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Capitolo 12

...Il volo diretto per Buenos Aires è fissato alle 8,25 dell'8 Gennaio: si impone così una "levataccia" per correre all'aeroporto nelle primissime ore del mattino e poi...via...alla scoperta dell'Argentina. Il continente americano sarà al completo: Nord America, Centro America, Sud America!! Durante il trasferimento all'aeroporto, Robert esprime le sue "considerazioni finali" sulla visita messicana....

...Dall'arrivo di Cristoforo Colombo il 12 ottobre 1492 sono passati soltanto poco più 500 anni, durante i quali dal Nord al Sud del continente si sono create situazioni di potenza e disparità incredibili.

Gli Spagnoli, che grazie alla Sponsorizzazione (come si direbbe oggi) del viaggio di Colombo verso le Indie, per primi hanno messo piede sul continente americano, si sono sentiti autorizzati a sottomettere da subito gli indigeni per prendere possesso delle loro terre ed imporre la propria cultura. Certo, la cultura europea derivante da 2000 anni di storia e di pensiero, iniziata con i Greci e...via dicendo con le varie denominazioni e filosofie che ne sono seguite. Da 1500 anni la religione cristiana ed il cattolicesimo l'avevano fatta da padrone. La cattolicissima Spagna era all'epoca la massima potenza marittima e la monarchia spagnola, che aveva appena scacciato i mussulmani imponendo la "superiorità" della religione cattolica, voleva imporsi come leader in Europa. La scoperta dell'America le offriva dunque possibilità enormi per aumentare la propria supremazia. Con le varie spedizioni che si sono susseguite, gli spagnoli sono scesi verso il Sud del continente, trovando materie prime enormi e quindi immense risorse naturali da sfruttare. Per sfruttare tali risorse, cominciarono ad essere "importati" sul "Nuovo Mondo" gli schiavi negri, considerati Razza inferiore e quindi destinati a sostituire le bestie nei lavori pesanti come aiuto "all'uomo bianco" che era il padrone della terra per "diritto divino".

Robert elabora i suoi ragionamenti sempre all'interno di uno schema "semplice" (o "semplicistico" se si vuole) del mondo. Si legge la storia passata e ci si ritrova sempre con le solite argomentazioni: la ricerca del potere dell'uomo sull'uomo sullo sfondo di una religione che ne autorizza l'azione. L'azione degli spagnoli in Messico aveva l'autorizzazione della religione cristiano/cattolica con il sigillo della Santa Sede!!

Era capitato a Robert di leggere proprio qualche tempo prima alcune storie sul comportamento degli Spagnoli in Messico ed in particolare della Chiesa. Era strano per lui essersi trovato lì, cosa che qualche mese prima non avrebbe immaginato, e riflettere su quanto aveva appreso e gli era rimasto impresso nella memoria. Poi...rivolge, con riferimento a Fede, la domanda a Ragione:

"avrà anche la nostra amica preso sempre più coscienza di quanto la "fede cieca" in una presenza soprannaturale gestita dagli uomini abbia arrecato danno all'evoluzione dell'umanità?"

...Arrivati all'aeroporto, solita trafila per la registrazione dei bagagli, carta d'imbarco e così via.....poi il gate...la chiamata....il decollo....9 ore e 15 minuti di volo!!! L'arrivo è previsto alle 19h40 locali: un giorno in aereo......

...Robert ha come sempre diversi libri con sé e tra questi si è portato Siddartha, forse il più conosciuto dei libri di Hermann Hesse, che già aveva letto in gioventù, ma che vuole provare a gustare di nuovo in età matura. Hesse è stato il suo scrittore preferito, ne ha letto quasi tutti i libri e di tanto in tanto lo "rispolvera" per riprovare quelle sensazioni di calma, gioia apparente e relativa felicità che tramite quei libri ha potuto vivere durante la sua giovinezza.....Durante le lunghe ore di volo fa partecipe Ragione delle sue letture per, ancora una volta, prenderne spunto per una visione moderna della evoluzione della storia da poter discutere, se mai un giorno la ritroveranno, con Fede.

La prefazione del libro che ha con sé fa un breve excursus sulla situazione della religione Buddista ai tempi di Siddartha, ossia intorno al 500 a.C. in cui Hesse situa la sua storia.

Si legge:

" Poco dopo che la predicazione di Verdhamana aveva dato origine alla nuova religione del giainismo, un nuovo caso si ebbe - e più clamoroso e destinato a immensa risonanza - d'un giovane d'illustre stirpe che, toccato da una rivelazione interiore, abbandonò la casa, la famiglia, il lusso e gli agi della vita per dedicarsi in solitudine alle più dure penitenze e iniziare quindi, in povertà, la predicazione di una nuova dottrina. È' appena il caso di ricordare al lettore l'analogia con casi ben noti come quello di San Francesco d'Assisi........."

Il Buddha e San Francesco, anche qui la Storia si ripete, niente di nuovo sotto la luce del sole.

Sempre con le parole di Hermann Hesse:

"...c'è, naturalmente, un solo Dio, una sola verità, che ciascun popolo, ciascuna epoca, ciascun individuo si foggia alla sua maniera e per i quali si sorgono sempre forme nuove. Una delle forme più belle e più pure è senza dubbio quella del Nuovo Testamento, per me rappresentato essenzialmente dai Vangeli. Considero alcune espressioni del Nuovo Testamento, accanto ad alcune di Lao Tze e ad alcune di Buddha e delle Upanishad, quanto di più verace, di più concentrato, di più vivo sia mai stato inteso e detto su questa terra. Tuttavia la via cristiana a Dio mi è stata sottratta da una educazione improntata a rigida pietà, dalle ridicolaggini e dalle beghe della teologia, dalla noia e dalla soporifera banalità della Chiesa, eccetera. Allora ho cercato Dio per altre vie, o ho trovato in un primo momento quella Indiana, che mi era vicina per tradizioni familiari, in quanto bisnonni, nonno, padre e madre avevano avuto relazioni intime con l'India, parlavano le lingue indiane, ecc. Più tardi, attraverso Lao Tze, ho trovato anche la via cinese, che per me ha rappresentato l'esperienza più liberatrice. Naturalmente io ero al tempo stesso non meno impegnato in ricerche e problemi moderni - tramite Nietzsche, Tolstoj, Dostoevskij - ma la profondità l'ho trovata nelle Upanishad, in Buddha, in Confucio e in Lao Tze; e poi, quando ha cominciato ad affievolirsi la mia avversione per la forma di verità specificamente cristiana, anche nel Nuovo Testamento. Nondimeno sono rimesto fedele alla vita indiana, non perché la ritenga migliore della cristiana, ma perché mi ripugnavano l'usurpazione, la monopolizzazione di Dio, il voler aver ragione in esclusiva che comincia con Paolo e procede attraverso tutta la teologia cristiana; e anche perché gli indiani conoscono forme di ricerca del vero - con l'aiuto dei metodi yoga - assai migliori, più pratiche, più sagge, più profonde. Non considero la sapienza indiana migliore della cristiana, la sento solo un poco più spirituale, un po' meno intollerante, un po' più avanzate e libera. Ciò deriva dal fatto che la verità cristiana mi fu inculcata, nella giovinezza, in forme inadeguate."

"Io mi riconosco moltissimo in questa posizione. In assoluto non riesco a concepire, comunque, una Fede in una verità (ne parliamo continuamente della relatività di tutte le cose, quindi della non esistenza di una verità), ma il concetto di "maggiore spiritualità" espresso da Hesse è quello che più si avvicina al mio modo di intendere le cose, il tutto!"

"Certo che questi potranno essere argomenti di fondamentale conversazione con Fede, se e quando la ritroveremo. Io riflessioni cosi, diciamo, "profonde", non le ho mai veramente fatte, e devo dire che mi sentirei anch'io abbastanza vicina a questo tipo di fede".

"Si parlava questa mattina della occupazione delle Americhe e della prepotenza e intolleranza della Chiesa: esattamente quanto esprime Hesse con le sue parole, l'Intolleranza, il voler aver ragione in esclusiva....Chissà se Fede nel suo percorso questa estrema domanda se la sarà al fine posta: ho veramente Ragione In Esclusiva in quello che faccio?"

"Senti questo altro stralcio, e poi chiediamo da bere alla hostess..."

"Se si prendono le sentenze del Nuovo Testamento non come comandamenti, ma come espressioni di un sapere straordinariamente profondo sui segreti della nostra anima, allora la frase più saggia che sia mai stata proferita, la cifra riassuntiva di ogni arte della vita e di ogni dottrina della felicità, è quell' "Ama il prossimo tuo come te stesso" che peraltro è già presente nell'Antico Testamento. Si può amare il prossimo meno di se stessi, e allora si è l'egoista, l'arraffone, il capitalista, il borghese - e si può certo ammucchiare denaro e potere, ma senza provare vero appagamento, e senza pervenire alle più sottili e squisite gioie dell'anima. Oppure si può amare il prossimo più di se stessi, e allora si è dei poveri diavoli, pieni di senso di inferiorità, pieni di brama di amare tutti eppure pieni di rancore e di autolesionismo; e si vive in un inferno che quotidianamente ci si procura. Invece in quella frase è contenuto il segreto di ogni felicità, di ogni beatitudine: l'equilibrio dell'amore, la capacità di amare senza restare in debito di qua o di là, questo amore per se stessi che tuttavia non è rubato ad alcuno, questo amore per l'altro che pure non riduce o violenta il proprio io. E, volendo, si può trasportarlo anche sul versante indiano e dargli questo significato: ama il prossimo perché è te stesso!, una traduzione cristiana del "tat twam asi". Oh, tutta la sapienza è così semplice, è stata proferita e formulata indubitabilmente già da tanto tempo! Perché essa ci appartiene solo a tratti, perché solo nei giorni buoni e non sempre?"

"MI sembra ci sia poco da aggiungere: al fine, tutta la Mia Filosofia di Vita si racchiude in questi pochi concetti. Ama il prossimo tuo come te stesso - Equilibrio!!!!....

Ricordo che già tanti anni fa, uscito dalla giovinezza e sui blocchi di partenza per affrontare La Vita elaboravo la mia "filosofia del Non Dolore" (che è poi la sintesi del buddismo, che all'epoca non conoscevo minimamente).

RICORDI

".....Non so se il mio modo di concepire le cose sia originale, ma è senz'altro molto "astratto". E molto difficilmente riuscirò a farlo capire; pertanto cercherò di fare percepire quello che "sento" in me: mi sforzerò ad essere Lucido al massimo.

La prima domanda che mi pongo è la più scontata: perché viviamo?? A questa domanda, per quanto mi possa sforzare, non riesco a dare una risposta "concreta" e nessuno, finora, ci è mai riuscito!! In questo sta tutto: finché non risponderemo a questa domanda, e credo che nessuno riuscirà mai a farlo, non risolveremo, o non risolverò, mai il problema di fondo della vita.

Infatti, finché non so perché vivo, non sono in grado di definire "Il Giusto" e "Il Non Giusto", quindi mai potrò sapere se quanto faccio "E' Bene". Soltanto IO credo che lo sia, in assoluto potrebbe non esserlo. Qualsiasi avventura umana non è giudicabile in assoluto. Di nessuna cosa si può dire, in assoluto, che sia più o meno giusta di un'altra. Per tutto quello che facciamo non abbiamo mai una controprova.

...E questo modo di ragionare può diventare un vicolo cieco, una strada senza uscita. Potrebbe equivalere al pessimismo più completo, portare alla indecisione più completa. Ragionando così qualsiasi cosa può NON piacere, niente soddisfa perché non si conosce il motivo per cui la si fa e perché invece, non si potrebbe farne un'altra, che a sua volta sarebbe anch'essa senza senso.....e così all'infinito...Ma tutto ciò è "astratto", non sarebbe conciliabile con il vivere con gli altri, non sarebbe conciliabile con la storia passata e con la stessa vita al presente. Il concepire la vita come pura causualità, come in effetti è a pensarci bene, porterebbe nella pratica al Non Vivere ....

Allora penso che, pur rimanendo valido quanto espresso, ognuno deve necessariamente crearsi uno Schema di vita nel quale rientrare. Cioè ogni persona necessariamente si crea dei principi che Deve ritenere Giusti per sé e per gli altri (se vuole vivere insieme agli altri).

Il fatto di crearsi uno schema di vita è una scelta, e come tale richiede fermezza, coraggio, forza. Ecco quindi il problema della Scelta: devo stabilire cosa sia per me più giusto fare.

Non sapendolo in assoluto, devo deciderlo io.

Ecco quindi la mia teoria, la mia "Filosofia di vita" : la Filosofia del non dolore.

Pur non potendo definire il Giusto e Non Giusto, ognuno di noi Sente che alcune cose gli piacciono e altre no. Ciò che universalmente non piace è Il DOLORE. Il dolore può non essere soltanto quello fisico, ma anche (e forse soprattutto) quello psicologico. Per esempio E' Dolore essere costretti a vivere in una società che non ci piace, o dover fare delle cose che non ci piacciono. Allora dico: NON DOLORE!! Ognuno dovrà cercare di non provare dolore per sé, ma neanche di non procurarne agli altri. Se la Felicità è Non-dolore, tutti devono cercare la propria e quella degli altri. Dovrebbe quindi cambiare il rapporto tra le persone: se tutti ragionassero in questi termini, tutti saremmo Felici. ...

Qulacuno ha creato "il bene" e "il male", e nessuno sa se sia "più giusto" l'uno o l'altro. Si dice di dover cercare "il bene" ma nessuno può in realtà definirlo. Infatti ognuno farà riferimento al "suo proprio bene", che potrebbe non essere necessariamente quello degli altri. Ed ecco così che mai potranno cambiare i rapporti interpersonali: sembra infatti insito nella natura umana l'egoismo, che non può far altro che fare avanzare l'umanità sugli stessi binari sui quali si è evoluta finora. Tutto lo svolgersi della storia è stato caratterizzato dall'egoismo. Anche tutto ciò che viene chiamato progresso, è dettato dall'egoismo, dal volere ognuno essere superiore, più potente dell'altro. Continuiamo a ripeterci che questo Non E' Giusto, ma è tutto quanto è stato da sempre!! Tutto il progresso dell'umanità si risolve nell'essere passati dalla fionda alla bomba atomica per poter sopraffare il nemico. Tutte le nuove ricerche scientifiche sono orientate alla ricerca di nuove armi per essere più forti degli avversari. Si dice che non si vuole la guerra, in quanto la guerra "è dolore", ma tutto si fa in funzione di essa. ...e guerra in fondo c'è sempre, ogni attimo della nostra vita quotidiana è guerra, contro qualcuno, contro qualcosa, contro se stessi. Non so dare una soluzione a questo stato di cose e sfido chiunque a negare quanto detto e dare una soluzione Univoca.

...Ma proviamo ad andare più sul concreto. Che tipo di società vorrei e cosa vorrei poter fare in questa società?? Anarchia: quando ognuno è libero di fare ciò che vuole!! Non è possibile, si è necessariamente soggetti a delle regole per poter vivere. Il sistema in cui siamo "costretti" a vivere non mi piace, proprio perché caratterizzato dall'egoismo. Non voglio l'egoismo, e tutti i miei sforzi sono rivolti in questa direzione. In fondo però anch'io lo sono, egoista, e vivo questa contraddizione dentro di me. Ed qui che propongo di seguire la teoria del "Non-dolore", sempre: intanto cerco di stare bene IO (ecco l'egoismo), volendo al contempo che gli altri stiano bene insieme a me".

Vedi che ritorna semplicemente il detto evangelico richiamato da Hesse:

"Ama il prossimo tuo come te stesso"

....Por favor....desculpame.....dos copas de vino rojo por favor....."

Con la bevanda sul tavolinetto, Robert prende tra le sue le mani di Ragione e continua con dei ricordi sulla definizione dell'invidia che, insieme all'egoismo, è uno dei mali peggiori che si vivano in questo mondo, specialmente in quella che è considerata "l'era moderna". E trova da lui manoscritte su una pagina del libro di Hesse queste frasi riprese forse da un famoso sociologo italiano:

"...Per pensare a noi stessi siamo condannati a confrontarci con altri esseri umani, con le loro virtù, la loro bellezza, la loro intelligenza, i loro meriti. Sullo sfondo di qualsiasi valutazione c'è sempre "qualcuno" che costituisce la nostra misura, che nel confronto si installa al centro del nostro essere.

Noi vogliamo essere migliori, superiori, più apprezzati. Non c'è perciò mai termine al confronto, al giudizio, all'illimitato succedersi di valutazioni, ora meglio, ora peggio, ora un passo in avanti, ora uno indietro. L'energia sociale complessiva è il prodotto di questa forza ascensionale, di questa propulsione comparativa. E se non riusciamo, se il confronto è a nostro svantaggio, ci sentiamo diminuiti, svalutati, vuoti. Allora cerchiamo di proteggere il nostro valore. Anche qui possiamo farlo in molti modi: rinunciando alle nostre mete, diventando indifferenti, oppure cercando di svalutare il modello, abbassandolo al nostro piano. Questo meccanismo di difesa, questo tentativo di proteggerci attraverso l'azione di svalutazione, è l'Invidia.

L'invidia è dunque un arresto, una ritirata, uno stratagemma per sottrarci al confronto con chi ci umilia. E' un tentativo di scacciare lo stimolo svalutando l'oggetto, la meta, il modello. Ma è un tentativo maldestro, perché l'oggetto del desiderio e il modello restano lì, come una rete in cui l'animo si dibatte prigioniero.

Desiderare e giudicare sono due pilastri del nostro essere, ma anche le fonti dell'invidia. E l'invidia si affaccia sempre, come un bagliore, al nascere di ogni desiderio e all'apparire di ogni valore. Perché ogni desiderio incontra sempre qualche ostacolo, ogni confronto può metterci in difficoltà. In ogni spinta desiderante c'è il rischio del naufragio. In ogni aspirazione c'è la possibilità di smarrirci."

"Per fortuna, almeno da quando conosco te, io non invidio nessuno, essendo appagato dal nostro stare insieme" conclude Robert....

...L'ARRIVO A Buenos Aires, dopo le tante ore di volo, è ancora una volta una "esperienza". La città vista dall'alto è una distesa infinita di case. Il cielo è terso, nonostante lo smog che anche in questa metropoli Sud americana si fa sentire. Robert ha prenotato, con l'albergo, anche un taxi che è ad aspettarli al loro arrivo all'aeroporto.

All'uscita dell'aeroporto il caos è grandissimo, ma il loro autista, con un cartello ben in vista con su il nome ROBERT DuMILIEU, è lì ad aspettarli per condurli senza indugio al loro albergo.

Il Marriot di Buenos Aires è situato nel cuore della città, quindi il tragitto per arrivarci non è dei più agevoli, anche se in quei giorni ancora di festa il traffico non è dei più frenetici.

I due si ritrovano ora in piena estate e provano una strana sensazione nel sentire un caldo opprimente e vedere ancora luce alle otto di sera del mese di Gennaio.

L'hotel è un po' "vecchio stile", eleganza classica, con una hall non troppo grande, ma molto raffinata, soprattutto nel suo "angolino" sala d'aspetto, con poltrone in pelle rossa e mobili in stile in legno massiccio.

All'arrivo in stanza questa volta provano un gusto diverso. Non sanno il perché, ma l'atmosfera di Buenos Aires sembra molto diversa da quella respirata in Nord America, ed anche in Messico. Intanto questa volta la prima cosa che decidono di fare è un bagno in piscina. Si svestono in fretta, disfanno velocemente le valigie e scendono subito alla piccola, ma elegante piscina dell'albergo, con il buio che ormai sta scendendo. Il tuffo in acqua è rinfrescante e....strano....siamo in gennaio!! Per completare la "sensazione d'estate" ordinano una caipirina come aperitivo.

La giornata non è stata particolarmente "impegnativa", ma comunque "lunga" e tutti gli spostamenti e i cambi di fuso orario e temperature degli ultimi giorni, si fanno sentire. Decidono quindi di finire la giornata con una veloce cena in albergo per andare poi subito a riposare: domani si vedrà!!!

La città di Buenos Aires sorge sulle sponde del Rio della Plata e del Riachuelo che confluisce nel Rio de la Plata nel quartiere della Boca.

Gli abitanti della città di Buenos Aires vengono chiamati "porteños", mentre gli abitanti della provincia di Buenos Aires vengono chiamati "bonaerenses".

Buenos Aires cambia completamente nella seconda metà XIX secolo con l'arrivo di una massiccia immigrazione soprattutto spagnola ed italiana, ma anche tedesca, polacca, russa e mediorientale, favorita dalle condizioni economiche precarie in Europa e delle politiche del governo argentino volte a favorire l'ingresso di nuova manodopera.

L'immigrazione italiana fu la prima ad arrivare in modo massiccio. Nel 1887 gli italiani costituivano il 60,4% dell'immigrazione totale per poi ridursi percentualmente con l'aumentare della immigrazione spagnola.

La crisi economica in Argentina (con la conseguente ricerca di una cittadinanza europea), le leggi italiane sulla cittadinanza, e l'altissimo numero di argentini con antenati italiani, potrebbero fare della Grande Buenos Aires la città al mondo col maggior numero di cittadini italiani (potenzialmente un numero di italiani pari al doppio della popolazione di Roma), o almeno dividere questo titolo con la metropoli brasiliana di San Paolo.

...L'Avenida Florida è "La Strada" di Buenos Aires. Turisti e locali si mischiano in una umanità brulicante. Negozi di ogni genere sono distribuiti sui due lati. Ristoranti e bars si susseguono. La cosa che più impressiona Robert e Ragione durante la loro passeggiata di fine mattinata lungo "La Strada" è IL TANGO: coppie che ballano tra capannelli di gente in modo affascinante e sensuale. Il tango è IL BALLO argentino. Robert tra le "sue tante" cose interessanti della vita non ha mai contemplato il ballo, ma è affascinato da quanto vede.

Il Tango nasce nel Río de la Plata (coste di Argentina e Uruguay) come mescolanza di balli di origine africana e locale nell'ambito della prostituzione, e successivamente si sviluppa e si evolve nella sua struttura attuale a Buenos Aires. Qui trova le sue radici, nel miscuglio di genti, maggiormente immigrati europei, che abitano nella città sul finire dell'800 e gli inizi del '900. Nell'attualità è simbolo di Buenos Aires e di cultura argentina in tutto il mondo.

...E l'atmosfera che si respira camminando per il centro di Buenos Aires...si può "toccare" quasi l'umanità,...i ritmi più blandi, la gente, il caldo, l'euforia contenuta degli argentini: tutto riporta a tanti anni prima, quando anche in Europa si potevano ritrovare atmosfere che oggi sono andate perdute, tra telefonini, la corsa al successo, i ritmi di vita frenetici!!!

POESIA

GENTE ARGENTINA:

Non pianger per me

Argentina !!!

Urlava Evita

dal balcon

quella mattina

alla folla

che si era riunita

in Plaza de Majo,

con la speranza

ormai finita

di vivere in un mondo

un po' più gaio........

Yo soné un amor,

Yo senti el calor

De un carino fiel.....

Sono le parole di Gardel

per gente abituata

a vivere nel fango,

che s'illude di

volare in ciel

soltanto muovendosi

in un Tango.....

Foto di un

Popolo Fiero,

Generoso

e molto Sincero

ancor fiducioso

in un mondo

più vero !!!!!

Da questo contesto

di gioa e

di malinconia

nasce gente

che puo'

mostrarci ancor

la via

verso un mondo

come quello

che avevamo,

ben diverso

da quello

in cui viviamo !!!

Gente a cui

l'intelligenza

certamente

non manca,

di certo neanche

la destrezza,

che non si ferma

la sera

neppure quando

é stanca,

che dal viso

fa trasparir

fierezza,

mettendo pero'

ciuscuno

a proprio agio

quando parla

lentamente,

adagio, adagio,

nella cultura

del rispetto

per chiunque

si ponga

al suo cospetto !!!

Segno questo di

buona educazione,

maturata nella

convinzione

che un giorno

tutto quanto

cambierà

e il Paese

bello e

sconfinato,

finalmente

rispolvererà

tutto lo speldor

del suo passato !!!!

...I due si sentono a loro agio e ancora una volta , immersi nelle loro scoperte, quasi si dimenticano del motivo ultimo (o la scusa...) che li ha portati fini lì: la ricerca di Fede!!

E' come sempre Ragione che affronta per prima l'argomento: "E adesso cosa pensi si debba fare, qui in questa immensa città, per trovare tracce dei nostri amici??"

"Pregare", risponde scherzosamente Robert "non siamo forse qui per...Fede?? E allora teniamoci stretta la nostra Fede e ....preghiamo per (ri)trovarla. Oggi non hai ancora mandato il messaggio a Eric per avere notizie fresche: in Francia sono già le cinque del pomeriggio, se chiami adesso, avremo una risposta questa notte, quindi domani decideremo ancora una volta il da farsi. Nel frattempo sfruttiamo la giornata per scoprire quanto più possibile di questa meravigliosa città!!"

"Sì, adesso parte il messaggio....ma restiamo comunque con gli occhi aperti, chissà che il caso non ci faccia fare un incontro...imprevisto. In fondo questa città, seppur grande, si riduce a questi vicoli del centro...hai visto mai...."

"Certo, potremmo anche incontrarli per strada...Diego è di Buenos Aires, si potrebbe provare a cercare un qualche indirizzo dove potrebbero essere alloggiati. Ma quanti Sanchez ci saranno a Buenos Aires??

....Ah, questi ballerini di tango mi ipnotizzano..." commenta Robert dopo essersi fermato tra un capannello di gente raccolta intorno a una coppia che si esibisce in un ballo appassionato. "Cosa ne dici di organizzare la serata in un locale dove si possa ammirare uno spettacolo di ballo e musica argentina??...."

"Ne sarei felice" asserisce Ragione.

Intanto, cartina alla mano, si incamminano verso la Casa Rosada e Plaza de Majo, famosa per le dimostrazioni delle mamme dei Desaparecidos durante il regime in anni non poi tanto lontani. L'Argentina è tornata da poco alla democrazia, attraverso vicissitudini di vario genere. Il paese più ricco del mondo in termini di risorse naturali vive comunque una crisi economica spropositata in rapporto alla ricchezza del territorio. Ma questa ricchezza continua ad essere nelle mani di pochi. Inoltre la "classe media" che, rispetto ad altri paesi sudamericani, aveva raggiunto un livello di vita più che accettabile, si è vista depauperata da politiche governative scellerate, che hanno portato a svalutazioni continue e inflazione a doppia cifra con il risultato di rendere la moneta "carta straccia".

"....Nel corso del XX secolo, Buenos Aires ha visto alternarsi al governo dell'Argentina capi di stato espressione a volte di regolari elezioni, a volte di colpi di stato.

Durante la dittatura militare negli anni dal 1976 al 1983, Buenos Aires ha conosciuto il fenomeno dei desaparesidos in cui molti giovani venivano torturati e fatti sparire per l'accusa, molto spesso infondata, di simpatizzare per la sinistra, considerata ispiratrice del terrorismo.

Parallelamente, Buenos Aires è stata teatro di movimenti di piazza anche rilevanti in sostegno o contro il governo del tempo. Ricordiamo le smisurate folle osannanti che acclamavano il presidente Juan Domingo Peron e la moglie Evita, ma anche le manifestazioni del gruppo delle Madri di Plaza de Mayo costituito da donne che, nell'impossibilità di manifestare altrimenti la loro situazione, si riunivano nella piazza antistante la Casa Rosada esponendo in silenzio le foto dei loro cari dispersi a causa della repressione militare.

In anni più recenti si sono moltiplicate le manifestazioni dei piqueteros che protestano per ottenere aiuti per le persone in difficoltà a causa della disoccupazione e la crisi economica effettuando blocchi stradali ed altre forme di protesta pubblica".

...Dopo una lunghissima camminata arrivano sulla piazza del quartiere San Telmo, dove sostano per rinfrescarsi con una bella birra gelata e....

....Robert ricorda di avere, registrato sul suo telefonino, il numero di un suo ex-collega argentino che da qualche anno è rientrato a Buonos Aires.

"Potrei provare a chiamare Osvaldo" esordisce improvvisamente...

"E chi sarebbe questo Osvaldo??" risponde sorpresa Ragione

"Abbiamo lavorato insieme per due anni, lui è un ingegnere che, dopo diversi anni di esperienza europea, ha sentito il bisogno di rientrare nella sua terra natale. Mi sono ricordato che mi ha lasciato un suo recapito a Buenos Aires dicendomi: chissà che un giorno tu non possa venire a trovarmi. Perché non provare??? Credo ti farebbe piacere conoscerlo, così come a me farebbe piacere rivederlo. E chissà che non possa darci indicazioni utili alla nostra ricerca....sempre che il numero sia ancora valido e che lo si trovi..."

....dopo tre squilli la risposta arriva....

"Osvaldo? Ciao sono Robert DuMilieu, ti ricordi ancora di me?"

"Robert...ma,...da dove chiami, come mai questa sorpresa?"

"Sono a Buenos Aires con una mia amica, siamo seduti bevendo una birra sulla piazzetta, a San Telmo...."

"Non posso crederci, tu, a Buenos Aires, in più a pochi passi da casa mia!! Aspettami lì, in 5 minuti arrivo"....

"Siamo stati fortunati: non solo lo abbiamo trovato, ma abita anche in questo quartiere e ci raggiunge tra pochi minuti" spiega Robert a Ragione....

Sorseggiando la birra nell'attesa di Osvaldo, senza un motivo preciso, Robert si rivolge a Ragione:

"Tu, lo sappiamo ormai, sei una razionalista, diciamo pure una scienziata, quindi comprendi facilmente il senso della Matematica. Che cosa è la Matematica secondo te? Io, da ragazzo, ero un "genio della matematica" e questo viene normalmente associato a "intelligenza". Poi ho, con il tempo, cominciato a riflettere sul significato di tutto questo e sul vero senso della cosiddetta "Intelligenza". Mi chiedevo: sono veramente Intelligente, sono veramente "un genio", oppure il tutto deriva semplicemente da un processo mentale che si è sviluppato in funzione delle esperienze vissute e dell'ambiente in cui sono cresciuto?? Come per tutte le cose, ho quindi cominciato a pensare che anche in questo c'è "il giusto mezzo": una parte si può chiamare "intelligenza innata", che però si sviluppa nell'ambiente circostante e nell'interfaccia con gli altri.

Quello che penso sia più "innato" è invece "l'istinto", l'interfacciamento intuitivo con le cose. Mi sono reso conto di avere innata questa caratteristica, cioè dell'istinto e quindi di una velocità di reazione ai numeri e alle cose della vita non comuni. Risolvere un problema di matematica è come risolvere "un problema" tout court. Si può "vederne" velocemente la soluzione oppure non vederla affatto. Difficile esprimere a parole questo concetto: o lo vivi, oppure non riesci a percepirne appieno il significato.....anyway, ...per me la Matematica era tutto e mi faceva sentire "molto intelligente"; poi con il tempo ha perso il suo valore, anche perché, se da un lato si crede che la matematica sia la "perfezione assoluta", cioè due + due è uguale a quattro, poi si scopre la relatività ed anche le certezze della matematica diventano relative...

Mi ricordo che, nella mia "semplicità di base" , spiegavo l'esistenza di Dio con la quarta dimensione: l'uomo riesce a percepire tre dimensioni; poi, in termini matematici, si è cominciato a introdurre il concetto di spazio-tempo, la relatività, per cui più ci si avvicina alla velocità della luce, più il valore assoluto del tempo e dello spazio cambiano....in termini matematici si è arrivati a definire la quarta, la quinta, la sesta,....non so più quale dimensione...per cui la dimostrazione dell'esistenza di Dio passa continuamente alla ...dimensione successiva....Quindi Dio è semplicemente un "ente matematico" ...ma, se andiamo all'infinito, allora cosa viene ...oltre???..e si ricomincia daccapo....

Parlando di matematica, mi ritorna in mente, chissà perché (ma il momento qui è particolare e in questi momenti la mia mente spazia...) di nuovo uno dei più grandi matematici, e poi filosofo, del ventesimo secolo: Bertrand Russell. E' con lui che dalla matematica sono passato alla filosofia....Ma ecco Osvaldo che sta arrivando....riprenderemo l'argomento in altro momento...."

Il saluto di Osvaldo è sincero e caloroso: ricorda Robert e quella parte della sua vita vissuta in Europa con immenso piacere e un velo di nostalgia compare anche nei suoi occhi. Lo sguardo si rivolge poi verso Ragione e la reazione di Osvaldo è di "confusione" e ammirazione: il rinomato Machismo degli argentini non può rimanere indifferente alla bellezza di Ragione. I complimenti si sprecano, sia nei confronti di lei che verso Robert che si è fatto accompagnare da una così splendida visione.

"Come siete capitati in questa parte del mondo?" esordisce Osvaldo.

"Siamo alla ricerca della Fede...." Risponde Robert, lanciandosi subito in una rapida e sommaria spiegazione della loro vacanza-ricerca.... "e tu, cosa mi dici di interessante?"

"Sai bene che la vita qua non è facile, si cerca ogni giorno di sopravvivere, barcamenandosi tra i tanti problemi e i pochi soldi che rimangono in tasca, ma in fondo non mi lamento. Il mio lavoro ce l'ho e la mia vita è qui!! Ho passato momenti bellissimi in Europa, ma sento la mia appartenenza a questo paese bellissimo e sconfinato..."

"Cosa ci suggerisci di fare in questo poco tempo che passeremo nella tua città?" Interviene Ragione con il suo senso pratico, prima che i due amici si lancino in ricordi e rievocazioni del passato.

"Sì, è vero, voi siete in vacanza e dovete godervela fino in fondo. Assolutamente dovete visitare il quartiere della BOCA, il luogo di origine di Maradona, lo conoscete no?, chi non lo conosce al mondo? Nel bene e nel male è il simbolo di questo nostro paese, con la sua fantasia e la sua fragilità, il suo cuore buono e generoso e la sua stupidità nel lasciarsi trascinare da tutto e da tutti.....beh, abbiamo ancora tempo per recarci insieme alla Boca questo pomeriggio, poi per la serata vi invito a cena in un locale di Porto Madeiro."

"Era nostra intenzione andare in un locale dove si possa cenare e vedere uno spettacolo di Tango..."insiste Ragione

"Ningun problema, manana por la noche...vi prenoto un tavolo al famosissimo locale El Signor Tango, dove potrete gustarvi un buon Asado e un bellissimo spettacolo folcloristico. Ora, Ola, andiamo. Prendiamo un taxi e si va alla Boca"

Al tempo coloniale La Boca era una zona di grandi baracche per gli schiavi neri ma, alla fine dell'ottocento, fu popolata soprattutto da immigranti Genovesi che le hanno dato l'aspetto attuale. Gli abitanti della Boca (e i tifosi della sua squadra di calcio) si definiscono ancora come Xeneizes, deformazione del termine eponimo Genovese, inlingua ligure Zeneize, che in una translitterazione argentino-castellana, al plurale, vale per Genovesi, lingua parlata inizialmente dalla popolazione della Boca la cui origine è prevalentemente di cittadini emigranti (o di origini) Genovesi

Il quartiere è famoso per "Caminito", una via con case colorate e mercatino dell'artigianato. Le case venivano dipinte dagli abitanti del luogo con le rimanenze di vernice usata per le chiatte da trasporto merci che transitavano nel Riachuelo e negli anni questo è diventato un motivo di attrazione per i turisti.

...Ed è mentre passeggiano per i vicoli di questo caratteristico quartiere di Buenos Aires che arriva l'attesa telefonata da Eric: sono a Calafate, in Patagonia!!

...Ancora una tappa quindi nel loro viaggio, e questa sarà sicuramente l'ultima e la definitiva: sarà impossibile non ritrovare Fede in quel posto sperduto e isolato. Devono quindi immediatamente prenotare il loro ormai ennesimo volo per il giorno 12 gennaio!! Avranno ancora tutta la giornata seguente per terminare la visita, seppure affrettata, di Buenos aires.

...Un breve rientro in albergo per poi ritrovarsi al famoso Porto Madeiro con Osvaldo per la cena, che scorre fluida attraverso della buona carne argentina e del buon vino rosso....Cenando stabiliscono con Osvaldo il programma dell'indomani:

Visita al cimitero della Recoleta per fare omaggio alla tomba di Evita Peron, rapido passaggio a Palermo, quartiere residenziale di Buenos Aires, quindi ancora un giro per le vie circostanti la Av Florida per finire con la cena al Senor Tango......

.....E rientrano contenti e rilassati all'albergo che già suona la mezzanotte...

...Il giorno dopo Osvaldo li attende, dopo la colazione, nella hall dell'albergo, essendosi dato disponibile a fargli da cicerone e autista per la giornata. Partono subito alla volta del quartiere Palermo, immergendosi nel traffico cittadino.

.... Alto Palermo è il centro di Palermo, la principale zona commerciale e dei trasporti intorno a Santa Fe Avenue. Al centro c'è l'Alto Palermo Shopping Centre, un grande centro commerciale. Villa Freud, zona intorno a Plaza Güemes, è una zona residenziale, nota per la sua alta concentrazione di psicoanalisti e psichiatri, da cui il suo nome.

Palermo Viejo (Palermo Antico) è invece, come il suo nome implica, la parte più antica. È delimitata da Avenida Santa Fé, Avenida Córdoba, Avenida Dorrego a Avenida Coronel Díaz. Il quartiere è costruito intorno a Plaza Palermo Viejo; riporta elementi architettonici del vecchio stile spagnolo mischiato con quelli della modernità......

...Via al cimitero....La Recoleta... Al principio del XVIII Secolo, i frati missionari dell'ordine degli Agostiniani recolletti scalzi arrivarono nella zona, allora nei dintorni di Buenos Aires, costruendo sul luogo un convento e una chiesa. La chiesa, Nostra Signora del Pilar, terminata nel 1732, esiste ancora ed è stata dichiarata monumento nazionale. Gli abitanti del luogo presero l'abitudine di chiamare la chiesa «la Recoleta», dal nome dei frati che la gestivano (Recoletos escalzos in spagnolo). Il nome si estese poi al quartiere e infine al cimitero. L'ordine fu disciolto nel 1822 e il terreno del convento passò allo stato che decise di creare il primo cimitero pubblico della città di Buenos Aires. Durante gli anni Settanta del XIX Secolo, in conseguenza dell'epidemia di febbre gialla che colpì Buenos Aires, numerosi abitanti dell'aristocrazia cittadina abbandonarono i quartieri di San Telmo e Monserrat, trasferendosi nella parte nord della città, considerata più salubre. Recoleta divenne un quartiere ricco e il cimitero si convertì nell'estrema dimora di tutte le famiglie più prestigiose della capitale.

Al cimitero si accede tramite una grande porta sostenuta da alte colonne doriche, costruita nel 1881 durante il rinnovamento del cimitero. All'interno si trovano oltre 4800 tombe distribuite su 54.843 metri quadri. Il cimitero ospita vari mausolei decorati da marmi e statue, costruiti nei più vari stili architettonici. È suddiviso in isolati, ordinatamente separati da viali alberati attraversati da strade più piccole, sulle quali si affacciano mausolei e tombe. Al centro esiste un'ampia rotonda dalla quale si dipartono i viali principali con una scultura di Cristo realizzata nel 1914. Ogni mausoleo di solito ha il cognome della famiglia scolpito sulla facciata e reca placche di bronzo più piccole che recano i nomi propri dei membri della famiglia seppellite all'interno...

..Un po' di shopping pomeridiano per i souvenirs, una capatina in piscina per rinfrescarsi, e poi in bus, che li recupera direttamente all'albergo per condurli a famoso locale El Senor Tango...

...Il locale è enorme, molto bello ed elegante. Señor Tango offre una gastronomia tipica e internazionale, non è quindi difficile per Robert e Ragione scegliere una buona cena che accompagni lo spettacolo, che prevede uno show fantasmagorico di luci e suoni sulla storia del Tango. Più di quaranta artisti entrano in scena durante le due ore di esibizioni, eseguendo balli tradizionali accompagnati da una grande orchestra, fino ai tanghi più contemporanei di Astor Piazzolla.

...E su queste note si chiude anche la parentesi di Buenos Aires: asta la proxima!! 

ilcontebaldo