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fr-20 - EUROPA EST

22/07/2021

REPUBBLICA CECA

...oppure a Praga, quando feci una nuova trasferta con Glauco e decidemmo di passare un paio di ore in discoteca dopo la cena per cercare, se fosse stato possibile, una piccola avventura con una bella Ceca.....entrammo quindi in un bar dove suonavano della musica, ci sedemmo e chiedemmo da bere, ma intorno vedevamo solo uomini....eravamo capitati in un locale di omosessuali.....non ne eravamo abituati all'epoca, oggi ci avrebbe colpiti molto meno, ma quella volta fu quasi un shock.....

UNGHERIA

...o ancora l'Ungheria, dove mi recai in una delle mie primissime trasferte. Partecipammo alla fiera di Budapest e sempre ricordo la bellezza di quella città e delle sue donne....

Di quelli che una volta, prima della caduta del muro di Berlino, erano i Paesi Dell'Est, non ho grandi frequentazioni, ma ho avuto modo di visitarli tutti ed in ognuno sono riuscito a piazzare una qualche macchina.....

EX-JUGOSLAVIA

Ricordo la Ex-Jugoslavia, prima del disfacimento di quella aggregazione di stati che poi sfociò nella guerra dei Balcani. Ricordo Brest e il suo lago, alloggiai nel più bel albergo della città, con una vista magnifica sul lago. L'hotel aveva anche una, come si chiamerebbe oggi, SPA o centro benessere: sono famose le terme di Brest, ed ebbi la fortuna di potermi immergere in quelle piscine....

ROMANIA

....la Romania: ci andai la prima volta pochissimo tempo dopo la caduta di Ciausescu e fu impressionante vedere lo sfacelo che c'era in giro, con i palazzi del centro di Bucarest tappezzati di fori alle pareti lasciati dai proiettili dei mitra usati durante la rivoluzione....

Da Wikipedia:

La Rivoluzione romena del 1989 fu una successione di eventi e di proteste che, sul finire del 1989, portarono al crollo, in Romania, del regime comunista guidato del dittatoreNicolae Ceaușescu. Le proteste, sempre più violente, raggiunsero il culmine con il processo e l'esecuzione di Ceaușescu e della moglieElena.

Negli altri paesi del blocco comunista dell'Europa orientale il passaggio alla democrazia avveniva in quegli anni in modo pacifico: la Romania fu l'unico Stato del Patto di Varsavia nel quale la fine del regime ebbe luogo in modo violento.

SERBIA

.....poi Belgrado, oggi in Serbia.....quella notte passata là la ricordo bene, perché ero in compagnia di Stefano Vichi, non ricordo però per quale motivo lo fossimo. A Belgrado c'erano delle specie di bische, ufficiali, in alcuni grandi alberghi della città, dove si poteva giocare d'azzardo. A Stefano piaceva farlo e mi propose di accompagnarlo, prima di andare a dormire, per passare qualche momento di svago. Io non amo il gioco e soprattutto non amo rischiare i miei pochi soldi, ma mi piace, all'occasione, frequentare quei luoghi, con gente dalle caratteristiche più svariate in cerca di chissà quale sfida....durante la cena prima di recarci al Casino, Stefano mi raccontò come la settimana prima fosse in Portogallo e andò, insieme al suo fido Corrado, al Casino dell'Estoril, a Cascais (il più famoso del Portogallo, vicino all'autodromo dell'Estoril appunto, dove si svolgevano le gare di Formula1) e, giocando ripetutamente il suo numero fortunato, il 32, alla roulette vinse non so più quanti milioni (di lire) e lasciò quasi un milione di mancia al suo assistente.....(tra me e me mi dissi: "speriamo che sia fortunato anche stasera, così mi faccio anche io una piccola mancia...")....entrammo e ci appostammo intorno al tavolo della roulette, al quale erano anche appollaiati diversi giocatori che puntavano cifre piuttosto consistenti.

Ai tavolo del black jack c'erano uomini d'affari, con le loro pance debordanti e il loro sigaro in bocca, che puntavano banconote di alto taglio....dopo aver un po' valutato le cose, Stefano fece la sua prima puntata sul 32 come mi aveva preannunciato e....escì il 32: non ci potevo credere!!! Se non ricordo male, lo stesso numero usci ancora un paio di volte e Stefano cominciò a guadagnare e io, pur incredulo, cominciavo a sperare in qualcosa per me....finché, chiaramente, quando uscimmo Stefano aveva perso tutto e in tasca non gli rimaneva neanche un centesimo....

SLOVACCHIA

.....voglio chiudere la veloce carrellata sui Paesi dell'Est con un altro aneddoto, ancora legato a Stefano, questa volta relativo alla Slovacchia. Eravamo nel 1983 (o 84) e c'era la fiera di Brno, alla quale diverse aziende pesaresi partecipavano, e tra queste, appunto, la Viet di Stefano e la Comil, di Amilcare Marchionni (che ho presentato sopra come primo antagonista di Stefano Vichi, ma quella volta erano insieme su quella fiera). La mia ditta non aveva tante chances sul quel mercato, ma si decise comunque di partecipare con una mia sporadica presenza di un paio di giorni. Avrei dovuto partecipare a una presentazione che si sarebbe tenuta in una sala della fiera, congiuntamente con i colleghi di cui sopra.

Stefano e Amilcare già erano partiti ed io avrei dovuto raggiungerli un paio di giorni dopo, alla vigilia della presentazione. Anche in questo caso mi è difficile ricordare dopo tanti anni il perché della cosa, ma sta di fatto che Stefano mi chiamò la sera prima della mia prevista partenza per dirmi che si era dimenticato il proiettore per poter fare la presentazione (o forse non ne avevano trovato uno là) e mi chiese quindi di fargli il favore di passarlo a prendere alla sua ditta e portarlo con me in valigia....feci quanto mi dissero e mesi tutto appunto in valigia, che tra indumenti e cataloghi che all'epoca si portavano sempre con sé, e il proiettore, che quella volta non era una  piccola come un telefonino di oggi, ma era molto ingombrante e pesantissimo, divenne enorme e di più di 20 chili!!!

Partii in aereo fino a Vienna, poi da Vienna presi un pullman fino a Brno, dove sarei arrivato verso le 20. Cominciai, fin dall'arrivo all'aeroporto di Vienna, a trascinarmi dietro la pesantissima valigia, salii sul Pulmann e partii all'avventura: non esisteva la Slovacchia, ma si doveva passare il confine con la Cecoslovacchia, uno dei paesi dell'aerea comunista più controllato dal regime di Mosca. Arrivammo al confine che già era notte, il pullman fu fermato e ispezionato. Dei militari salirono a bordo e, arrivati al mio cospetto, mi chiesero il passaporto, ovviamente. E cominciarono a farmi domande sul motivo della mia visita. Mentre mi interrogavano si accorsero che stavo leggendo un giornale, me lo presero e me lo sequestrarono: stavo leggendo l'Espresso......

Arrivato a Brno, avrei dovuto trovare qualcuno a ricevermi, avevamo parlato al telefono, avevo spiegato i miei orari e tutto era stato previsto, ma...sceso dal Pullman non vidi nessuna faccia conosciuta e nessun cartello con il mio nome. Come ho già ribadito altre volte in questi miei racconti, i telefonini non esistevano e comunicare era estremamente difficile, specialmente trovandosi in quei paesi. Mi misi ad aspettare lì sul piazzale dei pullman, ma nessuno si faceva vivo e non sapevo assolutamente cosa avrei potuto o dovuto fare.

Vidi che mi trovavo perlomeno su una strada principale e vidi che c'erano lungo la strada degli alberghi. Ormai era notte, ero stanco del viaggio e dovevo trascinarmi una valigia pesantissima. Arrivai a un bell'albergo, forse il migliore che ci fosse, e domandai per una stanza...niente, siamo pieni, fu la risposta.

"Potete trovarmene un altro per una notte, altrimenti non so dove andare"

"Ci dispiace, signore, ma stasera tutti gli alberghi sono pieni a Brno, non saprei dove indirizzarla...."

Cercai di non farmi prendere dalla disperazione, ma non sapevo proprio come e cosa fare. Non sapevo chi chiamare, non avevo indirizzi a cui andare. Cominciai a camminare con il mio valigione lungo la strada principale di Brno, senza meta...dopo un po' non ce la facevo più, mi fermai sul ciglio della strada e mi sedetti sulla valigia, qualcosa sarebbe successa....ma non succedeva niente...finché una macchina, vedendomi, accostò, si fermò e il conducente mi chiese in inglese stentato: "Cerchi un taxi??"

Gli spiegai in qualche modo la mia situazione e lui mi disse che avrebbe potuto aiutarmi:

"Sali su che ti porto a una locanda dove puoi trovare una stanza"

Cosa faccio?? Mi fido?? Completamente solo, in un posto assolutamente sconosciuto, del regime comunista....ma che altra alternativa avevo?? Di passare la notte in strada al freddo e con rischi ancora maggiori?? ...decisi di accettare la proposta e fortunatamente l'uomo mantenne la sua promessa, mi portò, fuori città, da un affittacamere che effettivamente mi diede una stanza. La stanza era due metri per due, ci stava a mala pena il letto, non c'era bagno, né armadio.....mi stesi sfinito sul letto, chiusi a chiave la porta e dormii rimanendo in allerta per tutta la notte....finchè la mattina dopo, appena potei telefonai in ditta spiegando dove mi trovavo e che, se quei Bastardi di colleghi avessero chiamato là per chiedere mie notizie, gli dessero il mio indirizzo per venirmi a prendere....fu così che di lì a poco Stefano arrivò in macchina a prelevarmi, ma soprattutto preoccupato per il suo proiettore, non per la disavventura di cui lui era stato responsabile...

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