42 - USA 2
Alla Biesse America avevo ritrovato l'amico John Mauro, il miglior venditore americano di macchine, in particolare di foratrici. Qualche mia nota su John, le prime volte che si lavorò insieme:
"Mi sembra che John Mauro sia un ottimo personaggio, non credo si riesca a trovare un altro americano come lui (nel nostro settore, intendo). E' veramente bravo sia come venditore, sia come organizzatore: sta sicuramente facendo un ottimo lavoro per Morbidelli"
....poi lo ha fatto per la Biesse e ora lo sta facendo per la Homag...
Era con lui che mi ero interfacciato ai tempi della RBO, quando lui trattava Morbidelli, poi ancora nel periodo di SCM ad Atlanta, quindi io mi ero allontanato e nel frattempo lui era stato accalappiato da Federico. Io e John siamo stati per anni buoni amici, ci conoscevamo da ben prima dell'arrivo di Federico in Biesse, e, quando ci siamo ritrovati a lavorare insieme in quel 2005, ci scambiavamo giornalmente opinioni sullo stato della filiale e del lavoro, che poi in qualche modo avremmo dovuto portare avanti insieme essendo lui anche responsabile di una zona, quella di Philadelphia, e di alcuni clienti direzionali. Fu così che, con il suo aiuto, organizzai un lungo giro di visite lungo la costa est degli Usa. Già avevo fatto tutto il Sud in macchina, scendendo per la Georgia, il Soth Carolina e tutto il perimetro della costa della Florida. Adesso andavo su verso Whashington, Philadelphia, New York, Massachutes....il giro mi permise di passare un week end a New York, dove tornavo dopo molto tempo (se ben ricordo da quando ci ero passato con l'amico Nestor Bergamo, il brasiliano). A new York sono ugualmente stato diverse volte, una in particolare mi ritornò in mente in quel week end, quando feci una passeggiata intorno a Central Park.
Flash back
Hotel Plaza, il più famoso e più caro hotel di New York, hotel dove sono passati tutti i personaggi più conosciuti del mondo, da attori, attrici, presidenti, personalità. Tanti anni prima, quando ero ancora con la RBO, conobbi un personaggio molto particolare, conosciutissimo da tutti i clienti americani, certo Gunter Geiger. Era un tedesco che si era laureato alla università del legno di Rosenheim e si era trasferito in Usa dove si era inventato il ruolo di consulente. Su quel mercato il consulente è stimato e riconosciuto, ma non solo, è anche pagato profumatamente per i suoi servizi: e Gunter aveva fatto fortuna. Ci eravamo conosciuti quindi, eravamo stati da un paio di clienti insieme, e lui cercava di carpire informazioni e consigli su quei nuovi processi di lavorazione flessibile. Per quel motivo si aggrappò a me affinchè gli procurassi documentazione o quant'altro. Eravamo entrati in sintonia intellettuale, ma era comunque una persona molto speciale (non ho ben capito che tendenze sessuali avesse, ma credo che....) che dopo un po' diventava pesante. Pur tuttavia aveva delle entrature incredibili presso una enormità di clienti potenziali e quindi reputavo di doverlo tenere dalla nostra parte piuttosto che averlo contro.
Un giorno, non posso ricordare per quale motivo o quale trattativa, successe che entrambi avremmo potuto essere a New York: forse io dovevo arrivare là per prendere il volo di rientro il giorno successivo e lui era là per qualche suo motivo. Sta di fatto che mi chiese di poterci incontrare una mattina e mi diede appuntamento appunto all'Hotel Plaza, dove lui avrebbe alloggiato. Io, per non essere da meno, cercai di prenotare una stanza nello stesso hotel, anche se sarebbe costata una fortuna. Sfortunatamente (o fortunatamente) non c'era disponibilità, mentre la trovai all'Hotel Intercontineltal, pochi isolati più a sud scendendo per la Fifth Av. (la fomosa quinta strada di New York). Anche questo, dopo il Plaza, Hotel storico e rinomato di New York. La mattina mi incamminai verso il Plaza, dove Gunter mi attendeva. Prendemmo un caffè nello splendido bar, poi, arrivati a mezzogiorno, mi invitò a pranzo, sempre nel ristorante dell'hotel: fantastico. Finito il pranzo arrivammo ai saluti e cercai di congedarmi stringendogli la mano:
"Ma ti accompagno io al tuo Hotel" mi fa lui.
"Non c'è bisogno, sono solo 10 minuti a piedi"
"No, no, ho piacere di farlo, aspettami qui che vado a prendere la macchina in garage e ti accompagno"
Dopo pochi minuti vidi uscire dal garage del Plaza una Rolls Royce nuovissima con al volante Gunter: mi fece salire e mi lasciò davanti all'entrata del mio albergo. Se si può immaginare la scena..... sono a bordo di una Rolls Royce scendendo nel traffico delle Fifth Av. di New York!!!!
Dopo la East Coast organizzai un altro giro di clienti sulla West Coast, quella che sempre è rimasta nel mio cuore. Partii da San Diego per arrivare su fino a Sacramento.
Tanti furono i ricordi durante quel viaggio solitario, con scarsi risultati relativi al business, ma con tante tappe della mia vita che tornavano alla memoria. Los Angeles e San Francisco, con tutto quello che è in mezzo tra le due città.....e San Diego, e Santa Barbara, e Morro Bay, e......
Flah back: Olimpiadi Los Angeles '84
Tanti anni prima, nel 1984, avevo passato una vacanza solitaria sempre in quelle zone e in quei giorni, dopo 20 anni, mi rivedevo più giovane, più all'avventura, ancora in cerca di una qualche realizzazione. C'erano le Olimpiadi a Los Angeles quella volta e il campionato di Calcio prevedeva le partite di qualificazione, fino alla finale, giocate in vari stadi di diverse città della California. Appresi che si sarebbe giocata Italia - Brasile nello stadio, normalmente dedicato al rugby, della Stanford University, proprio là dove avevo vissuto le prime esperienze americane, a Palo Alto, a pochi blocks da dove avevo vissuto 6 settimane bellissime. Chiamai la Urania, la mia vecchia ospite di anni prima e le proposi di passare a trovarla, lei ne fu felice e mi ospitò nuovamente per un paio di giorni nella stessa stanza dove avevo alloggiato il primo giorno che conobbi l'America.
Andai a vedere il match, a piedi da casa, mi trovai immerso in una marea di gente festosa, tanti italiani e brasiliani che cantavano e saltavano. Alla gara assistettero 93.000 spettatori e l'Italia perse 2 a 1, ma che spettacolo e che ricordo!!
Proseguii poi in macchina per le strade della California, con la radio sempre accesa e la musica che mi accompagnava (I don't need another hero, di Tina Turner, era la canzone ricorrente di quel viaggio)....e così, sull'onda dei ricordi, ripercorrevo le stesse strade con pensieri ben diversi, ma con la stessa ansia, che mi ha accompagnato per tutta la vita, di trovare uno sbocco diverso al mio futuro. Non potevo rimanere in una situazione di sottoposto a Federico e dovevo, diciamo così, riprendere la mia libertà. E durante quel viaggio decisi il mio futuro prossimo: avrei resistito fino alla fine di quel 2005, cercando di fare quanta più esperienza possibile sul mercato, visitando quanti più clienti possibile e visitando quanti più posti possibili, per poi rientrare in Italia e fare partire una mia attività in proprio, che si sarebbe svolta in prima battuta sul territorio francese, dove avevo ormai instaurato molti rapporti di amicizia e di lavoro, che avrei ripreso in mano.
....quando ero a Charlotte la vita non era facile. In filiale non mi sentivo a mio agio, la sera ero sempre solo davanti alla televisione (RAI International) o davanti al computer, qualche conference call su skype con mia moglie che era rientrata in Italia e aveva cominciato a lavorare là. Il solo svago che sono riuscito a permettermi, oltre un paio di cene in centro che mi costarono una fortuna, fu quello del basket, la mia passione di sempre. Riuscii ad assistere a 3-4 partite di NBA dei Bobcats di Charlotte (squadra di proprietà di Michael Jordan). I primi anni che andavo a Charlotte, quando si stava creando la Quattrotech di cui abbiamo parlato, vedevo il Colosseum, il grande stadio per il basket che era stato costruito appunto richiamando la forma del Colosseo di Roma. Ci passavo davanti andando alla sede di lavoro, ma non ero mai riuscito a vedere una gara allora. Ci ero però stato, in un'occasione unica: il concerto di Frank Sinatra!! Sì, ho visto e sentito cantare dal vivo anche l'icona del 20° secolo. Ero a Charlotte quando il grande Frank si sarebbe esibito per uno dei suoi ultimi concerti, e non mi feci scappare l'occasione.
...ma anche quel luogo che avrei voluto rivedere, non era più abilitato, gli eventi si svolgevano ormai nel nuovo Palazzo costruito in Centro, contenente fino a 25.000 persone: in Usa anche gli Stadi per il Basket sono simbolo della consistenza di una città e della sua crescita a livello economico e produttivo. E Charlotte negli ultimi 2 decenni è stata la città americana con la maggiore crescita e il più alto reddito pro-capite, oltre ad essere quella con l'età media più bassa d'America.
Un altro evento segnò quella ennesima, breve, parentesi americana della mia vita: la fiera di Las Vegas.
Flash back: Fiera La Vegas '93
Avevo, come si è ben potuto capire, già partecipato a diverse fiere in Usa, ad Atlanta in particolare, e poi a Los Angeles (Anaheim, vicino Disneyland). Una fiera di Anaheim in particolare era stata storica: nel 1993 avevamo presentato la prima cella di lavoro flessibile con lettura di codice a barre. Ricordo che avevamo elaborato un semplice codice con la Pattern System, software house di New York, con il suo titolate Mr. Oven, che permetteva ad una nuova bordatrice IDM di eseguire le lavorazioni richieste. Quello della Pattern System era il software di ottimizzazione di taglio che più veniva utilizzato in USA: avevamo quindi elaborato un codice a barre da mettersi sui pezzi che venivano tagliati su una Gabbiani, per essere poi introdotti in una IDM che permetteva l'andata e il ritorno del pezzo sulla stessa macchina (Mod. IDITRONIC che poi non fu più ripetuto).
2005: Ho già menzionato anche John Mauro, che in quel 1993 era con me sulla suddetta fiera di Anaheim e adesso eravamo insieme sul quella di Las Vegas: allora con una esperienza in SCMI e gli esperimenti di celle di lavoro che fino a quel momento non erano ancora state presentate, ed ora in Biesse America, entrambi non contenti della situazione di stress che si viveva in Filiale. E lo stress fu esasperato al massimo durante quella fiera con delle situazioni incredibili che si verificarono all'Hotel dove aravamo alloggiati. Per risparmiare qualche soldo, era stato prenotato un hotel che si era rivelato un ritrovo di gente di bassa lega, come spacciatori e prostitute. Già i tecnici, durante la preparazione dello stand, avevano fatto delle rimostranze e avevano chiesto di poter cambiare alloggio. Poi, il primo giorno di fiera, si verificarono delle cose terrificanti, come persone che entravano nelle camere per farsi di droga o portare delle donne, come John appunto si trovò quando rientrò in camera. Il secondo giorno di fiera i tecnici, dopo che la sera prima c'era stata una rissa con intervento della polizia, si ammutinarono e chiesero definitivamente di cambiare hotel altrimenti non si sarebbero presentati in fiera il giorno dopo. Fu così che ci venne data indicazione sullo stand di recarci in hotel non appena finita la giornata di lavoro per recuperare velocemente i nostri affari e scappare verso una nuova sistemazione: quella sera si videro tecnici e managers della Biesse America correre con i loro trolley sul treno sopraelevato che tagliava Las vegas, verso l'Hotel più conosciuto e immortalato della città: il Flamimgo!!