11 - NEW ZEALAND


.....ho lasciato mio padre steso nel suo letto, l'ho salutato velocemente, sentivo che probabilmente non l'avrei più rivisto e il momento era....impossibile da raccontare, emozione, rammarico, rabbia, tante cose messe insieme....pochi minuti, poche parole, mi disse "vai, è il tuo lavoro....." e con la sua benedizione sono partito per il mio viaggio più lungo.....
Il programma prevedeva un mio arrivo direttamente a Auckland/New Zealand dove Maurice Gourley sarebbe venuto a prendermi in aeroporto, poi sarei dovuto partire per la Corea, per tornare in Australia dopo una settimana: circa 4 settimane in viaggio...
Andare dall'Italia alla Nuova Zelanda vuol dire praticamente due giorni di viaggio no-stop, ricordo uno scalo a Singapore, poi Perth, quindi Sydney e per ultimo Auckalnd.
Tramite agenzia ero partito con il mio bel biglietto andata e ritorno (che avevo trovato a un prezzo incredibile....) e il mio bel Visto di entrata in Australia, anche questo preparatomi dall'agenzia. Arrivato a Auckland sfinito dal viaggio, mi ritrovai in fila per passare il controllo passaporti. Mentre la fila di passeggeri avanzava verso il casotto di controllo, sentivo solo radioline che trasmettono in diretta il match di Rugby tra gli All Black e la Nazionale Australiana: tutti, inservienti e poliziotti, erano concentrati sull'esito della partita.....e in quel momento l'Australia stava conducendo nel punteggio, un'onta per tutta la Nuova Zelanda.....nel mentre arrivavo al mio turno del controllo passaporto. L'agente lo prese e cominciò ad analizzarlo....passarono diversi secondi (un minuto??) e l'agente continuava a sfogliare il passaporto e guardarmi in viso....poi mi disse:
"Dove è il visto?".
Mi feci ridare il passaporto e gli indicai il Visto rilasciatomi dalla ambasciata australiana.....
L'agente si innervosì:
"You are in New Zealand, not in Australia!! You don't have the New Zealand Visa, you cannot get in!!!"
(Sei in Nuova Zelanda, non in Australia!!! Non hai il visto neozelandese, tu non puoi entrare!!)
Well, nel bel mezzo dell'incontro di Rugby contro l'odiata Australia, che tra l'altro stava conducendo nel punteggio, io mi presentai al controllo passaporti dicendo di avere il visto per l'Australia e quindi, Australia-New Zealand per me erano la stessa cosa.....perché non mi facevano entrare???
L'agente chiamò un collega, che mi portò in un ufficio adiacente, mi fece accomodare su una sedia e mi disse di aspettare là. Dopo due giorni di viaggio, stremato dalla fatica, mi ritrovai in una situazione inverosimile, con il rischio concreto che mi rimettessero su un primo aereo e mi rispedissero a casa.
Dopo un po' l'agente ritornò e cominciò a chiedermi spiegazioni (con un inglese quasi incomprensibile, al quale comunque avrei dovuto abituarmi nei giorni successivi...). Gli spiegai che non sapevo della necessità del visto, che l'agenzia mi aveva detto che il visto australiano sarebbe stato sufficiente, che ero là per lavoro e che il mio rappresentante neozelandese mi stava aspettando. Dopo avergli detto di chi si trattasse, andarono a cercarlo in aeroporto, Maurice gli spiegò la situazione e infine mi rilasciarono con un visto provvisorio di una settimana....
Maurice Gourley: lo avevo conosciuto in Fiera, presentatomi da Cavassa con il quale era diventato amico. Non ci volle molto per entrare in confidenza e essere subito anche noi amici. Era una persona di bassa statura fisica, ma molto rotondo, sempre allegro e sempre pronto a battute divertenti. Era molto intelligente e, a differenza dei suoi connazionali che ancora vivevano fuori dal mondo o meglio fuori da un contesto internazionale, essendo la Nuova Zelanda un'isola, come ho potuto sperimentare già dal mio primo viaggio, fuori dai normali circuiti di viaggio e troppo distante da tutti i luoghi civilizzati (fatta eccezione dell'Australia), lui, frequentando le fiere e di tanto in tanto facendo un viaggio in Italia o in Germania, era quello che portava le novità che a volte potevano sembrare incredibili per gli altri.

Con questa sua vivacità mentale e il suo saper raccontare, anche in modo iperbolico, quanto vedeva in giro per il mondo, si era creato in poco tempo una nomea di persona all'avanguardia, credibile e divertente, che di tanto in tanto faceva arrivare in Nuova Zelanda degli europei evoluti che avrebbero fatto crescere il potenziale industriale del paese. E in questo modo si era attorniato di una cerchia di amici-mobilieri che pendevano dalle sue labbra e che erano sempre pronti a ricevere a braccia aperte i vari personaggi europei che Maurice gli faceva conoscere.
Ed io, fin dalla prima visita, ero diventato uno dei più appetibili, tanto che, già da quel primo viaggio, si crearono le basi per qualche bel ordine, che si concretizzò poi alla prima fiera di Hannover e da quel momento potei recarmi diverse altre volte laggiù, ogni volta aspettato a braccia aperte dai vari amici che mi preparavano sempre un'accoglienza speciale.
Maurice era di Christchurch, dove c'era una piccola attività mobiliera, mentre il grosso del potenziale mercato era a Auckland, la capitale. Nella sua zona c'era comunque una bella azienda, il cui proprietario, Ralph Morris, era uno dei suoi migliori amici e, di conseguenza, subito anche amico mio, nonostante una grande differenza di età in quanto avrebbe potuto essere mio padre. Ralph, e la moglie, erano due persone squisite, ma, come si suol dire, molto Naïf. Non erano mai usciti dalla Nuova Zelanda e tutto quanto Maurice, e io a seguire, gli riportavamo era qualcosa per loro di incredibile. Un giorno, prima di andare in visita alla fabbrica, Maurice mi disse:
"Quando saremo là, a un certo punto, farò finta di parlare italiano con te e poi tradurrò in inglese per lui, tu dovrai stare al gioco" io mi misi subito a ridere e gli dissi,
"Dai Maurice, fai il serio, se no poi non so come comportarmi...."
....."Lascia fare a me" disse lui
E mentre eravamo in fabbrica discutendo su alcune macchine, Maurice mi si rivolse con dei gesti alla italiana e con parole incomprensibili....non so come riuscii a trattenermi dal ridere, rimasi al gioco e gli risposi, in italiano, qualcosa senza senso. Ralph, nella sua innocenza intellettuale, cominciò a guardarci incredulo e si rivolse a Maurice:
" Do you speck Italian?"
"Yes, sometime, but I don't want to show it", gli fa Maurice
(Sì, qualche volta, ma non voglio che si sappia...)
.......e così a seguire per una settimana sempre a scherzare su qualsiasi cosa e argomento, con la risata coinvolgente di Maurice che seguiva....
Questo forse l'aneddoto più divertente delle mie esperienze neozelandesi, al di là delle varie accoglienze che mi sono state riservate.
La più bella fu quando andai a trovare i Funnel, due fratelli che avevano una bella azienda di mobili/cucine, per la quale avevo rivisitato tutto il lay out produttivo. Tutto era andato molto bene e dovevo restare là per un fine settimana. Mi invitarono quindi a una splendida gita in barca a vela nella baia di Auckland. A Auckland ci sono più barche che abitanti, ognuno ne possiede una (vedi due...), più o meno grande. I Funnel avevano una splendida barca a vela, con un grande spinnaker, barca non enorme, ma un bel cabinato da 15 mt che poteva ospitare almeno 6-8 persone. Partimmo dal porto dove la barca era ormeggiata, e già quella fu un'esperienza, vedere l'organizzazione del deposito barche e motoscafi, stoccati in un buffer dal quale entravano e uscivano automaticamente!!

Partimmo con una riserva di acqua e cibo per passare tutta la giornata in navigazione, tra i vari anfratti della baia, e rientrare dopo il tramonto, al quale potemmo assistere in mare e fu una cosa splendida.
A Auckland c'era anche la più grande azienda di mobili della Nuova Zelanda, questa sì organizzata alla europea e sicuramente molto grande per gli standard del loro mercato, la Ditta Criterion. Wally Smile, il padrone, era un evoluto per il suo paese, avendo avuto la possibilità di fare alcuni viaggi in Europa per acquistare, appunto, i macchinari. Pertanto non aveva bisogno di Maurice come interlocutore....aveva però sentito parlare del sottoscritto e della RBO.....e mi contattò direttamente. Doveva comprare diverse altre macchine, era cliente Morbidelli e Homag e sarebbe venuto in Europa, in particolare anche a Pesaro. Organizzammo così un incontro......la sera del loro arrivo era in programma una partita infrasettimanale di basket della Scavolini e io all'epoca non ne perdevo una di partite, quindi invitai Wally e il suo accompagnatore per andare insieme all'incontro. Il march fu molto bello ed equilibrato e i due neozelandesi si divertirono come due bambini e furono talmente entusiasti che......feci il più importante ordine che la RBO avesse mai fatto fino a quel momento. Questo comportò una nuova trasferta a Ackland, dove questa volta Wally mi aspettava a braccia aperte. Per pura coincidenza arrivai il giorno in cui ritirò la sua macchina nuova, una enorme Bentley fiammante. Non vedeva l'ora di provarla e di farmi partecipe del suo nuovo giocattolo. Cominciammo a girare per le vie di Auckland con questa splendida macchina con tutti che si voltavano per scoprirne il proprietario....che stava divertendosi come un bambino guidando mentre ascoltava una cassetta con le istruzioni all'uso!!!!!
Altri due episodi rimangono lucidi nella mia memoria quando si parla di Nuova Zelanda:
il match di Rugby tra gli All Black e la Nazionale Australiana, disputatosi a Auckland per non ricordo più quale occasione: questa volta non come quando arrivai privo di visto, ma dal vivo nello stadio della capitale. Un colpo di fortuna per poter assistere a uno spettacolo unico: per quelle due nazioni l'incontro di rubgy è l'avvenimento sportivo più importante ed è inutile spiegare chi sono gli ALL BLAKS e il loro rito propiziatorio di inizio partita divenuto ormai simbolo della Nuova Zelanda.

L'altro aneddoto, diciamo interessante, fu quando andai a vendere un software.....Eravamo nell'85 e ancora nessuno parlava di MES, di software di gestione del disegno dei mobili, per lancio automatico della commessa e via dicendo.
Io già avevo avuto l'opportunità di discuterne in Mobalpa, che all'epoca era forse l'azienda mobiliera più evoluta al mondo in quel tipo di contesto. E a Pesaro, la Scavolini, che si era ormai consolidata come azienda leader nazionale nella produzione di cucine, aveva fatto sviluppare appunto il suo primo software di disegno dalla Computer & Office.
Ne ero venuto a conoscenza e ne avevo parlato con Maurice, mentre era in visita da noi. Da persona perspicace e intelligente quale era, Maurice drizzò subito le antenne, volle informarsi e, appena rientrato in New Zealand cominciò ad enfatizzare la cosa presso i suoi clienti.....e mi fece passare come specialista della cosa. Pertanto, alla mia successiva trasferta, mi presentò a tutti non solo come responsabile di engineering e movimentazione, ma anche come super esperto di qualcosa di nuovo che si stava sviluppando in Europa. E mi organizzò una visita specifica presso una importante azienda a Wellington. L'incontro era previsto un sabato mattina e me lo organizzò senza la sua presenza. Presi quindi un piccolo aereo da Auckland per recarmi a Wellington, circa una ora di volo, dove erano ad aspettarmi una equipe di tecnici informatici e dove presentai appunto il software, con una demo che mi era stata preparata, coinvolgendomi in qualcosa di cui non avevo assolutamente padronanza. Me la cavai bene soltanto per il fatto che, se io non avevo padronanza, i miei interlocutori ne avevano ignoranza assoluta, quindi non potevano sostenere un contraddittorio. Il finale della storia fu che la Computer and Office vendette il suo pacchetto software in New Zealand nel 1985!!!!
....poi da Wellington volai fino a Christchurch con un ATR42, sorvolando tutta la catena montuosa che si estende da Nord a Sud della nuova Zelanda in una splendida giornata di sole....