Capitolo 3
Quando si è in piacevole conversazione e deliziosa compagnia, l'"attimo fuggente" diventa ancora più...fuggente...ed ecco che già il TGV si addentra nella periferia parigina.
"Tra pochi minuti saremo in stazione, è un peccato interrompere questa squisita conversazione. Mi piacerebbe potersi reincontrare...perché no?...anche qui a Parigi. Mi hai intrigato con la tua amica Fede, ci si potrebbe anche trovare..."
"Perché no? Dammi il tuo numero e ci sentiamo."
"Ti propongo la colazione, domattina, al Cafè de la Paix, à l'Opera. Potresti venire con la tua amica..."
"Questa sera ce la spassiamo tra noi, domattina per me andrebbe bene: senti, ne parlo con Fede e ti chiamo più tardi per confermare."
....il treno lentamente si ferma. Si raccolgono i bagagli... Ragione scappa via veloce, dopo aver salutato Robert con un bacio sulla guancia. Robert la segue con lo sguardo finché "l'angelo" scompare confuso tra la folla.
Certo il week-end non poteva cominciare meglio, anche se, chissà...forse si è trattato solamente di un sogno e Robert cerca di tornare alla realtà immergendosi nella ressa di variegata umanità che si concentra intorno alla Gare de Lyon ogni giorno.
La giornata a Parigi è grigia, ma non piove e l'aria è tiepida, l'ideale per passeggiare senza meta. Dopo aver preso possesso della sua piccola stanza, Robert scende in strada per il suo "solito" tour parigino. La zona di Montparnasse gli ricorda i primi anni di lavoro e le prime scoperte della capitale francese. E' sceso più volte in quell'albergo, quasi sempre da solo, ma qualche volta anche in compagnia di donne che in qualche modo hanno segnato la sua vita sentimentale passata.
L'obiettivo del week-end è il riposo e la malinconia, quindi questo tuffo nel passato va nella giusta direzione. La variabile imprevista è stata la conoscenza fatta in treno, che in qualche modo ha preso possesso dei pensieri di Robert, che già attende con impazienza la chiamata per la conferma della colazione al Café de la Paix.
....Con questo pensiero in mente si ritrova in poco tempo sul Boulevard Saint Germain....E' ormai ora di Colazione e, perché no, uno stuzzichino ai Deux Magots. Trova un tavolino in veranda e si accomoda, fronte alla Chiesa di St. Germain.
Gli piace passare caldamente del tempo in questi rinomati Bistrots parigini. Il famoso Cafè de Flores, là dietro l'angolo, lo ha frequentato varie volte, ma ultimamente preferisce sedersi ai Deux Magots per un indefinito motivo di stato d'animo. E' facile ritrovarsi tra stranieri ai Deux Magots, frequentato da turisti o professionisti Americani, Tedeschi, Nord europei che vivono a Parigi.
Posato
il suo libro sul tavolino, Robert si immerge nella lettura de Le Courrier
International per aggiornarsi sulle cose del mondo. E' una delle sue situazioni
preferite, essere in mezzo a "gente del mondo" e leggere facendo mentalmente
"il giro del mondo". Si sente molto "intellettuale" facendolo, come se è lui il
solo ad avere capito tutto dell'evoluzione delle cose, mentre sa benissimo che
né lui, né nessuno ha capito il vero perché le cose succedano....
....Il pomeriggio si ritrova su Les quais de la Seine, fronte a Notre Dame: è una delle vedute parigine che più lo ispirano. In ottobre, con gli alberi spogli e le nubi grigie che sovrastano la Cattedrale, l'atmosfera è tenue e coinvolgente. Un Bateau Mouche, con pochi turisti a bordo, scivola sulla Senna mentre i Bouquinistes si affannano a cercare clienti e a sistemare e risistemare libri di ogni genere e epoca.
...Robert ama cercare libri vecchi, senza idee precise, ma semplicemente scoprirli, assaporarne l'odore, cercare l'anno dell'edizione, pensare a chi o quanti prima di lui hanno toccato o letto quel particolare libro. Poi capita che ogni tanto un titolo lo colpisce particolarmente e....il libro è suo....

...Camminare per Parigi è bello, ma anche stancante, di tanto in tanto ci si deve fermare, Robert ha con sé il suo libro e suo intento è anche quello di passare qualche ora in lettura, ancora seduto in un qualche Bistrot. E' ormai arrivato su gli Champs Elisées...in cuor suo vorrebbe poter incontrare Ragione, ma sa che deve solo aspettare e sperare che la telefonata arrivi.
C'è un posto famoso su gli Champs Elisées, chez Fuquet, punto d'incontro di personaggi di vario lignaggio: perché non andare a sedersi là e prendere un aperitivo prima di cena?...
...l'aperitivo è un buon bicchiere di Poully Fumé, che accompagna la lettura...ma non riesce a concentrarsi sul libro, la mente spazia tra tanti ricordi...l'incontro con Ragione lo ha riportato a quando era molto più giovane, quando cominciava a girare il mondo e scoprire paesi stranieri. Alla stessa età di Ragione, una delle sue prime scoperta fu l'America, ma è la Germania che gli torna alla mente in quel momento.....E' là che per la prima volta si era ritrovato solo in un paese straniero (l'esperienza americana e altri viaggi all'estero li aveva sempre fatti in compagnia di amici), inseguendo come sempre un sogno che poi sarebbe svanito...E ricorda i pomeriggi passati seduto in un bar, bevendo caffè e scrivendo annotazioni sul carattere dei tedeschi e il loro modo di intendere la vita.
RICORDI
...1979..."Lo stereotipo del "Tedesco" che all'epoca prevaleva era quello dell'uomo in vacanza in riviera o, quando andava peggio, quello del trucidatore di ebrei durante la guerra. C'era nello stereotipo parte di verità, ma Robert non si sentiva di schematizzare il tutto in queste due semplicistiche caratteristiche. Voleva invece vivere delle situazioni per poterle poi valutare. Non è possibile "giudicare" un popolo ed il suo modo di vivere, si possono semplicemente esprimere delle impressioni. Cercare di osservare il "quadro" da diverse angolazioni. Uno degli stereotipi sui tedeschi di cui Robert trovava conferma allora, era la loro mancanza di fantasia e la ricerca della razionalità a tutti i costi.
- I tedeschi non hanno fantasia, si diceva -
Il loro modo di vivere e' monotono, rituale: il sacro lavoro per avere l'adorato soldo con cui comprare la sospirata macchina, la casa, la televisione e le tantissime altre cose che gli permettono di credersi forti e potenti. Robert aveva già conosciuto l'America e il modello che stava scoprendo in Germania riprendeva quello americano. Soltanto le città mantenevano ancora qualcosa di europeo, mentre la vita nel suo complesso era già americanizzata.
La perfezione gli sembrava essere di casa, si aveva l'impressione che tutto andasse bene, che tutto funzionasse.
Vedeva una linea generale dalla quale secondo lui in pochi si discostavano: quella del lavoro. Tutti avevano un lavoro e dovevano lavorare, cinque giorni alla settimana e per questi cinque giorni esisteva solo il lavoro. Poi il sabato e la domenica per riposarsi e rilassare la mente. Come? Mangiando e bevendo molto, perdendo la testa, ma mai la razionalità. Anche l'essere "alticci" non voleva dire essere più allegri e scalmanati, ma semplicemente essere un po' più distesi del solito (cosa diversa invece se erano in vacanza, come aveva potuto vederli esibirsi in Riviera)..
I locali, soprattutto i PUBS, dove tantissima gente si ritrovava, ammucchiata davanti ad un bicchiere di birra ed immersa nella musica, a Robert all'epoca piacevano molto. Ma gli sembrava comunque non esistesse il rapporto umano in Germania, quel contatto tra persone che più si sale a nord e più si perde, a differenza dei popoli latini più propensi al lasciarsi andare verso gli altri.
Riscontrava anche una mancanza di poesia nelle cose, nell'intendere la vita: Robert era ancora nella fase dell'idealismo, del tutto che doveva corrispondere al suo concetto di bello e armonia, non si rendeva ancora conto che nel mondo era più facile trovare il brutto, l'angoscia, la tristezza, piuttosto che l'armonia.
Gli sembrava di vedere in Germania molte facce tristi, anche se apparentemente tutte soddisfatte per quel che erano riusciti a ricreare dopo le rovine della guerra.
Era sua opinione già da allora che nessuno possa conoscere il significato vero della felicità, ma gli sembrava che i tedeschi la "rigettassero" a priori, l'importante era che tutto funzionasse alla perfezione.
Gli sembrava invece certamente possibile il restar soli con se stessi, imparare a sopportarsi, a sopportare se stessi!! Robert aveva sempre pensato fosse indispensabile sopportare se stessi per imparare a sopportare gli altri!!
In Germania si imparava ad essere sicuri di se stessi, anche perché si aveva la certezza di vivere, almeno fisicamente, bene. Appena si entrava nell'età' della ragione si poteva scegliere la propria vita, ci si poteva rendere indipendenti, era questo il primo criterio di vita: e questo ti fa essere sicuro, per sempre.
Infine Robert ripensava alle Donne Tedesche (in fondo il motivo per cui si trovasse lì): le vedeva "superiori" agli uomini, piu' intelligenti; gli sembrava che gli uomini fossero in balia delle proprie donne!! Le donne gli sembravano moralmente più forti degli uomini, più dure, più sicure di se stesse. La donna tedesca non voleva sottostare all'uomo, anzi, finché avesse potuto, avrebbe voluto esserne superiore: la propria sicurezza la cercava in se stessa, non nel proprio uomo. Voleva il proprio lavoro, la propria indipendenza, la propria vita. Il suo rapporto con l'uomo doveva essere di assoluta parita'....
Perché gli ritornano alla mente questi pensieri e queste riflessioni? Semplicemente perché si immagina di avere nuovamente i suoi 25 anni e in quell'attesa della chiamata sul cellulare, rivive le attese e le aspettative che allora lo assillavano...
.....Mentre è assorto nel ricordo e in queste riflessioni e il secondo bicchiere di Poully Fumé sta per finire, il telefono squilla. E' Ragione che, felicissima, eccitatissima, gli conferma l'incontro del giorno dopo per la colazione al Café de la Paix. Ragione è insieme a Fede, alla quale ha già parlato di lui e gli riferisce che anche lei è "intrigata" a volerlo conoscere......
Robert è felicissimo per questa telefonata e per "premiarsi" decide di rimanere a cena Chez Fuquet, posto carissimo per le sue tasche, ma per una volta, per un week end così particolare....
I due bicchieri di Poully Fumé hanno già fatto effetto e, euforico per la chiamata di Ragione e già in ansia per l'incontro previsto per l'indomani, Robert si siede a un bel tavolo del ristorante ordinando le "sue" sei ostriche, un trancio di Salmone e una buona bottiglia di Muscadet. Questo vino, il Muscadet, non è considerato come "top" dagli intenditori francesi, ma Robert lo considera ben adatto alle ostriche e...de gustibus..., il bello è in parte oggettivo, ma anche spesso soggettivo e per lui le ostriche con una bottiglia di Muscadet sono "una cosa bella".
...Il rientro in albergo è in taxi: troppe emozioni, troppo vino, troppo bello tutto quello che è successo in un sabato di ottobre a Parigi....rientrato si addormenta al pensiero dell'incontro del giorno dopo con la bella e intrigante Ragione e con la mente che spazia su ricordi di momenti felici in passate situazioni ormai sempre più lontane......