51 - BRASILE 2
E' stata chiaramente una scoperta. Avevo sì avuto quella esperienza precedente, ma niente a che vedere l'essere per qualche giorno in una fabbrica, o vivere la vita reale di tutti i giorni. Non ero proprio equiparabile a un brasialiano residente, ho sempre vissuto in hotel e frequentato quell'ambiente del paese che si distingue dalla massa della popolazione. Il Brasile è un paese di 220.000.000 di persone e di queste meno di un terzo vive una vita simile a quella di noi europei. La parte più evoluta è il Sud del paese, Santa Catarina e Rio Grande do Sur sono probabilmente i due stati dove si percepisce il tenore di vita più alto. La capitale industriale è evidentemente San Paolo, ma lo stato di San Paolo, con la sua immensa popolazione, non si può definire uno Stato ricco, e comunque, credo dopo Rio de Janeiro, è la città più violenta del Brasile.
Il Paese è molto (direi troppo) difficile per me, l'esperienza che ho vissuto è sicuramente stata una delle più intense della mia vita, ma non è il Brasile il posto dove potrei vivere. E' intriso di violenza, una violenza potrei chiamarla così, naturale, di sopravvivenza. E l'intreccio di razze fa del Brasile un posto unico.
La storia dice della colonia portoghese, dei negri arrivati dalla vicina Africa, degli indigeni dell'Amazzonia: mischiate tutto questo e si può intuirne il risultato. Gente che vive nella povertà e miseria più assoluta, tantissima, gente ricchissima, pochissima, gente di ceto medio, se così possiamo chiamarlo, non molta. Comunque un ceto medio che viene dalla povertà, che si arrangia ogni giorno, che non si ritrova con tutti i benefici di uno stato funzionante come può essere uno stato europeo.
Il rapporto tra la gente, almeno alla prima apparenza, e super cordiale e delicato (si potrebbe dire magari ruffiano....?) e questo ha il suo lato positivo. Sì, tutto è sempre Positivo: tudo bem-tudo bom-tudo certo- tuda alegria....e via dicendo. Questa la facciata, poi la saudade, la tristeza, malinconia, diremmo in italiano e la falsità sì, perché quello che è Tudo bom-Tudo certo, in realtà così non è. Quello che dovrebbe succedere dopo pochi minuti perché tudo certo, in realtà non succede mai....Ed ecco che, anche sul lavoro, per quello che sembra debba essere l'ordine del secolo, passano anni e niente succede......ed è così che ho passato laggiù un anno intero innescando e seguendo trattative che sembravano doversi chiudere nel giro di pochi giorni e a distanza di anni sono ancora là in discussione. Questo anche perché, quella che sembrava una crescita infinita di quel paese, che era arrivato a un PIL poco inferiore a quello cinese, con una crescita al 7-8%, in quell'anno stava cominciando a scendere e il Brasile stava ripiombando in uno stato di crisi. Sicuramente del ceto medio, più che della fascia povera, che povera era e povera rimaneva.
Nel periodo di mia frequentazione del Brasile si era in pieno Lava Jeto, gli scandali politici di corruzione che venivano a galla e il Procuratore di Porto Alegre che stava perseguendo l'ex presidente Lula e l'attuale (di allora) presidente, Sig.ra Dilma che gli era succeduta, fino ad arrivare poi alle dimissioni della Dilma stessa, l'arresto di Lula e l'insediamento di Bolsonaro, la destra di nuovo al potere.
Oltre alle consuete chiacchierate sul sesso, argomento di conversazione principale dell'uomo brasiliano (le mie frequentazioni lavorative sono sempre prevalentemente maschili...), di tanto in tanto ho avuto modo di parlare di politica e in ogni caso, quando vivi in un pase, volente o nolente, riesci a percepire lo stato d'animo della gente e avere il polso della situazione generale.
Tutto quanto sopra mi porta a dire che ho avuto rapporti eccellenti con colleghi e clienti, sempre mirati al rispetto, alla ironia e al divertimento. Questa l'altra caratteristica dei brasiliani: pur nella loro saudade, miseria, finto modo forse di essere felici, all'apparenza sono sempre allegri. Alegria potrebbe essere la parola d'ordine di quel paese.
E poi il mangiare.
Il miglior amico che ho trovato laggiù è stato, ed è, Rosnei da Luz.
Rosnei era il mio interlocutore principale, il Key Account della filiale SCM. E' con lui che ho frequentato tutti i clienti e le trattative principali. Abbiamo avuto modo di passare ore e ore insieme in conversazioni, trattative, viaggi, in Brasile e in Italia. E Rosnei, oltre ad essere uno dei migliori venditori tecnico/commerciali che ho incontrato (sicuramente il migliore all'interno del gruppo SCM) è soprattutto un Gourmant!! Gli piace mangiare, ma mangiare bene (anche molto). Era, forse adesso si è un po' corretto, un mangiatore assoluto di carne: mangiava carne a colazione, pranzo e cena!! Per me che invece la carne cerco quanto più possibile di evitarla, era sconvolgente. E tante sono state le battute che mi sono sentito rivolgere, facendo riferimento alla mia Fraqueza ("voce esta fraco porque nao coma carne"): io, secondo loro, ero debole perché non mangiavo carne. Non sono Gaucho (così vengono chiamati i residenti del Rio Grande do Sur): il gaucho è il prototipo dell'uomo maschio.....e il MASCHIO mangia carne e parla di donne.
Le donne brasiliane.....non posso lanciarmi in grandi riflessioni, avendo, come detto, frequentato prevalentemente uomini, con il culto del maschio e prevalentemente omofobi: si scherza da mattina a sera sul transessuale e sulla donna disponibile a ogni tipo di rapporto. Le poche donne che ho conosciuto sono le segretarie o mogli dei vari personaggi con cui sono entrato in contatto. In generale mi sembra che ci sia un rapporto di sottomissione, dove è sempre l'uomo che comanda. C'è una parte di rispetto e di parità apparente, che però presuppone una dipendenza della donna all'uomo. Le donne per contro sono sicuramente emancipate. Quello che ho potuto vedere in Brasile non credo che esista in nessuna altra parte del mondo, in termini di intreccio di situazioni amorose. Credo che non esista una coppia che non sia tra separati o divorziati, o un uomo monogamo, o una donna che non sia pronta a una qualche avventura extraconiugale.
Ci sono delle donne bellissime, quell'intreccio di razze di cui parlavo sopra ha portato a fare scoprire dei fisici, dei volti, dei portamenti che solo là si possono trovare. Chiaramente non sono rimasto indifferente a tanto fascino, ma non ho avuto né tempo né modo di interessarmi alla faccenda.....
Bando alle divagazioni politico/sessuali, ho passato dei mesi a un ritmo che dire frenetico è dire poco. In quel 2013 ho contato più di 100 voli, che sono una enormità. Come dicevo, oltre al Sud America dovevo dare anche un qualche supporto alla filiale americana, quindi per due-tre volte dal Brasile mi sono recato in Usa. Di queste una rimane memorabile: sarei dovuto partire la domenica da Rio de Janeiro, così che mi recai a Rio già il sabato e la mattina della domenica andai in spiaggia a Copacabana, c'erano 36 gradi. Il volo la notte era fino a Minneapolis, dove arrivai il giorno dopo e mi ritrovai con 25 gradi sotto zero!!!!!
Rio De Janeiro......una città che mi ha scombussolato......
Pur viaggiando continuamente per il paese in cerca di clienti, mai c'era occasione di passare per Rio. Eppure volevo conoscere quella città famosa per le sue spiagge, il suo samba, la sua violenza, il suo mondo variegato di bianchi misti a Carioca.....
Finivamo con Rosnei un lavoro il venerdì sera all'interno dello stato di San Paolo e per il lunedì mattina era prevista una nuova trasferta a BH: piuttosto che tornare a Bento Gonçalves e poi ripartire presto il lunedì mattina, dovendo fare scalo a Rio, decisi di passare il week end a Rio appunto e incontrarmi direttamente in aeroporto il lunedì con Rosnei per proseguire verso BH. Prenotai un hotel a Copacabana (cosa che mi creò dei grossi problemi con la SCM in quanto ci fu un malinteso sul costo della camera, che pagai anticipatamente, avendo scambiato i Reais, con cui facevano normalmente i prezzi, con gli euro: quello che doveva essere un costo accettabile di circa 150 euro a notte, diventava di circa 500 euro....) e mi feci dare da Rosnei il recapito di una persona di sua conoscenza e fiducia in caso di bisogno, a Rio non si può mai sapere cosa può succedere.
Rosnei mi lasciò il numero del rappresentante di zona di Rio, che il giorno dopo mi chiamò per sincerarsi che tutto andasse bene.....certo che andava bene, con quel che mi costava l'hotel!!! Avevo avuto una suite al 13° piano, con un balcone che si affacciava direttamente sulla enorme spiaggia di Copacabana, che era gremita di gente, anche se là eravamo in pieno inverno, con un sole splendido e una temperatura di 26°!!!
Prenotai una visita guidata della città per la domenica, mentre quel sabato volevo solo stare senza far niente e gustarmi l'hotel e la vista splendida. Ricordo che feci una lunghissima passeggiata su tutta la battigia, andata e ritorno per tutta Copacabana. Non ebbi nessun timore a camminare solo, qualcuno ogni tanto mi si avvicinava per propormi qualcosa, ma niente di particolarmente pericoloso. Forse l'incoscienza della prima volta, ma mi sentivo perfettamente a mio agio....cosa che poi è andata scemando le altre volte che ho avuto occasione di passare per Rio, fino a dire che oggi non mi fermerei più là (come tutti, penso ci sia il 100% di probabilità di esserlo, fui assaltato l'ultima volta, niente di grave, semplicemente mi fu strappato dal polso un piccolissimo braccialetto d'oro che mi era stato regalato all'epoca del mio primo matrimonio...).
La domenica, al rientro dal giro panoramico di Rio, che mi aveva portato al Cristo Redentor, Pan de Azucra, Maracanà, Lapa, trovai un messaggio del rappresentante che mi chiedeva di chiamarlo. C'era là a passeggio per Copa una sua conoscente, certa Maria, che avrei potuto incontrare se avessi voluto qualche indicazione su qualche locale del posto. Dissi che ero molto stanco della giornata, ma che avrei potuto bere qualcosa con questa signora tanto per conoscerla.
Il mio hotel era a poca distanza dal super famoso Copacabana Grand Hotel, quello che nei tempi andati era frequentato da attori e personaggi famosi. Hotel bellissimo, tutto bianco e in stile neo classico....ma tutta la enorme strada è fiancheggiata da hotel bellissimi, e la gente passeggia e ci si sofferma davanti sia per svago che per incontrare turisti. Qualcuno è di punta per cercare di rubare qualche monile d'oro, qualche bella ragazza per cercare di accalappiare qualche bello straniero. La signora Maria si presentò alla reception accompagnata dalla figlia, una bella bambina di 10 anni, mentre lei non era proprio giovanissima, sì perché in Brasile le donne, diciamo così meno evolute, a 15-16 anni già hanno un bambino, che siano sposate o meno.
Sotto il mio hotel c'era un locale, non proprio un ristorante canonico, ma una specie di pizzeria all'aperto, dove si poteva bere, mangiare qualcosa e sentire un po' di musica. Andammo a bere una birra e fare un chiacchierata. Maria era sulla quarantina, tenuta bene, ma si vedeva che non veniva da una situazione agiata. Io capivo bene il portoghese e piano piano avevo cominciato anche a parlarlo, quindi potemmo scambiarci qualche considerazione su quello che stavo facendo là e sulla sua vita a Rio. Cominciò a parlarmi della città, di Copacabana, di Ipanema, della violenza che si vive in quella città, della difficoltà della vita. Tutto quello che mi diceva me lo diceva con Alegria. Mentre la figlia ascoltava senza capire gran che. Da come mi spiegava la sua vita a Rio, capii che non navigava nell'oro e quando le chiesi dove abitasse, essendo Rio de Janeiro una città enorme, mi rispose....nella comunità....chiesi cosa volesse dire e mi spiegò che era la Favela che sovrastava Ipanema, alla quale si poteva accedere a piedi da una trasversale di Copacabana, poco lontana dal mio albergo. Dovendo ripassare per Rio 15 giorni dopo per prendere l'aereo per gli Usa, le dissi che, se non fosse stato troppo pericoloso, mi sarebbe piaciuto visitare una Favela. Lei mi rispose che volentieri mi avrebbe fatto vedere la sua casa e che quella comunidade era tra le più tranquille di Rio.
Quindici giorni dopo ero di nuovo a Copacabana, la domenica. Il mio volo era la notte, quindi mi sentii con Maria che venne al mio hotel, che questa volta era un hotel a un prezzo normale, seppur bellissimo e con una suite ancora più bella di quella precedente (la prima volta dovetti pagare una cifra astronomica perché era prevista la Finale della Confederation Cup tra il Brasile e la Spagna, vinta poi dal Brasile per 3 - 0, e tutti gli hotel erano pieni).
Pur vivendo in una favela, Maria vestiva in modo direi elegante. Oltre alla figlia di 10 anni, che avevo conosciuto la prima volta, ne aveva un'altra di 3 anni e viveva con loro insieme alla sorella, quasi sua coetanea. Mi raccontò velocemente della sua vita travagliata. Era stata sposata con un Tedesco dal quale aveva avuto due figli: il primo, un bambino, era morto all'età di 3 anni per un shock termico, essendo caduto in una piscina in inverno. La seconda era la bambina che avevo conosciuto. Aveva per un periodo vissuto una vita agiata grazie al marito che la manteneva, finché un giorno fu arrestato per reati commessi in Europa e lei si ritrovò con la bambina da mantenere e senza più nessuna entrata. Aveva poi avuto un'altra avventura con un uomo brasiliano dal quale aveva avuto la seconda bambina e con il quale aveva convissuto nel suo appartamento fino a qualche mese prima di quel giorno. Quell'uomo si era rivelato indolente e violento, così che lei era scappata con le due figlie e si era temporaneamente rifugiata nella comunidade in attesa di una sistemazione migliore.
Ci incamminammo così verso casa sua......dopo aver girato sulla via perpendicolare a Copacabana, la strada ha cominciato a salire e, mano a mano che si saliva, l'ambiente cambiava, il degrado aumentava, gente sempre più trasandata, ragazzi e bambini che giocavano in strada, macchine sfasciate che arrancavano in salita, moto e motorini che sfrecciavano....cominciavo ad avere qualche timore...era più che evidente che ero un straniero, così ben vestito rispetto allo standard del luogo, ma ero comunque accompagnato da una donna brasiliana che teneva per mano una bambina.....arrivammo al culmine della salita quando Maria mi indicò una specie di sentiero che partiva da un ponte e scendeva in mezzo alle case. Prendemmo quel sentiero e il cuore cominciò a battere sempre più forte. La vista, sopra Ipanema, era fantastica, ma il posto era di desolazione e degrado. Più che desolazione direi di paura: erano aggrovigliate l'una sull'altra tante piccole abitazioni di una o due stanze, arroccate sulla montagna, con muri e porte fatiscenti...e si scendevano scalini che sembravano non dover finire mai. Finché prendemmo un vicoletto di meno di 2 metri di larghezza, trovammo una piccola porta sulla quale c'erano la bambina piccola e la sorella di Maria che ci aspettavano. Mi fecero entrare in casa: non so come si possa chiamare casa un posto come quello!! Era una stanza con una piccola finestrina al soffitto, di non più di 4 mt2, poi un minuscolo bagno e un'altra stanzina con un materasso a terra sul quale dormivano in 4. La cucina aveva una bombola del gas, di una pericolosità enorme, e un serbatoio di acqua con un filtro che la rendeva potabile. Entrando là mi mancò il respiro per un attimo e provai una gran pena: come possono delle persone vivere in condizioni simili. Eppure, lungo gli scalini per scendere fin lì, tutti mi salutavano cordialmente, con il sorriso sulle labbra e i bambini mi guardavano con fare curioso.
Non vedevo l'ora di scappare da quel posto, anche se per contro mi attirava. Aveva quel fascino del diverso che sempre mi ha spinto a scoprire situazioni alternative. Mi interrogavo sul senso della vita e su come ci si possa, noi, lamentare delle situazioni di assoluto privilegio che viviamo nel nostro quotidiano, quando c'è gente che vive in condizioni che potrebbero considerarsi disumane, o comunque di indigenza. Per di più in un paese che in quel momento particolare il mondo vedeva come uno di quelli con il maggior potenziale di sviluppo economico.
La visita fu veloce, riprendemmo la scalinata e scendemmo fino a sbucare sul lungomare di Ipanema: che differenza!!!! E dire che la Favela, anche se pacificata, comunque una delle più grandi di Rio, inizia a poche centinai di metri dall'elegantissimo lungomare di Ipanema, dove si spostano turisti di tutti le nazionalità, dove ci sono locali bellissimi e lussuosi, affacciati su una spiaggia stupenda.
Fu una incredibile esperienza, rientrai in Hotel e lasciai Maria ripromettendomi di contattarla al prossimo giro, ma non ci fu più occasione e mi è rimasto il ricordo di quella situazione di disagio, ma anche di quella famigliola di sole donne esposte alle intemperie della vita. So che Maria ha poi lasciato Rio per rifugiarsi al Nord del Brasile, verso l'Amazzonia. Ho provato a riprendere il contatto dall'Italia, ma è estremamente difficile comunicare con quei posti e solo di tanto in tanto ho qualche notizia di vita reale brasiliana e so che laggiù la situazione del giorno per giorno è sempre più difficile.
......c'è una considerazione che mi sento di fare...
....per 12 anni il Brasile è stato nella mani del partito dei lavoratori, con Lula prima e con la sua fedele compagna di partito, la Dilma, poi. Inizialmente hanno fatto molto per la classe più povera del paese, cercando di dare una abitazione a tutti, anche se nelle cosiddette favelas, e un sussidio universale (diciamo il reddito di cittadinanza di cui tanto si parla oggi in Italia) chiamato Casa Familia. Ma, al di là della corruzione che poi negli anni a seguire ha dilagato, non è stato fatto niente per i giovani e per l'istruzione. I brasiliani del ceto basso, con quel poco che gli passa lo stato, che sia solo un posto dove vivere, e con qualche soldo racimolato qua e là, si barcamenano e vivono nell'indolenza. Se non cresce il livello dell'educazione, se non si tolgono i ragazzini dalle strade lasciandoli in mano alla delinquenza e agli spacciatori di droga, il Paese non si solleverà mai. E più si va verso il Nord, più la situazione degenera e gli squilibri nei confronti del Sud aumentano a dismisura.
Ancora una volta ho zigzagato tra situazioni di lavoro e esperienze di vita: il Brasile mi ha assorbito molto per un paio di anni e mi ha dato anche molto a livello umano, con spunti di riflessione che mi hanno poi portato a relativizzare ancor più tutte le situazioni che ho vissuto negli ultimi anni.......