35 - TURCHIA

In Turchia ci sono stato più volte, sempre e solo per motivi di lavoro. Il paese mi ha in qualche modo affascinato: è uno dei luoghi storici che più mi attirano, insieme al medio oriente. E' sempre da quelle parti che sono nate e si sono sviluppate civiltà, religioni, scontri tra culture.
Ho avuto modo di visitare Istanbul, dove mi sono recato ad alcune fiere. Mi sono permesso soltato di visitare la famosa e bellissima basilica di Santa Sofia ed è stata anche quella una esperienza unica.
La prima volta che mi sono recato là sono stato ricevuto e accompagnato da Mr. Nahid, un, allora, giovane e enorme persona, di mentalità aperta e carattere gioviale, che mi ha spiegato un po' della vita locale e mi ha fatto frequentare alcuni bei ristoranti e ritrovi serali. L'ho rivisto dopo tanti anni, Nahid: adesso ha una sua organizzazione di vendita ed è dirigente della Efes di Instanbul, una delle più forti squadre di basket del panorama europeo attuale e di cui lui ne era stato giocatore.
Ma delle trasferte turche, la più marcata nella mia memoria, è quella di quando ci recammo a Kaiseri, nel cuore della Turchia e enclave mussulmana per eccellenza, luogo di maggiore concentrazione di integralismo mussulmano del paese. E' lì che si trova il più grande gruppo mobiliero della Turchia, la famosa Ditta Boytas.
Ci recammo là in comitiva, 5 persone della dirigenza Biesse: Renzo Bastoni, Rolando Santini, Gigi Tacchi, Ezio Baldazzi ed io. Dovevano implementare la produzione esistente per aumentare consistentemente la capacità produttiva, quindi l'investimento era per un pacchetto completo di macchine. L'ordine di diversi miliardi.
Passammo là 3 giorni di lavoro intenso, con una giornata finale di trattativa allo spasimo, fino a concludere con la firma dei documenti, strette di mano, abbracci e ultima cena, buonissima, in un ristorante su una collina dalla quale si poteva vedere un paesaggio lunare, quale quello dell'interno dei quel Paese.
Come mio solito, ero entrato nelle simpatie del titolare, il Sig. Boytas (che mi ha poi riconosciuto dopo anni su altre fiere in Germania), che era un mussulmano praticante e sistematicamente si assentava durante il giorno per fare le sue preghiere. La ditta era enorme, con credo 2000 dipendenti, pertanto avevano anche una loro moschea interna, dove tutti si recavano a orari determinati per assistere alla celebrazione del loro rito e alla predica dell'Iman. Fu così che chiesi al Sig. Boytas se mi permettesse di assistere a una di quelle cerimonie e lui acconsentì: potei così assistere per la prima e unica volta nella mia vita a un rito Mussulmano, senza capire chiaramente niente di quanto stessero dicendo, ma comunque un momento mistico diverso.
Il
risultato finale di quella visita, che era stata proprio pochi giorni prima che
iniziassero le nostre ferie estive, fu che, quell'ordine firmato e l'accordo
che durante le nostre ferie avrebbero loro provveduto all'apertura della
lettere di credito, che avremmo noi confermato subito al nostro rientro al
lavoro, si risolse con un nulla di fatto:
anziché aprire la lettera di credito come promessoci, si incontrarono, mentre
noi ci godevamo le nostre vacanze, con il Gruppo Homag e finalizzarono l'ordine
con loro mandando a monte tutto quel lavoro fatto insieme e rimangiandosi,
senza nessun pudore, tutte le parole e le strette di mano spese!!!