31 - GIAPPONE

Un giorno il Dott. Alfredo mi chiamò nel suo ufficio e mi disse.
"Ho avuto un invito a visitare il centro Ricerche e Sviluppo della Mitsubishi a Osaka, ma non posso recarmi là per via di altri impegni presi. Ho pensato che potrebbe essere interessante per te un giretto là a rappresentarmi, cosa ne dici?"
La mia risposta non poteva che essere affermativa: intanto il Dott. Alfredo chiedeva a me in prima battuta di rappresentarlo, poi sarebbe stata una bellissima esperienza in un paese dove non ero mai stato (se non una notte a Tokyo in stop-over verso la Corea) e presso uno dei gruppi industriali più grandi ed importanti al mondo.
Quando comunicai a Fabio Maioli della proposta del Dott. Alfredo, ci rimase un po' male, in quanto non era stato consultato ed era lui il Direttore Tecnico del Gruppo. Andò a conferire in Direzione e il risultato fu che partimmo insieme e, ancora una volta, fu una esperienza unica, interessante e divertente allo stesso tempo.
Il centro R&D della Mitsubishi di Osaka è una città nella città. Si fa ricerca su tutto, in particolare ci fecero soffermare sulla gestione della vita quotidiana, che spaziava dalle abitazioni fino agli arredi urbani. Grandissima attenzione era data alla gestione dei terremoti, che in Giappone sono la regola giornaliera: ci mostrarono apparecchiature che simulavano terremoti in scala crescente, fino al 9° grado che sarebbe devastante. Potemmo vedere che conseguenze un terremoto di quella portata avrebbe avuto su un palazzo di 10 piani......poi c'erano strade simulate, con allo studio una illuminazione a energia solare... e poi gli interni delle case e il mobiliario, la parte più direttamente collegata alla nostra presenza e attività.
Ci fecero diventare vecchi, facendoci indossare degli occhiali e delle protesi speciali che portavano il nostro fisico a simulare la situazione in cui ci saremmo presumibilmente trovati in età da pensione: quindi come strutturare la case per compensare a un andamento claudicante, con la vista annebbiata e così via.
Una delle cose che gestivano in quel contesto produttivo era la fabbricazione di CASE. Sì, case che chiameremmo prefabbricate, venivano là prodotte in catena di montaggio e già arredate, per essere consegnate e installate, su un terreno sul quale venivano preparate le fondamenta, in una settimana. Vedere una grande fabbrica con all'interno un centinaio di case che avanzavano automaticamente su due vie parallele fu una immagine sconvolgente. Altra cosa che mi colpì a quel tempo fu la cura maniacale dei particolari nelle fabbriche. Le poche che visitammo erano perfette e perfettamente pulite e tirate a lucido. Ogni piccolo accessorio era localizzato ed aveva un suo posto definito disegnato al suolo.
L'ultima sera di permanenza a Osaka, prima di rientrare a Tokyo da dove avremmo preso il volo di ritorno, il management ci invitò per una cena esclusiva in un locale che fungeva da Club privato solo per i funzionari della Mitsubishi. Entrammo nel locale, con luci soffuse e silenzio, arredamento piuttosto sofisticato, e ci trovammo di fronte una scena che mi fece scoppiare dal ridere. Fummo accolti da una decina di belle fanciulle, molto alte, ricordo, per lo standard giapponese, vestite in succinto costume da bagno e con in testa delle alte orecchie: erano la copia giapponese delle Conigliette di Playboy......
La cena fu simpatica e le inibizioni si sciolsero tra noi e i giapponesi, si bevve e si rise. Finita la cena, anziché portarci al vicino albergo, decisero di portarci in un altro piccolo e angusto locale per bere un ultimo whisky e....cantare al Karaoke!!! I giapponesi, così come i Cinesi, vanno matti per il Karaoke e tutti, dal top manager al piccolo impiegato, ci si cimentano. Noi eravamo riottosi a farlo, finché poi, nel cuore della notte, mi diedero il microfono e misero su il disco di 'O sole mio......Bhé, l'esperienza di cantare 'O sole mio a Osaka davanti al top management della Mitsubichi non credo sia cosa da tutti.....
Furono tanti i progetti nei quali fui coinvolto in quei pochi anni in Scm. Lavorammo in maniera forsennata, rigenerando tutta la gamma di movimentazione della Mahors (gamma che è rimasta in essere fino ad oggi). Il Team di lavoro era di altissimo livello e tutti erano immersi nella operazione di crescita tecnologica.
Ho accennato all'arrivo dell'Ing. Giovanni Gemmani (oggi Presidente del Gruppo) in affiancamento all'Ing. Maioli che era il responsabile tecnico del Gruppo. Così come ho parlato dell'arrivo anche dell'Ingegner Pritelli e al nostro lavorare insieme, come nel caso dell'acquisizione della commessa in Usa. Ma non solo......