quella di studiare delle macchine che permettessero di eseguire tale processo passando da una configurazione all'altra senza dover essere riattrezzate. Ed è così che il nostro Ingegnere sviluppò l'idea di una macchina modulare che rivoltava i parametri fino al momento ritenuti inamovibili della foratura in linea.

La Biesse, con l'intuito innato di Giancarlo Selci, accettò la scommessa e nacque il Mod. Matrix, che per un periodo fece la storia.

Grazie a questa macchina si cominciò a parlare anche di Processo Integrato, eseguire cioè tutte le diverse lavorazioni per la fabbricazione di mobili in pannello, su un unico impianto, a partire dal taglio dei pezzi a dimensione, allo loro bordatura e alla loro personalizzazione di foratura.

Una delle primissime aziende che si lanciarono in questa nuova direzione (se non proprio la prima) fu la Mobalpa, che, nel 1984, realizzò a Metz-Tessy il suo primo impianto completamente flessibile e installò il Mod. Matrix, definendo tutta la linea in collaborazione con l'Ingegnere. Io in quell'anno cominciavo a prendere i primi contatti con la Mobalpa, cercando di vendergli della movimentazione e, tra una visita e l'altra, grazie al rappresentante comune, Mr. Jouannis, cominciai a frequentare Mr. Pritelli.

I rapporti si consolidarono poi negli anni successivi durante i quali sempre più spesso ero su progetti comuni e questo mi permetteva di accrescere rapidamente la mia esperienza su impianti produttivi e macchine speciali.

Pritelli collaborava, oltre che con Biesse, grazie al suo rapporto privilegiato con Giancarlo Selci, anche con l'allora IDM, che si stava consolidando come leader nei sistemi di bordatura. Io, gestendo movimentazione di asservimento alle varie macchine, avevo rapporti continuativi con tutti gli altri fabbricanti di macchine, in particolare quelli della zona di Pesaro, che era, insieme a Rimini (SCM) e la Brianza, il più importante centro di produzione italiano. Così si svilupparono i miei rapporti di lavoro, che diventavano poi rapporti di amicizia, con vari personaggi dell'area tecnica (sempre più stavo diventando un tecnico-commerciale) e commerciale delle varie aziende; oltre a contatti sempre più frequenti con i vari Direttori Generali o titolari d'azienda.

Fu così che diventai amico di Massimo Rosati, direttore tecnico della IDM, da me considerato uno dei migliori tecnici del settore sul mercato italiano (e internazionale). Il rapporto di stima e amicizia si estese a quasi tutti i membri dirigenti della IDM, ivi compreso il Direttore Generale, Rag. Luciano Zucchi.

Come piccolo inciso, voglio ricordare che la IDM era in quegli anni una specie di cooperativa, con 22 soci, che il Rag. Zucchi cercava di tenere uniti in una situazione dove, con l'azienda comunque in crescita di visibilità e fatturati, tutti volevano avere un ruolo determinante e voce in capitolo.

Anche di alcuni aneddoti con il Rag. Zucchi parleremo nel corso di questi miei ricordi, ma ora continuiamo con l'Ingegnere.

Sul finire degli anni '80 gli impianti tipo quello pilota della Mobalpa, di cui ho parlato sopra, cominciavano ad essere presi sempre più in considerazione e progetti di ingegneria di quel tipo erano diventati all'ordine del giorno presso le aziende più strutturate in Europa, e via via in vari paesi del mondo. Fu così che tra l'88 e l'89, Pritelli, con l'aiuto del suo ormai amico Jouannis, era riuscito a chiudere un impianto addirittura in USA e aveva iniziato delle trattative in Spagna con la ditta Mostoles (il più importante cuciniere spagnolo, facente parte del gruppo El Corte Inglés) e....la Mobalpa stava progettando la nuova fabbrica di Thones (dove attualmente ha la sua sede).

Ormai ero completamente coinvolto nel meccanismo che girava intorno a Pritelli, Jouannis, IDM, Zucchi, Massimo Rosati. Sempre più partecipavo alle riunioni tecniche, sempre più ero a contatto con i clienti e il loro staff tecnico, sempre più si sentiva la necessità di una Engineering che andasse a trattare progetti in tutto il Mondo.

All'epoca non esistevano ancora quelli che oggi sono i Gruppi, quindi non esistevano le Engineering del Gruppo. Sul mercato c'era la Schuler, una derivazione della Homag tedesca, che la faceva da padrone e la IDM (grazie alla collaborazione con Pritelli) che stava emergendo come outsider.

Io, da sognatore, vedevo che il futuro andava nella direzione della associazione delle varie imprese che, nella mia ottica (o visione, perché tale è rimasta a posteriori) avrebbero dovuto aggregarsi per portare avanti soluzioni tecniche coordinate e azioni commerciali comuni sul mercato internazionale. Credo di essere stato a quei tempi, magari a modo mio, un visionario (niente a che vedere con Steve Job o Zuckermann, ma nel nostro piccolo....), ma , quella che per me era una evidenza di quanto sarebbe successo negli anni a seguire, nell'ottica dell'imprenditore italiano, è rimasta chimera: aggregazione di impresa nel vocabolario italiano non esiste. Oggi forse lo si sta capendo, o se ne è cominciato a parlare durante l'ultima crisi di mercato....poi, non appena le cose cominciano ad andare un pochino meglio, ognuno per se e al diavolo l'aggregazione....

Nonostante questo ostracismo cronico verso il mettersi insieme, mi venne chiesto al quel tempo se mi sarebbe piaciuto prendere in mano commercialmente una Engineering che si sarebbe dovuta strutturare, con tanto di ufficio tecnico, rete distributiva, disegnatore e quant'altro, girando attorno all'Ingegnere, al suo studio e alla IDM. Con tutte le trattative in corso e il potenziale enorme che si stava prospettando, non si poteva più improvvisare, occorreva creare una società ad hoc per la gestione di questo nuovo business che stava emergendo prepotentemente.

Per farla breve, mi si convinse a lasciare la mia attività presso la RBO per creare la prima Engineering Italiana (a dir la verità esisteva già la SAG a Thiene, ma noi avevamo in mente un qualcosa di diverso da quel che loro stavano facendo, essendo loro quasi esclusivamente coinvolti con un grande cliente Inglese, la Hygina).

Fu così che venne creata la Eurogroup Engineering, che aveva come azionista principale la IDM e lo Studio di Pritelli (GP Consulting), e nella quale anche io presi una partecipazione, e ne fui nominato Amministratore Delegato (bella parola, ma soprattutto bella bega...).

La società fu creata in Svizzera, con un capitale sociale bassissimo: doveva solo essere una sede legale di comodo in quanto, più presumibilmente che di fatto, le tasse in quel paese sarebbero state più basse che in qualsiasi altro posto.... Presidente della società fu fatto Mr. Jouannis, che operativamente non faceva niente di speciale, se non partecipare a pranzi e cene e qualche bella visita ai clienti (diciamo Mobalpa e Mostoles, perché la Spagna gli piaceva e si mangiava bene).

N.B.: non voglio dare una immagine negativa di Mr. Jouannis, anzi: gli ero molto grato e affezionato, era stato lui a spingermi in quella posizione e avevamo, nonostante la differenza di età, un notevole feeling e molta empatia. Ho solo evidenziato il magiare e bere quali una, bella, caratteristica di Jacques. Lui era un Bon Vivant, gli piaceva godersi la vita tramite dei bei pranzi e dei buoni vini, era sempre sorridente e socievole e creava sempre una atmosfera rilassata intorno a lui: ma non toglietegli il suo pranzo e la sua cena quotidiana, annaffiati da un buon vino e un buon cognac a fine pasto!!!

La società creata in Svizzera fu utilizzata subito per il primo contratto da firmarsi a nome di Eurogroup: L'impianto della Mostoles!!

SPAGNA

Dopo innumerevoli incontri e stesure dell'impianto, visite degli spagnoli in Italia e nostre trasferte in Spagna, finalmente si stabilì la data per la definizione del contratto e venne fissato un incontro, di due giorni, presso la sede della Mostoles, a Mostoles appunto, cittadina dell'hinterland di Madrid.

I due giorni dovevano servire per una revisione di tutto il capitolato tecnico, per quindi arrivare alla discussione commerciale e la definizione del prezzo di vendita e condizioni.

Il primo giorno si svolge tranquillo, ma in maniera molto impegnativa, essendo tutti concentrati sulla stesura definitiva della linea, cercando di non trascurare nessun particolare tecnico. Il giorno successivo si ripartì andando ancor più nei dettagli tecnici e sulle prestazioni. Si cominciò così a stendere le condizioni di contratto: tot pezzi al minuto, produzione giornaliera di, efficienza dell'impianto. Poi si continuò con: tempi di consegna, garanzie, pezzi di ricambio, penali etc...La discussione diventò sempre più tesa, mano a mano che ci si avvicinava alla chiusura finale.....discusso un po' tutto e trovate le condizioni che accontentavano le due parti, come in ogni trattativa serrata, con un compromesso accettabile per tutti, si arrivò alla nota, sempre dolente, del prezzo: alla fine ci si mise d'accordo su 3.110.000.000 delle vecchie lire. La tensione si sbloccò, erano circa le 19h30, la fatica era stata notevole, eravamo felici perché arrivati alla fine e raggiunto l'accordo su tutto.

A quel punto, il direttore generale della Mostoles, Senor Alonso, propose.

"Ripassiamo posizione per posizione per un'ultima volta tutta la linea e poi andiamo tutti a cena".

In Spagna, in particolare a Madrid, non si va a cena prima delle 21h30, così, benché tutti molto stanchi, riprendemmo velocemente in mano il disegno della linea e cominciammo a ripassare posizione per posizione tutte le varie macchine e movimentazioni. Tutto proseguì speditamente fin verso la fine della linea. Ci si confrontò ancora una volta e ci si accorse che si poteva probabilmente fare a meno di un transfer, poca cosa rispetto all'insieme complessivo dell'impianto...ok togliamo il transfer, scaliamo una posizione, arriviamo alla fine. Intanto altro tempo era trascorso ed eravamo arrivati alle 21h, ancora in ufficio. Avevamo finito, andiamo via, mi alzai per dare la mano, si va a mangiare.....

El Senor Alonso, Direttore Generale Megalattico, fermò tutti, mi guardò in faccia e disse:

"Ok, abbiamo finito, ma mi devi togliere dal prezzo quel transfer che abbiamo tolto dalla linea".

A questa frase io mi irrigidii ed ebbi una reazione che nessuno si aspettava: e no, il prezzo lo abbiamo già definito, non posso essere sempre io a cedere, se adesso questa piccola cosa viene a mio favore, tanto meglio...o allora rimettiamo il transfer e rimaniamo con lo stesso prezzo....E no, fa Alonso....e sì, dico io....grande empasse!! Tutti volevano andare via, eravamo allo stremo delle forze, ma quando mi impunto su una questione che per me diventa di principio, nessuno mi smuove e la stanchezza sparisce.

"Senor Alonso, se vuole possiamo ricominciare la trattativa daccapo e stare qui tutta la notte, io sono pronto. Re-analizziamo i prezzi posizione per posizione, non facciamo più forfait quando fa comodo a lei e precisione al centesimo quando un piccolo vantaggio posso averlo io" - Esclamo

La reazione del Senor Alonso non si fa attendere:

"Ok, ricominciamo daccapo"

A quel punto Pritelli e Rosarti si sciolsero, erano veramente stremati e volevano andarsene, ma non potevamo buttare all'aria una trattativa come quella per una presa di posizione e un puntiglio. Chiesero una piccola sospensione, uscimmo dalla stanza solo noi tre. Mi diedero ragione sul principio, ma volevano assolutamente firmare e chiudere la trattativa con una stertta di mano. Massimo propose:

"Si prende in carico 10.000.000 la IDM e chiudiamo a 3.100.000.000"

Ok, rientriamo, ma non voglio far credere che ho ceduto e scarico la decisione su Massimo che rinuncia come IDM, appunto, e non come Eurogroup (che poi era la stessa cosa...) a 10.000.000. Cifra tonda: 3.100.000.000, affare fatto, trattativa chiusa, contratto firmato!!!

Bene, bene, benissimo...adesso tutti a cena....arrivammo al ristorante che erano le 23h30. Si stappò subito una bella bottiglia di Ribeiro..., eravamo tutti stanchi, quindi bastò poco per scaldare gli animi e cominciare a rilassarsi dopo la tensione delle ultime ore. Si cominciò a cenare, solito buon cibo spagnolo, si continuò a bere del rosso...eravamo ormai verso la 1 della notte quando l'Ingegnere si alzò, bicchiere in mano a mo di brindisi e disse:

"Prima del brindisi vi voglio spiegare perché abbiamo firmato questo bell'ordine questa notte" - tutti ci girammo verso di lui, e lui, con volto serio e fare tranquillo, posò il bicchiere sul tavolo, portò la mano alla patta dei pantaloni, se li slacciò e li aprì mostrando il sotto:

"Perché mi sono messo le mutande rosse!!!" Esclamò, tra lo scoppio delle nostre risate....

Ho raccontato questo episodio quale uno dei più gustosi del periodo pritelliano, ma ce ne sono ancora tanti altri che si sono susseguiti nei 3-4 anni di vita della Eurogroup.

Si lavorava come indemoniati, giorno e, spesso, la notte, o perlomeno si restava in ufficio fino le 20-20,30-21.....poi, mentre noi sfiniti si andava a casa, L'Ingegnere restava là, a volte la notte intera, per poi noi ritrovarci il giorno dopo con un impianto definito la sera prima, completamente stravolto, con nuove idee e nuove soluzioni tecniche.

....e qualche notte più lunga del solito l'ho passata anche io, là, nello studio, con Pritelli!!! In particolare ricordo il periodo in cui Giuseppe si ruppe un piede.....

Un giorno arrivammo in ufficio e ci trovammo Giuseppe con un piede ingessato e con le stampelle!! Il giorno prima era incorso in una buca, scendendo da casa per recarsi in ufficio (che era a 50 metri da casa sua....) mise un piede in fallo sul marciapiede, e cadde storcendoselo e procurandosi una frattura. Avrebbe dovuto portare il gesso per i canonici 40 giorni, bella disgrazia con tutti gli impegni in corso. Passò qualche giorno facendosi accompagnare dal figlio da casa all'ufficio e viceversa, finché non ebbe la bella idea, visto la difficoltà nel camminare e nello spostarsi, di allestirsi un letto nella vasca da bagno, nel bagno dell'ufficio: questo gli permetteva di non staccarsi mai dal lavoro, poteva restare là a dormire la notte, quindi lavorare quando e come gli pareva!!!

Grande idea!! Così io, che comunque ero entrato nella sua lunghezza d'onda, per un paio di sere sono rimasto al suo fianco fino a notte fonda, dopo che tutti gli altri dipendenti e collaboratori se ne erano andati.

Ricordo la grande fatica, ma anche la grande esperienza che mi sono fatto in quelle notti. Non solo, quel periodo mi ha permesso di entrare nella testa del Genio, per scoprire il suo metodo di ragionamento e il suo prendere spunto da qualcosa di già ben esistente ed elaboralo tassello dopo tassello fino ad arrivare a soluzioni che potevano sembrare come completamente innovative o addirittura avveniristiche, mentre non erano altro che la normale conseguenza di ragionamenti logici basati su esperienze altrui. Poi, ogni tanto c'era una intuizione geniale, e , a volte, ero io che gli davo lo spunto per la genialità. Con questo lungi da me il voler essere anche considerato un genietto, questo no; tuttavia avevo scoperto un segreto, che mi ha poi comunque aiutato nel proseguo della mia carriera.

Sempre in quel periodo di stampelle avevamo in corso una installazione alla Mobalpa e si stavano presentando alcuni problemi, cosa che necessitava la nostra presenza, in particolare quella di Giuseppe, presso la sede di Thones. Mi resi volontario ad accompagnare Giuseppe, in quanto invalido e quindi bisognoso di un badante (come si direbbe oggi). Partimmo con la mia macchina, piuttosto tardi nel pomeriggio, prevedendo di arrivare a Thonès intorno alle 22 massimo 23. Chiaramente durante un viaggio piuttosto lungo in macchina, in condizioni disagiate, ci si deve di tanto intanto fermare. Quindi....accompagnare Giuseppe in bagno per fare pipi....(qualcuno può immaginarsi la scena...)...ma il meglio doveva ancora arrivare...

Tra una fermata e l'altra, attraversammo il tunnel del Monte Bianco che erano le 23 passate. Usciti dal tunnel si scende, attraverso alcuni tornanti, verso Chamonix per prendere poi l'autostrada verso Annecy. Sono circa 90 km, 45 minuti di macchina: eravamo quasi arrivati, ancora un piccolo sforzo......in fondo alla discesa improvvisamente si spense il motore della macchina, alcuni metri in folle, accostai proprio quando si sarebbe dovuto imboccare l'autostrada. Scesi, non sapevo cosa fare. Giuseppe in macchina che non poteva muoversi, quasi mezzanotte, perduti in mezzo a una strada. Non c'erano ancora i cellulari a quel tempo, non sapevo proprio cosa poter fare. Giuseppe tentò di scendere anche lui dalla macchina appoggiandosi alle stampelle. Aprimmo il cofano e demmo una occhiata al motore: niente di anormale, niente fumo, non sapevo dove mettere le mani. Esclamai, ormai molto teso e innervosito:

"Giuseppe, sei tu il Genio, quale è il problema, me lo trovi per favore??"...

Chiaramente anche lui non sapeva che fare!! Poco lontano da dove eravamo fermi c'era all'epoca un casottino dove alloggiavano in permanenza dei poliziotti francesi, insieme ai doganieri che controllavano macchine e camion di passaggio. Ancora esisteva la dogana per passare dall'Italia alla Francia! Chiesi a Giuseppe di rimettersi in macchina e mi incamminai verso il casottino, mentre dall'altra parte un poliziotto cominciava a venire verso di me. Non è che fossi completamente tranquillo, nel cuore della notte, con pochissimo traffico intorno, la macchina ferma e un poliziotto che mi veniva incontro....

Spiegai alla meglio la situazione, la macchina ferma, un infermo in macchina....

Arrivati alla macchina, che era rimasta con il cofano del motore aperto, il poliziotto ci infilò la testa, analizzò velocemente il motore, si accorse di un cavo staccato, lo ricollegò: uno spinotto delle candele si era staccato e non arrivava più corrente al motore. Il motore si riaccese subito, ringraziammo il poliziotto e ripartimmo:

"Hai visto Giuseppe, non era difficile trovare il guasto...."

Ci sono stati momenti divertenti nel corso della esperienza Eurogroup, insieme a momenti di grandissimo impegno, di grande fatica, di enorme stress. Il tutto però con uno spirito di collaborazione e in un ambiente di lavoro piacevole, rallegrato anche grazie alla presenza di 3 splendide ragazze, cosa che a quei tempi non era facile trovare nel nostro ambiente: Tiziania, Adriana e Monica.

Tiziana era la Segretaria Particolare dell'ingegnere. Era in qualche modo plagiata da Pritelli, che lei considerava il suo Dio. Ragazza molto brava e molto disponibile, tutto però solo ed esclusivamente in funzione del Suo Capo.

Monica era l'ultima arrivata: l'avevo scelta io come mia segretaria (pertanto la Segretaria dell'Amministratore Delegato....). Ragazza bellissima, molto affascinante e coinvolgente: in poco tempo, pur non conoscendo il lavoro, si fece conoscere e benvolere da tutti, non tanto e non solo per la sua avvenenza, ma per la sua capacità relazionale, impegno e capacità lavorativa. Avevamo instaurato una ottima relazione di rispetto e amicizia, si lavorava molto bene e in sintonia. Il rapporto lavorativo durò poco, per tutte le avventure e disavventure che si sarebbero poi susseguite in Eurogroup, ma furono anni intensi e quel tipo di rapporto di reciproca stima e fiducia non l'ho più ritrovato in altre situazioni della mia carriera successiva.

Delle tre grazie, Adriana era il pezzo forte: non si era ancora mai visto un Ingegnere Donna nel nostro ambiente. Non ci si poteva aspettare di trovarsi a discutere di problematiche tecniche, come potenze installate, carichi di forza, o quant'altro, con una giovane e bella donna!!! I clienti rimanevano affascinati dalla capacità relazionale di Adriana unita alla sua competenza tecnica.

In brevissimo tempo avevamo creato un team di lavoro sorprendente, con un mix di competenza, gioventù, esperienza, sensibilità al maschile e al femminile. Ancora oggi l'aspetto maschile è prevalente nel modo del lavoro, inutile che sia io a ricordare come le donne sono ancora oggi discriminate. Ancora di più lo erano 30 anni fa e l'aver noi creato quell'ambiente e quel mix era sicuramente qualcosa all'avanguardia, a prescindere dalla validità tecnico-commerciale del progetto Eurorgroup (che comunque, anche con il senno di poi, era considerevole, benché probabilmente in anticipo sui tempi).

Un episodio simpatico che sempre ricorderò, legato al Business Mostoles di cui ho parlato sopra e il nostro Gruppo di lavoro, si verificò quando lo staff tecnico della Mostoles, insieme al suo Direttore Generale, il famigerato Senor Alonso, venne in visita in Italia per un paio di giorni per fare un punto sull'avanzamento del progetto e delle macchine.

Come si può facilmente immaginare non eravamo pronti, molti dettagli tecnici erano stati sottovalutati, il montaggio andava a rilento, e via dicendo. Pertanto, se il primo giorno era passato liscio, alla fine del secondo giorno, quando si dovevano tirare le conclusioni, la situazione era diventata molto più tesa. Il rapporto rimaneva all'apparenza cordiale, ma l'atteggiamento degli spagnoli era diventato piuttosto ostile nei nostri confronti.

Per concludere la serata e cercare di stemperare la situazione, ci accordammo per andare tutti a cena. All'epoca usava andare nel miglior ristorante di Pesaro, dove si poteva mangiare un ottimo pesce, cucinato in una maniera che era difficile ritrovare altrove.

Avevamo nel nostro team, come addetto alle Pubbliche Relazioni, il mitico Germano Buzzi, che, al pari dell'altro mitico Jacques Jouannis, era anche lui un Bon Viveur. Germano aveva uno splendido appartamento che si affacciava sulla spiaggia, molto elegante e accogliente, così come elegante e accogliente era la Signora Maria, sua moglie. Pertanto ci invitò a prendere un aperitivo a casa sua prima di recarci tutti insieme a cena dall'allora famoso Ristorante Da Alceo.

Normalmente queste cene erano per soli uomini.

Adriana aveva passato tutto il pomeriggio con noi e io gli chiesi la disponibilità a restare anche per la cena. Quando rimanemmo soli per un attimo, le dissi:

"Dai Adriana, fai questo sacrificio, che una presenza femminile può alleggerire un po' il clima di tensione che si è venuto a creare"....

"Ok, Rodolfo, però ho bisogno di passare a casa e vi raggiungo da Germano".

Ci presentammo tutti puntuali da Germano per l'aperitivo e già l'atmosfera si era fatta più rilassata che non in un ufficio davanti a dei disegni, come era stato per tutto il pomeriggio.....la Signora Maria era una splendida ospite, lo spumante era molto buono....ma Adriana ancora non arrivava. Sì, le donne sono sempre un po' in ritardo....suonò il campanello...ed eccola...sì, era lei....si presentò in una veste completamente diversa da quella abituale per la quale l'avevamo sempre conosciuta in ufficio: scarpe con tacco a spillo, una minigonna che scopriva delle gambe splendide, il sorriso stampato sul viso: una donna bellissima!!

Nella sua grande intelligenza aveva capito che anche quel suo diverso atteggiamento avrebbe contribuito a calmare tutti gli animi e riportare su un piano di serenità tutte le discussioni. Sapeva benissimo quanto sono sensibili, gli spagnoli in particolare, al fascino femminile e lo ha giocato nella maniera più totale: super professionale, preparata, intelligente, nella discussione tecnica pomeridiana; super bella, allegra, spigliata durante la cena e il commiato. Inutile dire che tutti ci innamorammo di lei quella sera!!!

Ma torniamo al lavoro: l'Eurogroup.

Ho già accennato poco sopra cosa sarebbe dovuta essere la Eurogroup Engineering nella sua idea iniziale e come l'avventura fosse iniziata.

Io, per dedicarmi completamente alla gestione di questa nuova società e portare avanti la commessa Mostoles, mi ero intanto staccato dalla RBO ed ero entrato a far parte, oltre ad essere appunto l'Amministratore della Eurogroup, del team commerciale della IDM.

In quegli anni la IDM era arrivata ad essere quasi il Leader tecnologico mondiale nel settore della Bordatura. Ci si stava proponendo come alternativa tecnica alla IMA, che da sempre è stata leader di questa tecnologia, nelle sue applicazioni più speciali. La IDM di quel tempo non aveva niente da invidiare ai tedeschi, anzi era piuttosto il contrario: erano i tedeschi che cominciavano a seguire alcuni concetti portati avanti dalla IDM con la consulenza dell'Ingegnere. Così come sopra abbiamo parlato della flessibilità che si cominciava a richiedere al processo di foratura, anche per la bordatura stava entrando in gioco il Just in Time, meglio tradotto in macchine monolaterali che non dovevano necessitare di messa a punto passando da una tipologia di pannello all'altra.

Con l'Ingegnere si stavano sviluppando linee integrate che partivano dal taglio differenziato e arrivavano al pezzo completamente lavorato in termini di squadra bordatura e foratura. Il primo grande impianto flessibile era stato installato alla Mobalpa, avevamo poi preso l'ordine della Mostoles, c'era una trattativa in chiusura negli Stati Uniti e tante altre trattative che stavano emergendo in Italia, ma anche in tutto il resto del mondo.

Per entrare nei dettagli della situazione di quel momento un solo libro non basterebbe, devo quindi procedere per steps rapidi e fare avanzare la storia della Eurogroup, che è stata di breve durata nel tempo, ma di uno spessore e una concentrazione di cose assolutamente fuori da ogni normalità.

Dicevamo della crescita del business e della notorietà della IDM, che, al di là delle linee super-integrate, stava comunque prendendo ordini di macchine speciali e linee tradizionali un po' in tutto il mondo. L'obiettivo di quegli anni era di arrivare, con una crescita esponenziale, a 100 miliardi di lire di fatturato (che potremmo dire corrispondano a 100 milioni di euro di oggi). L'obiettivo era super ambizioso, ma il potenziale umano e tecnico, così come le condizioni del mercato, c'erano tutte. Una crescita così improvvisa e sostanziosa doveva però essere gestita in maniera molto accurata e programmata nei minimi dettagli.

Oltre allo studio di nuovi modelli e applicazioni speciali, che avevano imposto l'assunzione di nuovi ingegneri e tecnici, in particolare tutta la parte elettrico/elettronica stava cambiando i fondamentali della gestione delle macchine. Servivano più spazi produttivi, per poter stendere sia le macchine cosiddette standard, che gli impianti integrati. Quindi l'azienda IDM era partita con un grande investimento in un nuovo capannone che stava nascendo nella nuova zona industriale di Pesaro.

Erano giorni di grandissimo entusiasmo, quindi grandissimo impegno nel lavoro, ma anche tante discussioni e riunioni, e problemi legati alla produttività, al rispetto degli impegni che si accumulavano momento dopo momento.

A contorno a quanto succedeva in IDM, e in parallelo agli ordinativi che arrivavano dalla rete commerciale ormai mondiale, si sviluppava a dismisura il business della Eurogroup Engineering.

Io combattevo su più fronti: la gestione commerciale degli impianti, la gestione commerciale in IDM, con i vari colleghi, per organizzare i mercati e cercare di controllarne la crescita, la gestione Tecnica con L'Ingegnere per cercare di concretizzare quanto era più utopia che realtà, il confronto tra uffici tecnici, produzione e commerciali, con litigi continui per tamponare ritardi o errori di programmazione.....e chi più ne ha più ne metta....

In questa folle corsa verso una crescita esponenziale del business internazionale imperniato nella zona di Pesaro, erano più le invidie e le personalizzazioni che non le sinergie. Io però continuavo a credere che il futuro sarebbe stato nel contesto di aggregazioni di imprese, dove ognuno avrebbe messo il meglio della sua tecnologia di competenza.....e perseguendo sempre questa mia via maestra, tra un impegno e l'altro, stavo cercando di fare entrare nella compagine societaria della Eurogroup anche la Biesse, che stava in quel momento crescendo anch'essa in maniera prepotente (uso questo termine perché è quello che ha identificato la Biesse da sempre, prima come forza autonoma e poi come Gruppo).

Il mio amico Luciano Baioni, braccio destro di Giancarlo Selci, mi spingeva in quella direzione, la Biesse voleva diventare Gruppo e non gli andava giù di essere tirata dentro con le macchine per gli impianti che si stavano portando avanti a livello di ingegneria, senza essere però partner nella società, che sembrava riscontrare un successo notevole sul mercato.

Per farla breve, si rinunciò, ciascuno dei soci della Eurogroup, a una quota, e si fece in modo che la Biesse entrasse in società con un 15%, paritario alla GP Consulting e alla IDM: e questo sarebbe poi stato un fattore determinante per gli avvenimenti che si susseguirono.

Per una più rapida esposizione sono costretto a procedere per sommi capi nel racconto di quanto successe in quegli anni così convulsi: entrare nei particolari comporterebbe riviverli praticamente minuto per minuto, in quanto le cose cambiavano alla frequenza del minuto per minuto appunto.

La sostanza fu che, a seguito dell'acquisizione dell'impianto per la Mostoles, la Eurogroup riuscì a prendersi in carico altri 3 impianti flessibili completi, con macchine di tecnologia ancora non completamente dominata, con integrazioni elettroniche e di supervisione che per il tempo erano all'avanguardia, se non pioneristiche!!!

Un impianto completo in Veneto, un impianto completo in Usa, un impianto completo a Pesaro, altre alla mega linea della Mostoles in Spagna. Questo quanto venduto e quindi da realizzare in tempi brevi, oltre a trattative in corso e in fase di conclusione in diversi paesi europei ed extra europei: la rete commerciale della Biesse da una parte e della IDM dall'altra si era scatenata nella ricerca di potenziali grandi clienti e il tema tecnico era diventato talmente all'ordine del giorno che in tutto il mondo c'era una corsa spasmodica verso il Just in Time e la flessibilità.

Le mie giornate correvano alla velocità della luce, il mio impegno era praticamente di 24 ore su 24, con spostamenti continui in vari paesi, oltre ai cantieri che cominciavano ad aprirsi.

Per capirsi, stiamo parlando di meno di 3 anni di attività!!! Avevo un data base di circa 90 trattative che spaziavano dall' Italia, alla Francia, alla Spagna, al'Inghilterra, Australia, Taiwan, Svezia e via dicendo...

La mia doppia attività di Sales Manager in IDM e Amministratore della Eurogroup era diventata troppo coinvolgente e il tempo da dedicare agli impianti era ormai diventato totale. Inoltre, con i tanti impegni presi, la IDM cominciava ad accusare il colpo e la situazione finanziaria non sembrava essere delle più favorevoli.....Pertanto chiesi ed ottenni dai partner la disponibilità ad occuparmi soltanto della gestione della Eurogroup, che era diventata ormai una realtà Mondiale.

......ecco cosa scrivevo nei momenti di scarico della tensione in quei giorni senza tregua.....

Eurogroup 1992 al lavoro.

L'aria calda

E tranquilla

Di fine settembre....

Il telefono squilla

E distoglie

La mente

Dai pensieri leggeri

Che fuggono via

Velocemente,

E lasciano il posto

A cose più "serie"

Che per un momento

Ti fanno tornare

Al lavoro consueto

Che devi espletare....

....Il sole che splende,

La tenue foschia

Il cielo celeste....

La mente va via

Su cose passate

Su piani futuri....

Sognando la gioia

Degli anni felici,

Lo strazio profondo

Dei tempi più duri,

La voglia di vivere,

I pochi amici

Coi quali hai diviso

I tuoi momenti

Di paradiso....

....Poi di nuovo il lavoro

Coi suoi tanti problemi,

Di gestione corrente

Di invidie, ripicche

Ipocrisie,

Di gente corretta

E di gelosie

Di soldi mancanti,

Di nervi, di scatti

Di conti correnti

Di saldi, di sfratti,

Di pagamenti

Ai tuoi fornitori

Che hanno il diritto

Ad avere il rispetto

Di accordi presi

Nei loro confronti,

Però i tuoi conti......

.......Ed arriva la sera,

L'aria ancora leggera,

Il sole tra i monti

Irradia un bagliore

Che rende roseo

Tutto il contorno

Si crea atmosfera

Il mondo intorno

È di nuovo tranquillo!!!!

Ritorni a sperare

In un mondo migliore,

Ritorni a vedere

Le cose più belle,

Più vive e splendenti

Ed anche se in fondo

Niente cambia nel mondo,

Anche se sai

Che il tramonto

É la fine di un giorno

Che hai speso

Correndo per niente,

Sai però che domani

Sarai ancora sorpreso

Da qualcosa di nuovo

Che ti assorbirà

E ti porterà

A correre ancora

Verso mete infinite,

Verso gioie mai provate.....

O partite perdute...

PRITELLI PROGETTI

Quando vado alla "Pritelli"

Vedo sempre in un cantuccio

Tra computer e sgabelli

Chi lavora come un ciuccio.


Mi son detto l'altra volta

Chia sarà sto personaggio

Con la barba così incolta

E col fare da selvaggio?


Sempre fisso al terminale,

con la cuffia sempre al collo,

siam sicuri che è normale

o rischiamo anche il midollo


a lasciarlo "progettare"

delle cose senza senso,

tante righe da rifare,

un lavoro così immenso!!


Ha la pipa sempre in bocca,

sì fumosa e...puzzolente,

è una cosa che mi tocca

perché inquina il nostro ambiente.


Sono andato un po' più a fondo

E ho scoperto tuttavia,

ch'è un "signore" assai giocondo

a cui piace la poesia.


Molto bene mi son detto,

prepariamo qualche rima,

provochiamolo un pochetto

e chiariamo quanto prima:


anche se sembro noioso

perché "rompo" senza sosta ,

il mio spirito è gioioso

e vorrei sempre far festa.


Ma la Biesse e l'IDM,

l'EUROGROUP e compagnia,

mi hanno reso flemme flemme

e mi han tolto l'allegria.


Ora voglio rimediare

E la sfida lesto accetto,

mi rimetto anch'io a rimare

e, anche se ha qualche difetto,


dico ora a quel "selvaggio"

che lì fermo nel cantuccio

ancor lavora come un ciuccio,

....grazie FERRUCCIO!!!

ilcontebaldo
ilcontebaldo