29 - IDM

Vista la dimensione del business impianti che si stava sviluppando e visto il numero di impianti in consegna, si decise di affittare un capannone e trasferire la sede della Eurogroup nei nuovi uffici all'interno del capannone stesso (un nuovo edificio appena realizzato nella zona industriale di Gradara). Si decise inoltre di creare la Eurogroup Italiana, nel senso che la prima Eurogroup era stata creata in Svizzera, come già ho menzionato sopra, ma il motivo vero di avere una società con sede in Svizzera ormai sfuggiva a tutti e, con l'entrata della Biesse, si creò una Srl in Italia che acquisiva la società svizzera, che però doveva continuare ad esistere, con tanto di sede legale e conto in banca: bisognava continuare a gestire la commessa Mostoles, che era stata chiusa a nome di quella entità e i pagamenti quindi avvenivano sulla banca svizzera appunto.
Gli altri ordini di impianti che ho menzionato furono poi acquisiti a nome della società italiana.
....siccome questo mio impegno letterario vuole essere leggero stacco dalla pura cronaca degli avvenimenti per raccontare un paio di aneddoti......
Zucchi Luciano era l'amministratore delegato della IDM (chi del mestiere e di Pesaro sicuramente se ne ricorderà...). Era una brava persona ed era IL Ragioniere per antonomasia. Ho già accennato al fatto che la IDM in quel momento storico era una specie di cooperativa, con 22 soci (dopo che i tre soci fondatori avevano distribuito le loro quote, rimanendo comunque quali partner). Un numero così alto di soci, tutti operativi nell'azienda, doveva necessariamente delegare tutte le operazioni di gestione corrente a una persona, e Luciano era la persona che aveva avuto la fiducia degli altri e che si era preso quella che era sicuramente una bella Bega più che un gran piacere.
Luciano era un sognatore, un visionario, viveva in un mondo che scoprii essere tutto suo. Ma era talmente coinvolgente nei suoi ragionamenti che riusciva a mischiare realtà e visione in modo così realistico che si era trascinati in una realtà virtuale dalla quale non non si riusciva ad uscire. Io ugualmente mi ero fatto attrarre da quel misto di concretezza (i dati di crescita e le tecnologie erano pur lì...) e bluff che di giorno in giorno si accavallavano. Però la mia logica e lucidità nell'analizzare le situazioni, mi lasciavano ogni sera un dubbio. Le cose, almeno a livello finanziario, non sembravano andare per il meglio in IDM: il capannone nuovo in costruzione, le nuove macchine da realizzare, i nuovi assunti che aumentavano di giorno in giorno tra ingegneri e commerciali, tutto questo costringeva a un esborso continuo, mentre le consegne erano in ritardo, quindi gli incassi slittavano e gli impegni con le banche crescevano.
Luciano mi aveva preso in buona e aveva cominciato a confidarsi con me. Era da tutti riconosciuto come un ottimo ragioniere, che sapeva gestire al meglio i conti e le situazioni finanziarie.
Il mattino arrivava in ufficio intorno alle 9 e si chiudeva a chiave nella sua stanza per non essere disturbato da nessuno. Non era possibile farsi ricevere, almeno per qualche ora, e nessuno sapeva cosa potesse succedere nel suo ufficio in quelle mattinate. Un giorno, non ricordo per che motivo preciso, forse solo per sfogarsi e confidarsi con qualcuno, mi fece entrare nella sua stanza e cominciò a parlare. Io rimasi sconvolto dai suoi ragionamenti ed ebbi un flash: le cose si sarebbero messe male per tutti!!!
Ero di fianco a lui, sulla scrivania aveva davanti a se, ben allineati uno di fianco all'altro, non meno di 15 libretti di assegni!!! In mia presenza fece due-tre chiamate a direttori di banche differenti e cominciò poi a parlare di come distribuire gli assegni per chiudere un conto in rosso, spostando i soldi da una banca all'altra, come anticipare una fattura, ma su quella banca il castelletto era finito, e così per circa una ora, spiegandomi che ogni giorno lui doveva mischiare le carte (i libretti di assegni...) per mantenere in equilibrio i conti e fare in modo che nessuna banca iniziasse una azione di recupero....parlava con i vari direttori riuscendo a convincerli che il problema era solo momentaneo, che il giorno dopo avrebbe risolto tutto e così andando....poi, tra una chiamata e l'altra e un commento e l'altro se ne uscì dicendomi:
"Stamattina l'oroscopo era positivo, quindi per oggi dovrebbero sistemarsi le cose; ieri invece l'oroscopo diceva che...vedremo domani...."
A quel punto la mia razionalità prese il sopravvento e uscii dalla favola: Luciano viveva proprio fuori del tempo, si era immerso in un suo mondo virtuale dal quale io non vedevo una via d'uscita. In quel momento intuii la fine della IDM, ma non sapevo con chi e come parlarne. Dovevo però trovate qualche escamotage per quanto riguardasse me stesso....
....e la fine che intravedevo per la IDM era associata alla nonchalance con la quale il personale interno stava vivendo una situazione che all'apparenza era più che positiva, ma che nella sostanza viveva su una polveriera che poteva esplodere da un momento all'altro....però la vita di tutti i giorni era piacevole su quel Titanic....
In attesa del nuovo capannone e quindi dei nuovi uffici che si stavano allestendo, per il numero di addetti commerciali che stava considerevolmente aumentando, si presero degli uffici che si erano liberati in una palazzina adiacente alla fabbrica. Qui si entrava da una porta principale che si affacciava su un lungo corridoio che portava, in fondo, in un salone dove era concentrata la segreteria commerciale e alcuni degli area manager avevano le loro scrivanie. Subito alla entrata c'era una reception, dietro la quale era situato l'ufficio del Ragioniere (Luciano); poi, procedendo verso la sala commerciale, a destra e sinistra lungo il corridoio, c'erano alcuni uffici, dei vari manager, tra cui il mio. Mi sistemavo là, lasciando la porta aperta, potendo quindi assistere a tutto l'andirivieni giornaliero dei vari personaggi: chi andava alla segreteria commerciale, chi da là andava alla reception per qualche motivo, chi andava in bagno, chi si assentava qualche minuto per andare a prendere un caffè al bar lì vicino, etc. etc. era un via vai continuo...e in questo via vai....
.....c'erano belle ragazze al quel tempo in IDM, forse era più facile che oggi vedere dei giovani nelle aziende, e lì ne erano stati assunti diversi. Tra questi, ragazze per la segreteria commerciale (in fondo al corridoio...), per la reception, per l'amministrazione: adesso non ricordo esattamente il loro numero, ma quello che ricordo bene è come si presentavano queste belle e giovani fanciulle la mattina quando arrivavano in ufficio....oggi forse non c'è più il gusto e il gesto di vestirsi e presentarsi ben addobbati ed eleganti, forse ci si fa meno attenzione che una volta, ma, almeno a Pesaro, le donne già la mattina alle 7h30, presentandosi nei bar per la colazione, erano ben vestite, ben truccate ed elegantissime. A maggior ragione in IDM, dove se ne erano concentrate tante in poco tempo, e ognuna era in qualche modo in competizione con l'altra... arrivavano già di prima mattina abbigliate in minigonna, scarpe coi tacchi, bellissime, e cominciava davanti alla mia porta una sfilata di moda e di belle donne in minigonna che di sicuro non dimenticherò facilmente: al di là di tutti i problemi che si accavallavano e che avrebbero portato alla disfatta, ero però piacevole lavorare in IDM!!!!
......in tutto questo contesto, la Eurogroup stava diventando una realtà così come la IDM, ma tra tanti pro (visione, alta conoscenza tecnica, alta tecnologia sviluppata sulle macchine, alta capacità intellettiva dei personaggi coinvolti) e contro (scarsa professionalità, improvvisazione, la visione che diventava utopia...).
....e nel momento in cui la Visione, a causa soprattutto della improvvisazione, si trasformò definitivamente in Utopia ...... tutto precipitò all'improvviso.....
Ho sopra menzionato la mia sensazione negativa dopo quell'incontro ravvicinato con il Rag. Zucchi: non passò molto tempo da quel giorno a quando, improvvisamente, la IDM portò i libri in tribunale......
Ma prima che questo succedesse, già si erano presi impegni incredibili in diversi paesi e il progetto Engineering era stato enfatizzato all'inverosimile ed aveva ricevuto altresì riscontri incredibili....
Ho già detto che nel giro di un paio di anni furono firmati diversi contratti di impianti, di cui il più importante era probabilmente quello con la Case System, in Michigan. Si trattava di una linea completa di produzione pannelli, completamente flessibile, composta da sezionatura per barre, squadra bordatura longitudinale su due macchine monolaterali, taglio trasversale su una macchina Biesse fabbricata ad hoc (Crossmatic), squadra bordatura trasversale su altre due bordatrici monolaterali, foratura flessibile sulla Matrix che già abbiamo conosciuto per la sua avanguardia.
Era già stata realizzata una linea simile alla Mobalpa e Jacques Jouannis, insieme all'Ingegnere, era riuscito a piazzarne una copia in America, instaurando un rapporto di amicizia con Norman Kaveck, il titolare della Case Systema. Norman, con il quale poi sono diventato anche io buon amico, era, direi come tutti noi a quel tempo, un sognatore. Persona sensibile e sofisticata, aveva intuito il potenziale delle idee dell'Ingegnere e, da buon americano, aveva preso al volo la opportunità......
Nel mentre dovevamo consegnare quella linea, avevamo anche in produzione l'impianto della Mosteles di cui abbiamo parlato sopra....e, come abbiamo visto, la Biesse nel frattempo era entrata come partner nella Eurogroup.
Io, in qualità di Amministratore della Eurogroup, ero tenuto a gestire il tutto, oltre a partecipare alle sempre più numerose trattative commerciali che il mercato richiedeva.....da quando ero uscito dalla RBO il mio impegno lavorativo era diventato di 7/24 come lo si definirebbe oggi......
Fino ad arrivare al fulmine a ciel sereno del fallimento della IDM, tutto andava, diciamo così, bene e a una velocità incredibile, così come furono incredibili la quantità di cose che riuscimmo a fare in quel brevissimo periodo.
Una di queste fu la decisione di presentare l'impianto, venduto appunto in Usa, alla fiera di Milano (Interbimal) del 1990.
Io avevo stretto buoni rapporti con Paolo Zanibon, direttore dell'Acimall (associazione nazionale dei fabbricanti di macchine per legno) e coordinatore della fiera Interbimal, che avevo conosciuto proprio all'inizio della mia (e della sua...) carriera avendo con lui discusso la possibilità di essere assunto in Acimall per recarmi in Usa come loro corrispondente su quel mercato.
Mi recai, insieme a Germano Buzzi, che teneva le pubbliche relazioni per la Eurogroup, a Milano per presentare la disponibilità da parte nostra a esporre un impianto completo, cosa che mai si era verificata prima d'ora, che avrebbe mostrato al mondo a che livello di tecnologia fossimo arrivati noi italiani. Chiaramente chiedevamo qualcosa in contropartita, qualcosa come, per esempio, non pagare lo spazio espositivo. Zanibon si rese disponibile e ci prospettò la possibilità di concederci quanto richiesto, ma all'esterno dei padiglioni, all'aperto quindi.
La cosa, se da una lato era allettante, d'altro lato, svolgendosi la fiera nel mese di maggio, poneva il rischio di freddo e pioggia: in quel mese si può avere un tempo stupendo cosi come possono esserci solo giorni cupi.....Decidemmo comunque di prendere il rischio.
L'Acimall si prendeva carico di allestire un tendone sul piazzale antistante la fiera, perlomeno per coprirsi dal rischio di possibili piogge, mentre noi ci saremmo presi carico di tutto il resto.
Fu quella una delle esperienze più belle, motivanti, ma al tempo stesso stressanti, della mia carriera. Volevamo dimostrare al mondo chi eravamo e tutta la nostra capacità tecnica ed organizzativa.
Installare una linea come quella già comportava notevoli difficoltà in un capannone di nuova costruzione, con tutte le attrezzature e le competenze a disposizione; figurarsi cosa volesse dire montare tutto quello all'aperto, su un terreno ciottolato, che presentava quindi dei dislivelli e della buche. Fu fatto un sopralluogo un paio di settimane prima della spedizione delle macchine per verificare la planarità del terreno. Ricordo che mi recai a Milano insieme al geometra Armando Falcioni, che era stato mio collega in Rbo, con gli strumenti del mestiere per capire dove e come si sarebbero dovute mettere in bolla le macchine.
Poi definimmo una squadra di tecnici, che avrei dovuto coordinare per, in pochi giorni, montare, mettere in bolla e far partire tutta la linea.
Nominai come caposquadra Mauro Olivieri, che aveva gestito i cantieri Mobalpa negli anni precedenti e che chiamai Il Comandante, mentre lui mi chiamava Presidente (e ancora oggi, se mi incontra per strada, mi chiama con quell'appellativo).
Comandante e Presidente passarono 7 giorni, insieme a un'altra decina di tecnici, sotto un tendone e sotto la pioggia che filtrava dai lati che non erano coperti, per allestire qualcosa che fu e rimarrà unico. Riuscimmo ad installare l'impianto e farlo funzionare e la fiera fu un successo incredibile, con i clienti che venivano espressamente fuori dai padiglioni della fiera solo per vedere l'impianto d'avanguardia che eravamo riusciti a metter su.
La linea, come detto, era di proprietà di Norman Kaveck, che avrebbe, di lì a poco, dovuto riceverla in Usa, e Norman evidentemente fu presente alla fiera, orgoglioso del suo investimento e compartecipe del nostro impegno. Non solo avevamo esposto le macchine e fatte funzionare in modo produttivo (non simulato), ma presentavamo anche un software che a sua volta simulava la linea e ne calcolava la produttività in tempo reale......
Nota:
Ho potuto vedere un impianto completamente integrato di quel tipo recentemente alla fiera di Guangzhu (Cina), con macchine completamente cinesi.....questo, se da un lato dimostra quanto velocemente i cinesi sono riusciti ad avanzare in tecnologia, dimostra anche quanto all'avanguardia noi eravamo trenta anni fa.
La stessa linea fu poi rimontata a Pesaro nei capannoni della Biesse e presentata nuovamente, in quella che fu forse la prima open house della storia pesarese, a clienti che arrivarono da varie parti del mondo, e furono organizzate conferenze presso l'associazione industriali di Pesaro, con la sala convegni gremita di gente.

Al tavolo dei presentatori sedevamo Cavassa ed io......la linea doveva essere consegnata in America, ed era quindi partito un tam tam sul quel mercato, iniziato e enfatizzato da Cavassa, che sarebbe di lì a poco sfociato in qualcosa di ancora più straordinario.

Infatti tutti i grandi gruppi o fabbricanti di mobili americani cominciarono a fare a gara a chiamare Gianni per chiedere delle presentazioni o delle spiegazioni sulle nuove teorie e su come eventualmente trasformare il loro sistema produttivo.
Fu così che cominciai a recarmi spesso in Usa e con Gianni ci si presentava presso i più importanti Fabbricanti, dove incontravamo, in grandi sale riunioni, il loro staff tecnico e cominciavamo lo show, con Gianni che teneva la parte del Presidente (lui sì, lo era, della Quattrotech/Biesse America) ed io che intervenivo subito dopo quale esperto di sistema e depositario del know how che si voleva fare emergere.
Furono, lo ripeto ancora, 2-3 anni di una intensità incredibile, tra la gestione commerciale (visite nei posti più impensati), amministrativa (gestire consegne, installazioni e pagamenti dei vari impianti che si stavano mettendo su, Mostoles, come visto, Case System, subito dopo la famosa fiera e successiva open House, Zaccariotto in Italia, uno dei primissimi impianti flessibili per la produzione di antine, Presystem, azienda emergente pesarese dove avevamo installato un impianto completo, ancora più sofisticato di quello presentato in fiera, e ancora la nuova fabbrica Mobalpa, Rosario Cabinet a Boston.....e via dicendo....).....
Nel mentre di tutto questo, dalle suddette visite americane, scaturì il primo Tech Tour Pesarese, che mai era stato realizzato fino a quel momento.
Era la primavera del 1992, l'impianto Mostoles era, con grande ritardo, in fase di start up, mentre invece Mobalpa aveva già inaugurato il suo nuovo stabilimento e iniziato a produrre con la sua bellissima fabbrica immersa tra le montagne sovrastanti il lago di Annecy. Probabilmente in quel momento era la più bella fabbrica del mondo, almeno a mia conoscenza, e valeva proprio la pena farla vedere a quanti più clienti possibile.
Organizzammo quindi un Tech Tour di una settimana al quale riuscimmo a far partecipare la bellezza di 35 americani, in rappresentanza di 10-12 tra i migliori potenziali clienti, tra cui faccio solo il nome del Gruppo Masco, che all'epoca era il più grande Gruppo mondiale, superiore ad Ikea, che fece venire il suo numero uno, l' Executive Vice President Mr. Tom Thorton.....e altri del suo calibro.
Organizzai il tutto insieme all'amico Germano Buzzi, il nostro Public Relation Manager. Siccome arrivavano persone di prestigio, dovevamo prevedere il meglio per loro. Il tour cominciava proprio con la Visita alla Mobalpa, quindi gli americani arrivarono alla spicciolata, dai diversi stati di provenienza, all'aeroporto di Ginevra. Avevamo noleggiato un grande pullman che ci avrebbe condotti alle diverse visite tra Francia e Italia.
Da Ginevra tutti si spostarono ad Annecy, dove avevamo prenotato le camere all'Hotel L'Imperial, il più bel albergo di tutta la zona, un palazzo ottocentesco che era appena stato ristrutturato ed inaugurato qualche giorno prima del nostro arrivo. Il posto era (ed è) incantevole, posizionato a bordo lago, con una hall magnifica, un buonissimo ristorante e una fantastica terrazza affacciata sull'acqua per una favolosa vista delle montagne innevate.
Gli americani rimasero esterrefatti dalla bellezza del luogo ed avemmo anche la fortuna di un tempo magnifico, inizio di primavera con un tiepido sole e cielo terso, che permettevano di sedersi in terrazza e bere un flute di champagne nel tepore dell'aria limpida.....
Dopo la prima visita alla Mobalpa, da Annecy ci spostammo in Friuli, dove si visitò la Ditta Fantoni che già aveva in funzione un impianto dell'Ingegnere, poi si scese fino a Pesaro per la visita delle aziende e della struttura che la Eurogroup stava mettendo in piedi.
Ricordo che il Gruppo Biesse non era ancora nato e che sostanzialmente era la Biesse America a presentare la Eurogroup Engineering, quindi la IDM e gli altri erano in quel momento corollario, anche se le linee che erano state mostrate erano prevalentemente impostate sulla tecnologia della IDM.......
Tutto bellissimo, ma.......mentre i nostri americani si godevano il sole e lo champagne, io ricevevo una telefonata dalla segreteria della IDM:
"Sono stati portati i libri in tribunale!!!!"
In quel marzo del '92 cominciò per me un calvario di quasi 3 anni che cercherò brevemente di ricordare.
Dicevo che la settimana con gli americani fu fantastica e i risultati successivi lo furono altrettanto: la Biesse America prese il suo slancio definitivo da quelle visite e, tra macchine stand alone, piccole linee e impianti completi (vedi American of Martinsville per esempio) firmò ordini con tutti quei clienti che avevano partecipato al Tech Tour.
Mentre questo succedeva in America.....da noi intanto era scoppiato il caos!!!
Tra installazioni in essere e ordini da consegnare, con la IDM in amministrazione controllata, tutto era diventato un pandemonio.
Sostanzialmente la Eurogroup era più legata alla Idm, e la Biesse, che era entrata in società a posteriori, dopo l'acquisizione della commessa Mostoles, era più un fornitore che un partner. La Pritelli Progetti, l'Ingegnere in sostanza, aveva creato la GP Consulting e si era messa a costruire movimentazione, ma con pochissimi mezzi finanziari e appesa al filo IDM. La Mostoles reclamava la messa in funzione definitiva dell'impianto, ma tutto girava intorno a IDM. Per quanto ci sforzassimo a cercare di rispondere adeguatamente a tutti gli interlocutori, la situazione era complicatissima, non c'erano soldi per inviare i tecnici e via dicendo.
Tra tutti la sola Biesse era finanziariamente e strutturalmente all'altezza, ne era consapevole e nutriva l'ambizione di potenziare la sua struttura e diventare Gruppo, principalmente per controbattere i cugini della SCM che, pur non essendo Gruppo neanche loro, erano però già ben posizionati sul mercato globale e su tutte le tecnologie, seppur di fascia più bassa. L'intenzione della SCM, invece, era quella di implementare il suo business con l'alta tecnologia e, dopo l'acquisizione della Morbidelli nel 1987, stava cercando altre aziende importanti da integrare nel suo contesto.
....essendo però la IDM azienda pesarese ed essendo comunque Biesse e Idm partener nella engineering, pur rimanendo grandi le divisioni tra i diversi personaggi del top management delle due aziende, doveva evidentemente rimanere nel contesto pesarese....e di fatto la Biesse iniziò la trattativa per fare uscire la IDM dalla amministrazione controllata acquisendola e integrandola nel suo progetto industriale: questo voleva dire averne il controllo totale e di conseguenza sarebbe stato il primo passo per diventare Gruppo, appunto.
Le trattative proseguirono per un paio di mesi, ci si presentò alla fiera di Milano di quell'anno (con spirito ben diverso di quello di soli due anni prima) annunciando che, questione ormai di pochi giorni, la trattativa si sarebbe conclusa e si rassicurarono i vari clienti che erano preoccupatissimi per la situazione, che la Eurogroup avrebbe rispettato tutti i suoi impegni, prendendosi carico la Biesse di tutto quanto in essere, una volta chiusa la pratica IDM.
Con questo spirito mi recai alla Mostoles a fine maggio, per verificare lo stato della linea e contrattare una soluzione definitiva per arrivare a fine lavori e incassare tutto quanto dovutoci. Andai là sollecitato anche da Luciano Baioni e da Biesse, per annunciare appunto che quel giorno stesso la Biesse avrebbe ufficialmente acquisito la IDM.
Infatti, mentre ero in viaggio per Madrid, era prevista una ultima riunione della dirigenza della Biesse con i 22 soci della IDM, per definire come sistemare le cose, come liquidarli e reinserirli nel contesto del Gruppo che andava creandosi.
Tutto era ormai deciso, l'accordo era stato raggiunto....però....quella sera era in programma a Pesaro un importante incontro di basket della Scavolini, la partita iniziava come sempre alle 20h30....fu così che i responsabili della Biesse, quando furono le 20 se ne andarono di corsa per recarsi al palazzetto dello sport, avendo ormai definito tutto quanto c'era da definire con la dirigenza IDM......
...erano ancora in macchina verso la città quando lo staff della SCM li rimpiazzò e rimase con i soci IDM per tutta la notte fino a fargli firmare individualmente un accordo di cessione dell'azienda. La Scm si faceva carico di tutti i debiti e garantiva ad ognuno dei soci una buonuscita e un impiego con salario garantito!!
......io, la mattina successiva, ero già alla Mostoles pronto ad andare in riunione con il grande capo Senor Alonso, quando mi chiamarono al telefono dell'azienda, no telefonini..., e mi passarono il Baio.
Tranquillo, risposi pensando mi chiedesse qualche dettaglio prima della riunione, mentre invece mi disse brutalmente:
"Rudy ferma tutto, c'è stato un problema.....!!!!"
Ricordo che rimasi attaccato al telefono senza parlare per un paio di minuti e:
"Adesso cosa faccio???".....
"Tira lungo", mi fa in Baio, "poi ti richiamo"....
Ma tiro lungo cosa???
Diciamo, in due semplici parole, che, in pochi secondi mi ritrovai ad essere l'amministratore di una azienda, che già aveva una infinità di problemi e che viveva sulla capacità finanziaria dei suoi partners, non certo con le sue sole forze, nella quale ora i due soci di maggioranza diventano la Biesse, da una parte, e la SCM (ora padrona della IDM) dall'altra. E i due soci erano i più acerrimi nemici che si potessero immaginare in quel momento sul mercato!!!!
L'ago della bilancia rimaneva la Pritelli Progetti (l'Ingegnere) che, avendo quote paritetiche agli altri due, secondo che si fosse schierata con l'uno o con l'altro, avrebbe fatto al differenza nelle decisioni da doversi necessariamente prendere.
Io, quando a inizio anno le cose nel loro complesso sembravano andar bene, avevo deciso di sposarmi e il matrimonio era stato fissato per il 5 luglio di quel 1992: tutto quanto sopra successe circa un mese prima di quella data.....dovevo mantenere una freddezza mentale e i nervi talmente saldi che non sapevo proprio dove avrei preso la forza per gestire il tutto.
Penso che tutte le persone normali, le poche settimane prima di sposarsi, tendono a spostare i pensieri più verso quel giorno che non su altri tipi di problemi: io non potevo farlo. Dovevo da un lato avere un atteggiamento tranquillo nei confronti della futura sposa e della famiglia, pensare a organizzare il ricevimento, i confetti, le partecipazione e via dicendo, ma d'altro lato avevo una montagna di impegni e dovevo mantenere una concentrazione quasi impossibile.
Avendo perso la IDM, la Biesse non voleva perdere anche la Eurogroup e la Pritelli, per cui il loro management si rivolse subito a me e a Giuseppe Pritelli appunto per comunicarci la volontà di prendere loro in mano le cose, quindi di non doverci preoccupare per il nostro immediato futuro e tranquillizzare anche i clienti in questo senso. Clienti che però erano preoccupatissimi per il futuro dei loro impianti e per gli acconti versati e pagamenti già eseguiti: la Eurogroup, di per se stessa, non poteva garantire le coperture, se non attraverso i suoi partner principali. Inoltre tra i vari clienti, la Presystem di Pesaro, dove avevamo già cominciato ad installare un impianto completo, navigava in pessime acque e cominciava a sentirsi persa nel mezzo di tutta quella baraonda (il suo titolare arrivò a minacciarmi se non avessi fatto in modo di rendere la Biesse responsabile di tutti i problemi dell'impianto, in quanto l'unica che avrebbe potuto essere in condizione di risarcire e pagare penali....).
In quel momento le mie conoscenze e tutti i miei contatti erano nell'area pesarese, la SCM era una specie di intruso, quindi la mia prima reazione fu di mettermi nelle mani della Biesse, che, con l'arroganza che l'ha sempre contraddistinta, comunicava esperienza nel poter risolvere qualsiasi tipo di problema. Io nutrivo delle perplessità in quanto conoscevo i problemi dall'interno, tutte le nostre mancanze, in particolare la mancanza di soldi....., e questo rischiava di compromettere tutti i mei progetti più immediati, il giorno del matrimonio incipiente, il viaggio di nozze già programmato, il mutuo della casa da pagare e via dicendo......decisi di mettermi nelle loro mani e di lasciarmi guidare per non innervosire gli unici che in quel preciso momento potevano gestire le sorti della Eurogroup e del suo indotto (Vedi la Pritelli).
Con l'Ingegnere parlavamo di tutto questo e non vedevamo altra alternativa che quella. Questo fu per quelle 3-4 settimane prima del mio matrimonio, settimane che furono tra le più difficili e brutte di tutta la mia vita: stavo per sposarmi e non sapevo cosa mi sarebbe successo di lì a poco, se avessi ancora mantenuto il lavoro o cos'altro.
Nonostante in apparenza il mio modo di interfacciarmi fosse sottomesso, dentro di me non potevo sopportare l'arroganza dei personaggi con cui dovevo interloquire e non potevo accettare i soprusi che ci venivano fatti a livello psicologico, pensando che noi fossimo completamente nelle loro mani.
Ricorderò sempre il venerdì prima del matrimonio, l'ultimo giorno della settimana e l'ultimo giorno prima che partissi poi per il viaggio di nozze, lasciando la situazione in balia di altri per le 3 settimane successive.
Fui convocato in Biesse dove mi misero di fronte al Dott. Medoro Masci, brava persona e ben preparata con cui poi sono diventato amico, per negoziare il mio prossimo futuro: la Biesse avrebbe preso in mano (acquisito) la Eurogroup Engineering, quindi avrebbe gestito con i suoi uomini e la sua organizzazione tutto quanto fino a quel momento era stato nelle mie mani, ma mi avrebbe integrato nella sua struttura, dove avrei continuato a gestire tutta la parte tecnico/commerciale relativa alla Engineering, che da loro ancora non esisteva. Dovetti accettare le loro condizioni e discutere il mio stipendio con un giovane che era appena entrato in azienda e non aveva la più pallida idea di chi io fossi e di cosa mi fossi fino ad allora occupato. Il suo scopo era semplicemente farmi accettare una proposta ed un salario, che poi al ritorno dal mio viaggio avremmo formalizzato con tanto di contratto di assunzione.....
In quel momento non avevo scelta, dovevo andare a casa e sposarmi e partire: potevo forse dire no e andare via? Cosa sarebbe successo, come sarebbero stati i giorni successivi, cosa avrei dovuto dire alla mia imminente moglie?? Feci buon viso e cattivo sangue e me ne andai.....da un lato più tranquillo, dall'altro con un tourbillon di sentimenti dentro di me che mi spaccava il cervello.....
....e quella notte, riaccompagnando a casa la mia futura moglie, prima di lasciarla uscire dalla macchina, scoppiai in una crisi di scarico nervi e cominciai a urlare come un ossesso...
...tutto fu poi bello e tranquillo quel 5 luglio, quando alla festa erano presenti anche alcuni dei personaggi con cui mi ero interfacciato in quei giorni terribili....
....partii per il viaggio di nozze, Florida e poi Messico, dove l'ultima settimana avevo previsto di rilassarmi al Club Med di Cancun, e la mia ultima settimana di ferie coincideva con l'ultima settimana lavorativa prima della chiusura estiva delle aziende in Italia. Fu durante quei giorni in cui la testa, seppur continuando a macinare pensieri relativi al da farsi al rientro, si era però anche raffreddata e, a mente fredda, decisi di fare partire un fax con il quale comunicavo alla Biesse che, in qualità di amministratore della Eurogroup e l medesimo tempo loro cliente, li rendevo responsabili di quanto stava accadendo dai clienti ai quali erano state vendute le macchine e chiedevo quindi un intervento immediato per risolvere tutti i problemi tecnici che si stavano verificando: di fatto decisi di prendere in mano la situazione e di non farmi mettere i piedi in testa da nessuno. Ragionai che, essendo io il responsabile unico della Eurogorup, avrei dovuto prenderne le redini e non avrei dovuto quindi avere paura di niente in quanto i vari Fornitori, quali di fatto erano i diversi fabbricanti (Biesse, Idm, Pritelli) dovevano rispondere a quanto da loro firmato al momento dell'ordine. Era la Eurogroup che riscuoteva dai clienti finali e che avrebbe poi dovuto pagare gli altri che, sebbene partner, erano comunque delle srl ben distinte.
Quel fax creò nuovamente il caos:
"Ma cosa fai? sei impazzito?" le risposte immediate allo stesso numero di fax......poi ci sentimmo al telefono:
"Ma ti rendi conto?? Eravamo d'accordo, cosa è successo? Qui dobbiamo andare in ferie, non puoi lasciarci così in balia adesso....." queste le reazioni dello staff Biesse.
"Io le mie ferie le sto finendo, il problema è vostro. Rientrerò a giorni e sta a voi dirmi quando potremo incontrarci, va benissimo a fine agosto o i primi di settembre...."
Intanto la Biesse aveva rilevato di fatto la Pritelli Progetti, che con la sua ditta GP Consulting era in grande difficoltà per via delle movimentazioni consegnate e non pagate e così, di fatto, la Biesse deteneva la quota di maggioranza relativa in Eurogroup.
Al mio rientro dal Messico cercai subito di riprendere contatto con i miei amici in IDM (che, come detto, era ormai gestita dalla SCM) affinché mi presentassero il nuovo management con il quale cominciai a interfacciarmi per capire come avrebbero voluto gestire i vari cantieri aperti in giro per l'Italia e per il mondo.
Ebbi anche, in quel periodo, un dialogo continuo con L'Ingegnere che, seppur anche lui avesse ceduto alla pressione della Biesse vendendo la sua società (o meglio, avendo ricevuto dalla Biesse un consistente contributo per fare fronte ai suoi impegni con fornitori e banche.....), parlava sempre in modo astioso nei confronti dei suoi interlocutori che si interfacciavano anche con lui in modo arrogante, se non offensivo.
Nel mese di settembre, quando tutti furono rientrati dalle ferie e ormai si era preso il ritmo di lavoro giornaliero, quindi anche il day by day in IDM era ormai gestito al 100% dai riminesi, ebbi degli incontri con alcuni loro dirigenti che mi prospettarono, così come aveva fatto la Biesse prima della mia partenza, la possibilità di fare un accordo con loro: mi avrebbero aiutato in tutti i modi ad uscire dalla criticissima situazione della Eurogroup, assumendosi tutte le responsabilità relative alla IDM, e avrebbero istituito la loro Engineering high tech della quale mi avrebbero dato la responsabilità tecnico/commerciale. Ebbi quindi un incontro con quello che era stato nominato Direttore Generale della IDM, il Dott. Paci, che, con il suo fare (apparentemente) dimesso, mi convinse a passare dalla loro parte, dove sarei stato assunto immediatamente.
A
quel punto, dietro suggerimento appunto della SCM, si decise di mettere in
liquidazione la Eurogroup e che io ne sarei stato il liquidatore (a compenso
zero, ovviamente......).