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10 - I PRIMI COLLEGHI

04.08.2020

.....Rientrato dagli Usa, decisi di andar via di casa.....cosa significa? Bhé, già la mia generazione cominciava a non staccarsi mai dalla casa dei genitori: era comodo restare lì, non dover fare niente per mangiare, pulire, gestirsi.....oggi è diventata una cosa ormai cronica, sia per svogliatezza che per necessità. Io di fatto ero già andato via di casa dai tempi della università, sostanzialmente ci tornavo ormai solo per dormire, quando ero in città e non fuori per lavoro.

Trovai un piccolo appartamento arredato e mi trasferii. Passò non più di un mese da quando avevo cominciato a viver solo che un fulmine a ciel sereno sconvolse la mia famiglia: a mio padre avevano scoperto un tumore ai polmoni. Dopo le tante difficoltà che aveva avuto negli ultimi anni, non appena si era ripreso un po' finanziariamente, anche grazie al mio aiuto, voilà, la notizia!!! Non voglio entrare in particolari di una storia che è strettamente familiare, aggiungo solo che, anche se a lui non volevamo comunicarlo, i dottori gli pronosticarono non più di 6 mesi di vita.....

Inutile cercare di esprimere cosa potesse passare nella mia mente: quel giorno di qualche anno prima tornando dalla Germania in treno decisi che non avrei più pianto nella mia vita e fu così che indurii volontariamente il mio cuore cercando solo di mantenere il massimo della razionalità e della calma (apparente). Raddoppiai quindi il mio impegno nel lavoro pur cercando di fare quanto più possibile in famiglia tra dottori, ospedali, pianti, scadenze da rispettare etc.etc.

Quel 1982, dopo essere stato un anno di svolta, con tante soddisfazioni (tra l'altro vincemmo anche il campionato di basket, che fu quello del mio addio alla attività di allenatore), si concluse nella maniere più triste ed inaspettata.

.....erano ormai passati più di due anni dal mio inizio con le macchine per il legno e avevo già visitato clienti e distributori in vari paesi fino ad andare in Usa e Canada. Era a quei tempi una ricerca di dealer che mi portassero a visitare dei clienti, si trattava di creare una rete di distribuzione. Pesaro-Rimini, dopo la Brianza, era diventato ormai il centro mondiale delle macchine per il legno. La SCM era considerata l'azienda leader, a quei tempi sovrastava nettamente tutte le altre aziende che sempre più si sviluppavano nella zona pesarese. Ho già detto di alcuni interlocutori con i quali mi interfacciavo, come Gianni Cavassa, Luciano Ragnoni, Giorgio Ugolini....ma non solo loro....altre aziende stavano crescendo fortemente, tra cui anche la mia RBO: nella mia mente RBO era diventato acronimo di Rodolfo Baldelli Organisation....e scherzando, così dicevo ad alcuni dealer. Di fatto ero il solo interfaccia per l'estero e la crescita stava diventando esponenziale sui diversi paesi. La possiamo chiamare ricerca di mercato (i) tutto quello che feci in quegli anni per definire una rete commerciale che potesse, a tendere, essere il bread and butter dell'azienda per la sua crescita futura.

Vorrei qui ricordare alcune persone con le quali in quei primi anni instaurai rapporti di amicizia e collaborazione che, con chi più e con chi meno, sono poi continuati nei seguenti 40 anni di vissuto nel campo della macchine per il legno.

E inizio con Caterbo Malerba e Palmierino Giunta. I miei primi colleghi di lavoro.

Con Caterbo fummo assunti lo stesso giorno, il 16 luglio 1980, in RBO!!! Lui è più giovane di me di qualche anno, ma, non appena diplomatosi all'istituto tecnico come elettromeccanico, cominciò a lavorare, a soli 20 anni. Abbiamo passato a strettissimo contatto i primi 10 anni di carriera, io andando a vendere e lui subito dietro a installare macchine, in giro per il mondo. Al di là delle fiere internazionali, dove spesso eravamo presenti insieme, ci siamo ritrovati anche da diversi clienti durante le installazioni più o meno complesse degli impianti venduti. Caterbo era una persona molto riservata e piuttosto schiva (nel tempo ha un po' smussato il suo carattere). Passando molto tempo insieme durante alcune lunghe trasferte abbiamo avuto modo di conoscerci e stimarci a vicenda. Io, forte dei miei pochi anni in più e, agli inizi, dei miei tanti viaggi che già avevo avuto modo di effettuare, mi sentivo come il fratello maggiore che gli spiegava il da farsi e come comportarsi. Quando lasciai la RBO, lui aveva ormai acquisito una conoscenza del mercato e della rete commerciale che, dopo la mia partenza, gli permise di essere spostato più nell'area tecnico-commerciale. Dopo l'esperienza Eurogroup, di cui parlerò in seguito, ci siamo per un periodo persi di vista, per poi ritrovarci in Biesse nei primi anni 2000. Caterbo, è sostanzialmente rimasto per tutti questi 40 anni nella RBO. Quella che una volta era la movimentazione è diventato oggi asservimento e engineering e, così come è successo a me, anche per lui l'egineering è stata l'evoluzione naturale della sua carriera, e ritengo che oggi sia tra i tecnico-commerciali più quotati a livello mondiale nel nostro settore.

Con Palmiero i rapporti erano di forte amicizia e rispetto, ma diversi che con Caterbo. Giunta aveva uno spirito più imprenditoriale fin da quando iniziò a lavorare. Anche lui diplomato all'Istituto Tecnico, ma come progettista meccanico, iniziò a lavorare giovanissimo e quando fui assunto lui era già in RBO da 3 anni e già aveva elaborato i progetti delle macchine che andavamo a vendere, mettendo in bella copia le idee del Sig. Oneda. Ai miei occhi era tra i migliori progettisti in circolazione e ci si intendeva perfettamente, dopo qualche anno insieme, su tutte le soluzioni speciali che di volta in volta ci si presentavano. Negli ultimi anni di lavoro insieme, ci bastava sentirci telefonicamente, io da qualsiasi parte del mondo e lui nel suo ufficio, per capirci sulla soluzione tecnica da presentare al cliente potenziale. Anche con Palmiero abbiamo fatto diversi viaggi insieme, in particolare in Francia che fin da subito stava diventando la mia seconda patria.....

Alla fine del 1989 entrambi decidemmo di lasciare la RBO per prendere strade diverse. Nessuno dei due ne aveva parlato all'altro, se non in termini vaghi, ma nel dicembre dell'89 demmo insieme le dimissioni, io per intraprendere la strada della Engineering e lui per diventare imprenditore. Con altri 3 soci avevano deciso di aprire una azienda per la fabbricazione di TOP da cucina ed avevano già programmato un grosso investimento per l'istallazione di una linea completamente automatizzata. La ditta era, ed è, la TOPSTAR, oggi n. 1 in Italia come fabbricante di piani di lavoro per cucine!!!!

Ricordo come oggi la cena di congedo, che coincise con la cena di Natale di quell'anno: volemmo offrire noi e fu un momento particolare quello di lasciare i nostri colleghi con i quali entrambi avevamo un rapporto di estremo rispetto e entrambi eravamo considerati i pilastri dell'azienda.

.....e in quell'occasione di incontro collegiale ufficializzai anche il mio fidanzamento con Manuela, che era la più giovane arrivata in azienda e con la quale avevamo mantenuto nascosto il nostro rapporto per alcuni mesi aspettando appunto che io comunicassi la mia volontà di lasciare il lavoro.

Avrei ancora tanti altri nomi di colleghi/amici in RBO per tutti quegli anni, ma sarebbe troppo lungo e noioso elencarli tutti......

Manuela l'ho menzionata perché sarebbe poi diventata mia moglie (la prima....)

Devo però ricordare i titolari della RBO, Oscar Renati e Gilberto Bonopera con i quali ho sempre mantenuto un rapporto estremamente cordiale e non ricordo di aver mai avuto alterchi clamorosi, se non qualche scambio di vedute con toni accesi, sempre nell'estremo rispetto dei ruoli e delle gerarchie. Per me la RBO è stata scuola di tutto, ho appreso il mestiere, mi ha permesso di girare il mondo, mi ha dato grandi soddisfazioni ed è stata, soprattutto, una Famiglia!!! Tutta la mia carriera successiva è poi stata nel ricordo costante dei 10 anni passati a Montelabbate!!

Così come la RBO cresceva, altre piccole realtà pesaresi stavano diventando grandi e, girando per il mondo, ci si ritrovava spesso in comitive di giovani managers di Pesaro, con i quali ormai ci si conosceva tutti e si era diventati amici.

Gianni Cavassa l'ho già menzionato e lo ritroveremo in seguito.

Continuo con altri nomi conosciuti da tutti nel settore con i quali mi sono da sempre interfacciato. Tra le aziende che più si mettevano in evidenza c'erano sicuramente la Comil e la Viet, governate da due personaggi sempre in guerra di carattere tra loro: Stefano Vichi (proprietario della Viet) e Amilcare Marchioni (direttore Generale e co-titolare della Comil). La guerra tra i due era a chi fosse il più bravo sul mercato, nelle vendite, sulle fiere, con i clienti.....parlavi con l'uno ed era lui che aveva venduto di più, guadagnato di più, che aveva le idee migliori etc...poi incontravi l'altro e sentiti dire che lui aveva fatto questo e quello, che in Australia era il numero uno e via dicendo. Io, da ultimo arrivato, ascoltavo e davo sempre ragione a tutti, tenendomi per me le mie intime considerazioni. Con Stefano mi sentivo in sintonia: nonostante la sua esagerazione nelle cose e l'esaltazione a suo favore di tutti gli avvenimenti, era però molto alla mano e simpatico e ti metteva sempre a tuo agio, pur essendo abbastanza sofisticato, avendo vissuto in una famiglia che già si poteva considerare ricca per la nostra realtà cittadina.

Amilcare invece aveva un fare più altezzoso, non era facile sentirsi a proprio agio con lui, almeno per me in quei primi tempi quando ancora mi sentivo un bambino al loro confronto, seppur avessi soltanto un paio di anni in meno rispetto alla media che si assestava intorno ai 28-30 anni.

Per tornare alla Biesse, verso fine '82 arrivò l'Ing. Silvio Picozzi che subentrò a Cavassa in prima battuta per il mercato francese. Gianni sempre più si spostava oltreoceano e quindi i mercati europei rimanevano scoperti, in particolare la Francia che era in assoluto il primo mercato estero.

Silvio era più anziano di me e veniva all'epoca da un'altra esperienza lavorativa da Direttore Commerciale, era stato assunto da Biesse appunto per diventarlo anche là. Cavassa, che aveva fino a quel momento fatto il bello e cattivo tempo, si stava spostando sempre più Oltreoceano, mentre Silvio cominciava a farsi conoscere prendendo in mano il mercato europeo, che si concentrava prevalentemente sulla Francia. Siccome la Francia era, fin da subito, il mio regno e siccome avevamo lo stesso rappresentante sul settore ovest (il mitico Mr. Barrier) avemmo occasione di fare alcune trasferte insieme, sollecitato io anche dalla Sig.ra Gasperucci, moglie di Giancarlo Selci e Direttrice (oltre che proprietaria) della sempre più dinamica e travolgente Biesse.

Di fatto negli anni successivi Silvio divenne Direttore Commerciale e Cavassa cominciò sostanzialmente a trasferirsi negli Stati Uniti.

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