7 - ARRIVANO LE MACCHINE PER IL LEGNO

Nel bello del cammin de la mia vita
Mi son trovato immerso in un casino
Che la pazienza mia sarà finita
Nell'arco d'un momento d'un mattino
Quando con le macchine del legno
Avrò giocato tutto il mio destino.
Ed è per questo che con molto sdegno
Rifiuto di dovermi assoggettare
A metter ancor più del mio impegno
Per non riuscire più a progettare
Qualcosa che fa parte di me stesso,
qualcosa che mi possa far sognare,
qualcosa che mi renda men depresso
e che mi dia la voglia di fuggire
da tutto quello che mi corre appresso!!!
Ed è perciò che vi vorrei stupire
Scrivendo una lunghissima poesia
Che non son certo mi potrà riuscire,
ma che mi smuoverà la fantasia,
portando innanzi a voi delle stranezze
che vi riempiranno dall'allegria.
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Ricordo che partii con le certezze
Di un giovane ventenne all'avventura
In cerca della vita le bellezze,
non pensando che fosse così dura
riuscire a districarsi nel contesto
di gente che sembrava più matura
ma aveva sol l'intento manifesto
di vivere girando per il mondo
fregandosene poi di tutto il resto.
Ricordo come oggi quel profondo,
immenso gusto di dover partire
che mi rendeva vivo e più giocondo
che mi faceva correre e gioire
in giro per l'Europa e per la terra,
credendo non dovesse mai finire......
Nel
febbraio del 1980 mi ritrovai in una empasse assoluta della mia vita: dopo
anni, per la prima volta ero orfano del basket, avendo rinunciato ad allenare
per trovare una via verso un futuro meno precario, dell'Università che ormai
stava scivolando nei ricordi, senza valide prospettive, con un amore sfuggitomi
di mano, con l'attività spasmodica degli ultimi mesi che, se da un lato mi
aveva dato la possibilità di esperienze uniche, dall'altro mi aveva svuotato di
energia.......e fu così che passavo il tempo tra una lettura e una passeggiata,
scrivendo lettere e buttando giù pensieri su quella che sarebbe stata o avrebbe
dovuto essere la mia vita futura....
Un giorno di fine febbraio, passando davanti all'ufficio di collocamento, decisi di entrarci. Non avevo mai voluto farlo: questo è uno dei miei difetti, mi sono sempre sentito superiore al dover chiedere, mi sembrava dovermi abbassare a chiedere a qualcuno affinché mi risolvesse un problema; io i problemi dovevo, e devo, sempre risolverli da solo....ma quel giorno entrai e mi misi a leggere i vari annunci di ricerca del personale. Ne vidi uno di una ditta di spedizioni internazionali con sede a Pesaro che cercava un impiegato con conoscenza della lingua francese e inglese. Questo annuncio attirò la mia attenzione e mi rivolsi all'addetto dell'ufficio che contattò subito il responsabile della ditta in questione e mi fissò un appuntamento per un colloquio, per il giorno dopo. Mi presentai al colloquio e, evidentemente, pur non sapendo per quale preciso motivo, faci una buona impressione e.....venni assunto: contratto a tempo indeterminato con periodo di prova di 2 mesi......lunedì si comincia.
Non potevo credere al mio colpo di fortuna: era la prima, e poi unica, volta che entravo in un ufficio di collocamento, e il giorno dopo avevo un lavoro fisso!!!
Cominciai così a lavorare per la prima volta nella mia vita, in un ufficio con altre 4 persone e, come mio solito, mi gettai a capofitto nell'imparare cose per me finora sconosciute. Appresi cosa è il Telex (si comunicava solo con quello a livello internazionale): oggi nessuno sa più cosa sia, o cosa fosse, un telex, quella specie di macchina da scrivere che elaborava una piccola striscia gialla perforata, che interpretava la scrittura e la inviava in tempo reale all'interlocutore al di fuori del paese.
Imparai cosa fosse una Lettera di Credito e cosa volesse dire negoziarla in banca; imparai cosa fossero le Tariffe Doganali e cosa uno sdoganamento.....e, al di là della pratica di tutti i giorni, cercavo di informarmi autonomamente sui vari processi delle negoziazioni internazionali, qualcosa che già era oltre la pratica della spedizione di beni.
Dopo un mese, durante il quale mi ero già reso completamente autonomo nella gestione del lavoro, cominciavo a sentire un qualcosa che mi diceva che non poteva essere quello il lavoro della mia vita. Mi informavo sulla organizzazione del gruppo per il quale stavo lavorando e su come si sarebbe potuto fare carriera all'interno dello stesso (ho degli scritti di quel periodo nei quali ipotizzavo di diventare il Direttore Generale di tutta quella organizzazione....). Vedevo delle situazioni interne che a pelle non mi piacevano e un livello intellettuale del dirigente che non mi convinceva (un altro dei miei difetti: non riesco a riconoscere l'autorità, mi sento sempre al di sopra di chiunque cerchi di impormi delle idee o delle situazioni). Ricordo che un paio di volte che il direttore era fuori, entrai nel suo ufficio per prendere un libro sui diritti sindacali e del lavoro, volevo capire cosa mi sarebbe aspettato nel proseguo del lavoro in quella sede.
D'altro lato tutto andava bene, il lavoro era semplice e il primo stipendio era arrivato, il secondo stava per arrivare e per quel poco che mi serviva per vivere in quel momento, era più che sufficiente a mantenermi e togliermi qualche sfizio......era il venerdì dell'ultima settimana di prova e dalla settimana successiva sarei stato definitivamente assunto. Prima di andare a casa, il direttore mi chiamò nel suo ufficio e mi disse:
"Rodolfo, devo dirti una cosa, tu non sei adatto alla nostra organizzazione"
"Cosa significa?", risposi io
"Significa che dalla prossima settimana non devi più venire a lavorare"....ero stato licenziato su due peidi!!!
Se fin qui ho menzionato alcuni miei difetti, adesso devo dire quale è il mio pregio principale: non perdo mai la calma e la razionalità in certe situazioni. Avrei potuto innervosirmi, agitarmi, tutto quello in quel momento voleva dire, non appena trovato un minimo di equilibrio, rimettere tutta la mia vita nuovamente in discussione.
Chiesi semplicemente:
"Potrei sapere perché non sono adatto alla vostra organizzazione?"
"Perché questo lavoro non fa per te, so che sei venuto a leggere il libro sul diritto del lavoro, qui abbiamo bisogno di gente più remissiva..." etc. etc.
"Ok, bene , ho capito, grazie per quanto concessomi e buona fortuna a voi", gli dissi!!!
Ero di nuovo sulla strada, di nuovo alla ricerca di una occupazione e di un futuro da re-impostare. Fortunatamente quei due mesi di lavoro mi avevano dato una piccola autonomia finanziaria, quindi potevo barcamenarmi con un po' più di calma.
A metà maggio ci fu un annuncio sul Il Resto del Carlino per un corso da Export Manager di 6 settimane, remunerato e pagato con fondi della comunità europea, organizzato dalla Associazione Industriali, al quale potevano partecipare 25 giovani al di sotto dei 30 anni. Doveva essere inviato un modulo di richiesta di partecipazione e ci sarebbe poi stata una selezione. Era quello che ambivo fare, forte della mia recente Esperienza Internazionale. Feci subito la richiesta, ebbi un colloquio e fui accettato al corso. Sostanzialmente ero l'unico non raccomandato dei 25 che avrebbero partecipato alle lezioni!!
Lezioni che cominciarono a fine maggio e si protrassero fino alla fine del mese di giugno. Devo tutto a quel corso di formazione: lo presi, diversamente dagli altri partecipanti che bene o male erano già indirizzati al lavoro grazie ai loro conoscenti e genitori, nella maniera più seria possibile e cercai di imparare di tutto e di più su Marketing, strategia, gestione di pratiche commerciali, terminologia commerciale, studio delle valute e dei cambi, break even, elaborazione costi etc. etc. inoltre c'erano lezioni di inglese e francese commerciale.
Questa mia dedizione e attenzione portò alcuni dei docenti, in particolare la Dott.ssa Rita Gaudenzi (che sarebbe in seguito diventata Presidente della Associazione Nazionale Mobilieri) a prendermi in considerazione per qualche azienda associata che si era rivolta alla Associazione per ricerca di personale un po' più evoluto. C'erano a Pesaro parecchie aziende già operative nel settore delle macchine per il legno e la loro espansione era sempre più rivolta ai mercati esteri. Oltre alle ditte già un po' più strutturate delle altre, quali la IDM, la Morbidelli, la Biesse, ce ne erano tante altre più piccole o addirittura piccolissime che cercavano però di trovare sbocchi fuori dell'Italia. Si era da poco conclusa la fiera Interbimal (l'attuale Xylexpo si chiamava così a quei tempi) e alcuni dei piccoli fabbricanti di macchine si erano trovati ad avere contatti con importatori o clienti esteri e avevano bisogno di espletare alcune pratiche o semplicemente dare seguito agli incontri con invio di lettere di ringraziamento e documentazione.
Tra queste una, la RBO, che aveva cominciato a fabbricare macchine per la movimentazione dei pannelli, era riuscita a chiudere un ordine di due macchine per la Francia, grazie all'aiuto del rappresentante della Biesse, già ben introdotta su quel mercato, Mr. Barrier. Sta di fatto che, il direttore della piccola RBO (all'epoca vi lavoravano una decina di persone, compresi i 3 titolari) fosse fratello di una giovane, fattasi suora di clausura, che era stata compagna di scuola della Dott.ssa Gaudenzi di cui sopra. Si rivolse quindi a lei per chiederle se conoscesse qualcuno che potesse dargli una mano a dare seguito ai contatti presi in fiera e in particolare alla gestione dell'ordine chiuso con la Francia. Con la Dott.ssa Gaudenzi ero ormai diventato amico (eravamo quasi coetanei e avevamo instaurato un ottimo scambio intellettuale) e lei, vedendomi come quello del gruppo più interessato a quel tipo di attività (e forse anche il più bisognoso di qualche entrata di denaro) mi propose al Rag. Rastelli per un colloquio. Questo quando ancora mancavano 3 settimane alla fine del corso. In quel periodo non avevo la macchina e gli orari del corso andavano dalla mattina alle 9 fino alle 17h. Organizzai il primo colloquio per le 18h, uscii dall'ultima lezione, andai di corsa alla fermata dell'autobus e arrivai a qualche centinaio di metri dalla ditta dove dovevo presentarmi. Arrivai così puntuale al colloquio e, ancora una volta, evidentemente, feci una buona impressione e ci mettemmo d'accordo subito con il Rag. Rastelli per cominciare già il giorno dopo a recarmi in ditta per prendere visione delle pratiche e cominciare a imparare di cosa si stesse trattando. Dovevo però finire il corso, avevo ancora 3 settimane e non potevo e non volevo lasciarlo, anche per ricevere il compenso convenuto, che corrispondeva a circa 700.000 lire, più di un mese di stipendio a quei tempi.
Ci mettemmo d'accordo, siccome allora le ditte di quelle dimensioni lavoravano normalmente fino alle 20, e ci si tratteneva anche oltre, che per le rimanenti settimane del corso avrei preso lo stesso autobus di quel primo giorno, sarei arrivato in ditta verso le 18 e avrei lavorato fino alle 21-22-23.....
E così fu....la fine del mese di giugno del'80 la passai frequentando il corso da Export Manager per 7- 8 ore al giorno, per poi prendere l'autobus e passare altre 3 - 4 ore in azienda a prendere visione di vari contatti, scrivere lettere, verificare trasporti etc.
Per tutto quel tirocinio il Rag. Rastelli mi affiancò Daniele Rovinelli, che già da anni faceva quel mestiere di impiegato presso la Biesse ed era considerato come il GURU delle pratiche di spedizione e gestione delle commesse con l'estero. Daniele passava le sue otto, nove ore alla Biesse e insieme arrivavamo a fine serata in RBO per attaccare il lavoro là, lui per arrotondare il suo stipendio, io per imparare quanto più possibile.
Tutto questo mi aveva galvanizzato, le cose si stavano mettendo bene finalmente. Quel lavoro mi piaceva, era stimolante, il corso teorico e l'immediata messa in pratica di quanto si studiava, mi stava prendendo ogni giorno di più e ogni giorno che passava miglioravo il mio inglese e francese parlato, ma soprattutto scritto.
.....passando le serate insieme, anche il rapporto con il Rag. Rastelli, poi diventato semplicemente Riccardo, diventava sempre più di colleghi e poi di amicizia. Mi prese a benvolere, entrai nelle simpatie dei titolari, in particolare la O della RBO, il Sig. Oneda, che era un po' la mente pensante dell'azienda, quello più tecnico e geniale, ma più anziano dei suoi due soci e con una visione delle cose molto particolare e distante dagli altri.
Il corso finì il 30 giugno e in qualche modo mi ero integrato in RBO. Riccardo mi chiese se mi piaceva essere là e se avessi voluto continuare: chiaro che sì, ero entusiasta e pronto a fare qualsiasi cosa per mantenere quella opportunità di lavoro che, diversamente dall'impiego che avevo avuto nella ditta di spedizioni, sentivo più MIA. Cominciai così ad andare in azienda in orari di ufficio, pur non essendo assunto o messo in regola. Eravamo in estate, il mese di luglio è quello più faticoso per lavorare in fabbrica a Pesaro, il caldo è insopportabile, la umidità ti appanna gli occhi....e per me era la prima volta al lavoro per 8, 9, 10, 11 ore al giorno, non importava.....
Alle fine della seconda settimana di luglio, il venerdì prima di andare a casa, Riccardo mi chiamò nel suo ufficio e mi disse:
"Se sei d'accordo, da lunedì facciamo partire l'assunzione definitiva, ti mettiamo in regola e cominci a lavorare come dipendente, cose ne dici?"
Ero chiaramente al settimo cielo, avevo un lavoro fisso e che mi piaceva, da lì si poteva cominciare a impostare il futuro. Il 16 luglio 1980 entrai a fare parte ufficialmente della Community delle Macchine per il Legno (il 16 luglio di due anni prima ero partito all'avventura per gli USA, quel giorno cominciava l'avventura che è durata poi 40 anni).
La cosa che sempre ricordo a tutti è che, le prime volte che incontrai Riccardo e parlammo del lavoro da svolgere e delle prospettive, gli chiesi:
"Il lavoro sarà solo sedentario o ci sarà qualche possibilità di trasferta all'estero?"
"Bhè" mi rispose "abbiamo una commessa in Francia, ogni due anni c'è una fiera in Germania dove probabilmente parteciperemo, niente più"
.....dopo due anni da quel giorno ero già stato in tutto il mondo....e di fiere in Hannover, a oggi, ne ho già fatte 20......